Anche per l’Istat le tariffe sono in aumento (di quasi il 3 per cento nel 2009), ma tale dato non tiene conto di una serie di fattori, tra i quali gli effetti delle clausole bonus-malus, replica a sua volta l’Ania. Ma a breve tutti potrebbero essere d’accordo sugli aumenti delle tariffe, visto che anche il presidente dell’Ania Fabio Cerchiai ha ammesso il rischio che le tariffe possano riprendere a correre: i conti Rc auto sono sempre più in rosso; su 100 euro di premio incassato le compagnie ne spendono 108, i costi dei risarcimenti sono aumentati (4.000 euro il costo medio), “attivando una tendenza tariffaria al rialzo che non può che essere di grande preoccupazione per tutti”, afferma Cerchiai. Rialzi che sarebbero però già avvenuti, incalzano Federconsumatori e Adusbef, secondo i quali “le tariffe, dal 1994 ad oggi, hanno registrato una crescita del 173 per cento, e rispetto allo scorso anno del 18 per cento”, con costi scandalosi per i neopatentati.
Nel 2010, intanto, le imprese assicurative dovrebbero vedere più rosa, stimando una crescita dei premi del settore danni a quota 37,4 miliardi (+2,1 per cento). Dopo la contrazione della domanda nel 2008 e soprattutto nel 2009, la ripresa quest’anno ci dovrebbe essere, “seppure lenta e molto graduale”. Non accenna invece a diminuire la “diffusissima speculazione sui danni alla persona”, soprattutto quelli di lievissima entità, evidenzia il rapporto Ania. Province come Crotone, Brindisi, Taranto e Foggia hanno un’incidenza di sinistri con danni fisici tra il 44 per cento e il 37,2 per cento: ben al sopra della media nazionale (21 per cento nel 2008) e quattro volte quella europea (10 per cento). Su un costo totale dei risarcimenti pari a 15 miliardi nel 2009, i danni fisici ne hanno assorbito i due terzi, pari a 9,5 miliardi.