Treni bloccati, passeggeri a terra e tanti disagi. Anche oggi chi ha scelto la ferrovia per spostarsi si è trovato a fare i conti con una dura realtà. A Milano, soprattutto, la situazione è particolarmente difficile. Dopo un blocco totale, “dalle 8,50 è stato riattivato completamente il traffico. Per le dimensioni e l’estensione delle linee ferroviarie interessate, le ripercussioni sulla circolazione si estenderanno però su tutta la rete e proseguiranno anche nelle prossime ore, riassorbendosi progressivamente nel corso della giornata”. Lo hanno comunicato le Ferrovie dello Stato.
Nelle prime ore della mattinata – continua il comunicato delle Fs – il nodo di Milano e le linee ferroviarie interessate hanno subìto un repentino ed eccezionale abbassamento della temperatura che ha causato l’improvvisa formazione di lastre e manicotti di ghiaccio di consistenza tale da provocarne la temporanea inefficienza e la rottura in più parti, impedendo la circolazione in sicurezza dei convogli.
Il traffico ferroviario è stato perciò interrotto per consentire ai tecnici di Rfi il ripristino della piena efficienza di tutti gli apparati ed in particolare delle linee elettriche, in modo da garantire sicurezza e regolarità della circolazione.
Dalle 6.50 sono state riaperte, in successione, la Milano-Torino, la Milano-Gallarate, la Milano-Como e la Milano-Lecco, poi la Milano-Brescia e la Milano-Voghera. Il ripristino di tutte le linee convenzionali, percorse dai treni regionali, si è completato alle 7.45, con l’unica eccezione della Milano-Piacenza. Alle 8.50 è stata ripristinata anche quest’ultima linea e la circolazione su quella ad Alta velocità verso Bologna.
Considerando la dimensione e l’estensione delle linee ferroviarie – continuano le Ferrovie dello Stato – dirette e provenienti dal nodo milanese, le ripercussioni sulla circolazione si estenderanno su tutta la rete e proseguiranno anche nelle prossime ore, riassorbendosi progressivamente nel corso della giornata. La Protezione Civile e il personale di Trenitalia sono prontamente intervenuti nelle stazioni interessate dal blocco e hanno fornito ai viaggiatori, sin dai primi momenti, la necessaria assistenza, generi di conforto e informazioni sull’evolversi della situazione.
Infuriati i pendolari. Il coordinamento dei comitati dei pendolari lombardi ha infatti diffuso un comunicato stampa in cui esprime tutta la sua rabbia: “Mentre ci risuonano ancora nelle orecchie le dichiarazioni soddisfatte di Moretti”, spiegano i pendolari, “che solo poche ore fa annunciava che solo il 5 per cento dei treni era soppresso e che nessuna linea ferroviaria era chiusa, i fatti lo hanno clamorosamente smentito. Stamattina, infatti, è stato soppresso praticamente l’intero servizio regionale della Lombardia.
Per pura cronaca, sembra che l’origine della decisione, presa da Rfi, sia dovuta alla rottura della linea elettrica di alimentazione da parte di alcuni treni notturni, probabilmente a seguito della formazione di ghiaccio sui fili. Il blocco è stato revocato intorno alle 9 di questa mattina e lentamente i treni hanno cominciato a muoversi. Una decisione drastica che riteniamo peraltro eccessiva”, spiegano i pendolari, “in quanto le condizioni atmosferiche presenti nella pianura lombarda questa notte non erano estreme e comunque non estese a tutta la Lombardia. Al di là delle valutazioni sull’oggettività degli eventi di questa notte e delle relative decisioni, è però venuta completamente a mancare una corretta ed esaustiva informazione ai passeggeri, cosa che sta continuando tuttora, con la circolazione ferroviaria che è completamente sconvolta e non ancora riattivata su tutte le linee. Fatto sta che i dati, pur drammatici, di ieri sulle soppressioni che abbiamo diffuso sono stati surclassati: praticamente nella fascia di punta del mattino è stato soppresso il 100 per cento dei treni in Lombardia, coinvolgendo almeno 600 treni. Ora si è superata ogni misura, e anche i provvedimenti di natura amministrativa dovranno essere di misura straordinaria, coinvolgendo lo staff dirigenziale delle Ferrovie dello Stato ai massimi livelli”.