Aumentano leucemie e tumori, soprattutto nel primo anno di vita, ma sono in crescita anche patologie neuro-psichiche, allergie e malattie respiratorie. Tutte hanno come primo indiziato l’ambiente e in particolare le modificazioni subite dal feto nella vita intrauterina a causa soprattutto dell’inquinamento. La Società Italiana di Pediatria scende in campo con una serie di iniziative per l’ambiente, anche in vista del Congresso nazionale, in programma dal 20 al 23 ottobre a Roma, dove esperti nazionali e europei si confronteranno su questo tema, tra cui Ernesto Burgio, coordinatore del Comitato Scientifico Isde (International Society of Doctors for Environment) e Dominique Belpomme presidente di Artac (Association de Recherche Therapeutique Anti-Cancereuse). I dati non lasciano molti dubbi: negli ultimi 20 anni in Europa si è registrato un incremento dell’1,2 per cento annuo di tumori infantili, questa percentuale in Italia è pari al 2 per cento, quasi il doppio che negli Stati Uniti e nel resto d’Europa. L’incremento più consistente ha riguardato i bambini sotto l’anno di età (+ 3,2 per cento) e alcune forme tumorali (linfomi: + 4,6 per cento; tumori del sistema nervoso centrale: + 2,0 per cento); è quindi probabile che alla genesi dei tumori contribuisca un’esposizione materna o gametica a sostanze tossiche. Non è più confortante il capitolo delle malattie neuro-psichiche. Che la diffusione in ambiente di molecole mimetiche, metalli pesanti e altri inquinanti in grado di interferire pesantemente sullo sviluppo neuro-endocrino dell’embrione, del feto e del bambino rischi di produrre danni gravissimi è un dato che emerge da centinaia di studi scientifici. Tanto che pochi anni fa uno studio pubblicato sul Lancet a firma di due prestigiosi ricercatori della Harvard School of Pubblic Health ha rilanciato con forza la tematica della “pandemia silenziosa” di danni neuro-psichici che si starebbe diffondendo, nell’indifferenza generale, interessando ormai il 10 per cento dei bambini. “Il nostro Paese, in tutte le sue componenti, la politica, i pediatri, le scuole, le famiglie, deve diventare più consapevole dei rischi dell’ambiente per la salute dei bambini”, sottolinea Alberto Ugazio, presidente della Società Italiana di Pediatria. “A breve faremo partire corsi di aggiornamento su tutto il territorio nazionale rivolti ai pediatri per l’approfondimento delle patologie pediatriche legate all’ambiente, ma riteniamo importante agire sull’educazione sin dalla più tenera età: chiederemo al ministro Gelmini di introdurre sin dalle elementari, un’ora di educazione ambientale”.
E le famiglie italiane – come quelle del resto del mondo – avranno presto un mezzo in più per conoscere la quantità di inquinamento presente nell’aria di questa o quella zona. L’inquinamento atmosferico a breve si calcolerà con il telefonino. Lo sostengono alcuni ricercatori dell’Università della California del Sud, che hanno ottenuto un’applicazione dedicata agli smartphone che supportano Google Android e l’OS di iPhone, capace di rivelare la qualità dell’aria circostante. L’applicazione si chiama Visibility e, secondo le stime del gruppo di ricerca, più questo software viene scaricato, più quest’ultimo sarà capace di affinare le sue abilità di rilevazione dell’inquinamento dell’aria.