Dal Wwf dodici mosse per limitare l’inquinamento dei trasporti
Alessandro Cicuta
Come ridurre le emissioni provocate dai trasporti del 30 per cento? Il Wwf ha pensato di vincere questa difficile partita a scacchi contro l’inquinamento in dodici mosse. Alcune di queste proposte, tra l’altro, sono piuttosto semplici ma efficaci: come usare vetture di piccola cilindrata e con motori ibridi o servirsi dei mezzi pubblici e della bicicletta. I consigli sono contenuti nel dossier “Potenziale delle misure di riduzione del gas-serra nel sistema de trasporti italiano”, consegnato ai ministri delle Infrastrutture e dei trasporti e dell’Ambiente. Le prime mosse riguardano i mezzi privati. Per inquinare di meno si devono preferire auto più piccole, che – come dice il Wwf – valgono una riduzione di 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Il secondo punto prevede di riorientare gradualmente il mercato verso veicoli di medio-piccola cilindrata (implicito nel target europeo di auto che emettano 140 grammi di CO2/km). La terza mossa è quella di puntare sulle auto ibride, che comportano un taglio di 2,4 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Inoltre, chi lavora vicino a casa può usare la bicicletta, che garantisce una riduzione di 2,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno: oltre metà degli spostamenti della popolazione residente nel nord Italia si sviluppa entro i dieci chilometri, spiegano i tecnici del Wwf, e se solo il 30 per cento di tale componente fosse messa nella condizione di scegliere la bicicletta si otterrebbe un taglio su scala nazionale di oltre due milioni e mezzo di tonnellate di gas serra. Quinto, fare più viaggi in treno, bus e tram, che portano a un taglio tra 2,4 e 3,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Sesto, più trasporti in nave, che possono tagliare tra 300 e 900mila milioni di tonnellate di gas serra in dodici mesi. Al punto sette, il Wwf chiede di potenziare la rete stradale tenendo contro del rapporto tra la localizzazione funzionale delle singole attività economiche e civili (centri commerciali, zone artigianali, industriali eccetera) e le esigenze di mobilità, ottenendo così un risparmio di 90 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. L’ottava mossa? Adottare una riduzione dei limiti di velocità in autostrada da 130 a 110 chilometri orari, in modo da contenere i consumi energetici, l’inquinamento atmosferico e l’incidentalità. Questa sola misura produrrebbe un risparmio di un milione di tonnellate di CO2 all’anno. Sostenere politiche innovative per la riorganizzazione della distribuzione delle merci su scala urbana migliorando l’efficienza, anche energetica, del sistema dei trasporti, e perseguendo l’innalzamento del coefficiente medio di carico dei veicoli industriali del 3 per cento è la nona proposta; proposta che può portare, su scala nazionale, a un risparmio di 1,5 milioni di tonnellate gas serra in 12 mesi.
Ancora, secondo l’associazione, occorre introdurre la tariffa assicurativa equa, la “pay-as-you-drive” (payd), che si basa sull’effettivo uso dell’auto e comporta una tariffa marginale decrescente “parametrata”, per esempio, ai chilometri. Con questa tariffa si avrebbe un risparmio di 3,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Punto 11: favorire gli operatori che agiscono nel settore della logistica multimodale integrata che sappiano realizzare sistemi più efficienti nell’ottimizzazione dei flussi di trasporto e di individuazione dei siti più idonei di stoccaggio delle merci, con un occhio al risparmio energetico, portando su scala nazionale a una riduzione del 5 per cento delle distanze medie percorse. Così facendo, secondo gli ambientalisti, si avrebbero 3,2 milioni di tonnellate di CO2 in meno all’anno. Infine, il Wwf chiede di introdurre criteri selettivi o incentivi che consentano di realizzare espansioni urbane solo nelle aree dove si sviluppi anche la rete di trasporto pubblico, e definire patti territoriali con cittadini ed enti locali che consentano di realizzare infrastrutture funzionali a soddisfare una mobilità locale extraurbana. Misure che, insieme, varrebbero un taglio di circa cinque milioni di tonnellate di anidride carbonica in un anno.