“Il trasporto merci su gomma applica di fatto, «una concorrenza sleale” nei confronti di quello ferroviario e tutte le politiche di incentivo all’autotrasporto finiscono per penalizzare le ferrovie. Ad affermarlo è l’amministratore delegato di FS, Mauro Moretti, intervenuto al Cnel al convegno sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario merci, dove ha anche aggiunto che ” la liberalizzazione, da sola, non basta a spingere le merci su rotaia: l’elemento che realmente fa la differenza sono i costi e l’esempio della Gran Bretagna ne è una dimostrazione: là, dove c’è il massimo della liberalizzazione”, ha detto Moretti, ” il trasporto su rotaia è solo l’11 per cento, perchè i costi sono alti, all’incirca il 20 per cento in più dell’Italia”. Allo stesso modo “in Italia incentiviamo l’autotrasporto, mentre nelle ferrovie abbiamo tagliato tutto, perchè nel combinato non c’è più una lira”. Ma non è finita: sempre secondo l’amministratore delegato di FS “in Svizzera, dove il trasporto su gomma costa di più, il trasporto merci ferroviario se ne avvantaggia. Sono i dati a dimostrarlo: in Italia a fronte di bassi oneri del trasporto su strada corrisponde un’altrettanto marginale quota modale su ferro: e, se tra imposta sul possesso dei veicoli, accise sui carburanti e pedaggi i costi dell’autotrasporto sono in Italia tra i più bassi d’Europa, anche la quota modale su rotaia è la più bassa, il 9,44 per cento. Dall’altra parte della classifica c’è la Svizzera dove, a costi 4 volte superiori a quelli italiani nell’autotrasporto, la quota su ferro è del 52,8 per cento”. La conclusione? Secondo Moretti “essuno fa miracoli, non è che noi siamo fessi. Occorre rivedere alcune politiche, a partire da quella sui pedaggi perchè, per esempio, mentre l’autotrasporto al Sud non paga, le ferrovie pagano comunque. Un’altra direzione da seguire è quella degli interporti: facciamo una politica che favorisca le ferrovie nelle lunghe distanze, lasciando l’ultimo miglio all’autotrasporto. In questo modo si verrebbe incontro a un’esigenza di trasporto dettata dalla fisionomia industriale del nostro Paese molto polverizzata. Infine, occorre insistere sul concetto di reciprocità nelle liberalizzazioni perchè se io vado in Germania a Monaco non entro, mentre a Verona entrano tutti. Non vorrei che alla fine di tutto questo piangeremo per aver fatto le liberalizzazioni a favore degli altri”. Una serie di dichiarazioni alle quali ha immediatamente (e pesantemente) replicato il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè. “Non so se l’amministratore delle ferrovie si trovasse a Lourdes o in un altro luogo mistico ma sicuramente deve aver avuto delle visioni. Affermare che l’autotrasporto pratichi una concorrenza sleale nei confronti delle ferrovie perché, grazie agli interventi del Governo, avrebbe i costi più bassi d’Europa è una bugia che non sta né in cielo né in terra”, ha tuonato Uggè. “Sfido l’amministratore delegato ad un pubblico confronto per vedere se è in grado, numeri alla mano, di dimostrare quello che sostiene. Mi limito solo a evidenziare che solo per le voci del personale, del gasolio, circa il 70 per cento dei costi, le imprese italiane sostengono un onere maggiore di circa 30mila euro l’anno, rispetto ai concorrenti europei. Capisco che Moretti abbia la necessità di “fare polvere” per ottenere, more solito, i finanziamenti dello Stato. E’ inaccettabile però che l’amministratore di un’azienda, da anni sostenuta con soldi pubblici, arrivi all’impudenza di sostenere tesi che, lo sanno anche i bambini, sono lontano dalla realtà. Per sua informazione”, ha affermato ancora il presidente nazionale di Fai Conftrasporto, “dico al presidente di FS che il mondo dell’autotrasporto ha chiesto al Governo che siano trovate risorse adeguate per finanziare il ferro/gomma e le autostrade del mare. Non solo: ma, da tempo inascoltati e nel totale silenzio di Moretti, chiedono controlli severi sui tempi di guida per evitare che forme di concorrenza sleale, attraverso il superamento dei tempi previsti da direttive comunitarie, possano essere attuate. Piuttosto che sostenere inesattezze perché l’ingegner Moretti non ci spiega come mai le ferrovie stanno attuando una politica di riduzione dei treni blocco merci dal mezzogiorno del Paese? Ma forse questa è la strada che l’ingegner Moretti ha scelto a priori per giustificare la perdita di traffico merci che sembra si stia delineando. Una scusante a favore di Moretti potrebbe esserci: potrebbe essere stato indotto in errore dalle dichiarazioni di un rappresentante del Governo che gira l’Italia sostenendo la favola che alle imprese di autotrasporto l’Esecutivo in carica ha messo a disposizione risorse mai riconosciute da governi del passato. Si dia pace l’ingegner, Moretti non è vero; anche questa è una notizia falsa”.