Per quanto riguarda il ricorso all’officina si segnala una tendenza alla diminuzione della frequenza, per effetto dell’innovazione tecnologica che rende le autovetture sempre più affidabili e meno bisognose di manutenzione. Su questo andamento di lungo termine incidono però situazioni contingenti che possono, in un determinato periodo, ridurre o aumentare la frequenza del ricorso all’officina. In particolare nel 2009 la frequenza si è ridotta per due elementi. Il primo è costituito dalla congiuntura economica fortemente negativa che ha indotto molti automobilisti a rinviare gli interventi non assolutamente indispensabili. Il secondo è il fatto che gli incentivi alla rottamazione hanno determinato l’uscita dal parco circolante di molte autovetture che avrebbero avuto bisogno di ricorrere all’officina.
Un altro fattore che influisce sulla spesa è la complessità (e quindi il costo) dei singoli interventi. L’innovazione tecnologica, se da un lato rallenta la necessità di rivolgersi all’officina, dall’altro rende più complessi gli interventi per il crescente impiego dell’elettronica e anche perché si tende sempre più a sostituire, piuttosto che a riparare.
L’ultimo fattore che incide sulla dinamica della spesa per la manutenzione e le riparazioni delle autovetture sono i prezzi. Secondo l’Istat, nel 2009 i prezzi dei ricambi hanno avuto un incremento contenuto nell’1,13 per cento. Modesto è stato anche l’incremento della spesa per l’attività di manutenzione (1,98 per cento). Più sostenuta, invece, la crescita dei prezzi per l’attività di riparazione (4,20 per cento), crescita dovuta, secondo l’Osservatorio Autopromotec, a un aumento della domanda di servizi di officina generato dall’invecchiamento di una parte consistente del parco circolante.