L’attività si è sviluppata attraverso una serie di indagini suffragate da appostamenti, pedinamenti e nuove tecniche informatiche basate sulla video sorveglianza a distanza. Gli autori della truffa sono stati così smascherati. La società svolgeva attività illecita maniera continuativa e riusciva a falsare le visite di revisione dei veicoli, che spesso non solo venivano effettuate sommariamente su mezzi non più idonei alla circolazione, ma a volte eseguite solo “su carta”. Le revisioni false sono state possibili grazie a un’alterazione del programma di gestione delle prove tecniche, il quale era collegato con il terminale centrale della Motorizzazione e certificava l’ora, il giorno e le verifiche tecniche esperite. Gli indagati, grazie alla manomissione del sistema, riuscivano a inserire manualmente i dati utili ai fini della stampa del referto, così da poter dimostrare in sede di controllo successivo la regolarità delle operazioni, per cui solo i numerosi appostamenti e l’analisi della documentazione sequestrata nonché le verifiche giornaliere hanno permesso di comprendere il metodo criminale utilizzato. Durante le fasi della perquisizione sono stati sequestrati, oltre a documenti, referti di revisione, computer, attrezzature e 270mila euro in contanti, denaro nascosto all’interno dell’abitazione dei due titolari dei centri di revisione e diviso in mazzette di banconote da 100, 50, 20 euro, quale verosimile frutto non dichiarato dell’attività illecita.