Infatti, come ricorda Fercargo, dati recenti attribuiscono una quota di traffico su ferro di circa il 6 per cento delle merci trasportate in Italia, mentre la media europea è circa del 12 per cento. “Questo trend”, osserva l’associazione delle imprese ferroviarie private di trasporto merci, “dovuto tanto alla crisi economica quanto alle barriere di vario genere poste da Rfi all’accesso all’infrastruttura, sta portando all’estinzione in Italia del trasporto delle merci su ferro e non vi sono riscontri da parte del Governo che, al contrario, consente al gestore dell’infrastruttura, Rfi, di poter continuare a ridurre il numero di scali disponibili e di porre sempre maggiori vincoli e alti costi per l’accesso a quelli ancora utilizzabili”. Secondo Di Patrizi “serve una politica di settore che non si limiti a una liberalizzazione di facciata e metta tutti gli operatori nella condizione di poter accedere a costi ragionevoli al sistema, in modo tale da poter ottenere servizi efficienti ed efficaci”.
“Si consideri”, ha concluso il presidente di Fercargo, “che in Italia lo stimolo e l’operato delle nuove imprese ferroviarie, nonostante le difficoltà, è riuscito a creare e offrire un importante volume di produzione, che ha portato al raggiungimento di 8 milioni circa di treni km nell’anno 2009, pari a circa il 25 per cento del totale nazionale, con circa 50 milioni di euro di investimenti, oltre 1000 addetti e un ampio numero di assunzioni previste per i prossimi mesi, inevitabilmente a rischio, però, con il proseguire di questo trend”.