“Con 550 milioni di tonnellate di Co2, l’Italia è il terzo Paese europeo per emissioni (era quinto nel 1990 e quarto nel 2000)”. La poco incoraggiante analisi arriva da Legambiente, che ha presentato “Ambiente Italia 2010”, l’annuale rapporto sullo stato di salute del nostro Paese. “Rispetto al 1990 – anno di riferimento per l’obiettivo di riduzione del 6,5 per cento entro il 2010 del Protocollo di Kyoto – la crescita delle emissioni lorde italiane è stata del 7,1 per cento, soprattutto a causa dell’aumento dei consumi per trasporti (+24 per cento), della produzione di energia elettrica (+14 per cento) e della produzione di riscaldamento per usi civili (+5 per cento). Le emissioni nette, considerando i cambiamenti d’uso del suolo e l’incremento della superficie forestale, sono cresciute del 5 per cento. Tutto ciò, mentre a livello europeo si registra una riduzione del 4,3 per cento (Eu a 15) delle emissioni rispetto al 1990, con Germania, Regno Unito e Francia che hanno già superato gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, seguiti dall’Olanda che li sta raggiungendo”.
Nel mirino dell’associazione finisce la mobilità. “L’Italia è il Paese con la più elevata quantità pro capite di mobilità motorizzata”, continua Legambiente. “Nel trasporto terrestre i mezzi privati coprono circa l’82 per cento della domanda. Si registra poi una crescita sostenuta del trasporto su moto e ciclomotori. Le merci continuano a viaggiare prevalentemente su strada (il 71,9 per cento nel 2008), poco in nave (18,3 per cento) e pochissimo su ferrovia (9,8 per cento). Il tasso di motorizzazione è ovviamente altissimo, con 598 auto ogni 1000 abitanti (+91 per cento dal 1980)”. Il rapporto, consultabile sul sito legambiente.eu, entra nel dettaglio. “Il tasso di motorizzazione (mezzi per abitante) è massimo in Valle d’Aosta con 1.093 auto e 110 motocicli ogni mille abitanti, seguita dal Lazio (674 auto e 114 motocicli ogni 1000 abitanti) e dall’Umbria (666 auto e 92 motocicli). Il tasso minore è in Trentino Alto Adige (540 auto e 82 motocicli) e Puglia (543 e 65). La mortalità stradale più elevata si registra in Friuli Venezia Giulia (89,4 morti nel 2008 per milione di abitanti), nel Lazio (87,6) e in Puglia (86,5) mentre la minore in Liguria (53,9), Campania (56,6) e Basilicata (59,3)”.
Tra le soluzioni pensate da Legambiente per cambiare la situazioni c’è il treno, ancora troppo poco utilizzato dai pendolari. “In Italia ci sono 14 milioni di pendolari che ogni giorno si muovono verso le grandi città. Di questi solo 2 milioni e 640mila utilizzano il treno”, spiega Legambiente. “Perché i treni pendolari sono quelli più inaffidabili, vecchi, affollati e in ritardo. E perché le Regioni, alle quali spetta definire il contratto di servizio con i gestori dei treni e individuare i capitoli di spesa nel proprio bilancio per migliorare i servizi, destinano pochissimo al settore. Nel 2009 in metà delle regioni non si è arrivati allo 0,1 per cento di spesa per i pendolari rispetto al bilancio regionale. La Regione che ha speso di più per i pendolari nel 2009 (1,52 per cento del bilancio) e che ha proposto la migliore politica ottenendo risultati significativi di crescita dei pendolari su treno è stata la Campania. A seguire, la Lombardia che è anche quella con il maggior numero di pendolari su treno (560mila). La sfida è quella di far crescere, nei prossimi 5 anni, la quota di pendolari su ferro in Italia, (fino ad arrivare a 4 milioni), attraverso risorse e politiche attente: parco rotabile rinnovato, nuovi treni, maggiori finanziamenti per rafforzare i servizi, priorità agli investimenti infrastrutturali nelle città”.