“Se nel corso dell’incidente il conducente subisce un infortunio, questo non gli viene indennizzato se è stato lui a causare il sinistro”, ha commentato Alberto Genovese, ceo di Assicurazione.it. “In un momento di grosso stress emotivo, quindi, si rischia di aggiungere al danno, la beffa. Eppure basterebbero meno di 0,20 euro al giorno per essere al sicuro”.
Il comparatore online, grazie agli oltre 140mila preventivi che vengono fatti ogni mese sul sito, è riuscito a mappare con precisione anche dove e su quali tipi di conducente questa garanzia ha più o meno presa. A sottoscrivere il maggior numero di polizze per l’infortunio conducenti sono state le donne (quasi 7 per cento) e, con una percentuale quasi doppia rispetto alla media nazionale, i lombardi (10,60 per cento), seguiti dagli automobilisti dell’Emilia-Romagna (7,49 per cento) e da quelli piemontesi (7,01 per cento). I meno attenti a tutelarsi in questo senso sono risultati, e di gran lunga, i campani; secondo i dati di Assicurazione.it appena l’1,44 per cento degli automobilisti di quella regione acquista la copertura dell’infortunio conducente. Appena meglio va in Puglia (1,87 per cento) e in Sicilia (2,61 per cento).
Ma quali sono le categorie professionali che tengono maggiormente a tutelarsi in caso di incidente con colpa? Al primo posto si trovano i dirigenti (7,63 per cento), seguiti dagli insegnanti (6,99 per cento) e dagli impiegati (6,94 per cento). Dovrebbero essere i più attenti alla salute, ma i medici si trovano solo al quarto posto. Ultimi gli studenti (2,85 per cento). “Quella che abbiamo messo in evidenza con questi dati”, ha commentato ancora Genovese, “è solo una delle tante coperture utili a cui si rinuncia perché spaventati da premi assicurativi troppo alti. In realtà servirsi di un compratore come Assicurazione.it, che confronta i preventivi di 16 compagnie diverse, permette di trovare l’offerta più conveniente risparmiando fino a 500 euro sul premio base. Questo consente quindi di potersi “permettere” garanzie aggiuntive a cui troppo spesso si rinuncia senza pensare al beneficio che potrebbero portarci”.