Strada Facendo

Civitavecchia vuole mettere
su rotaia le merci per la Sardegna

Le merci per la Sardegna potranno viaggiare anche su rotaia, partendo dal porto di Civitavecchia. È questo l’auspicio del sindaco della città laziale, Giovanni Moscherini, e della commissione speciale di Civitavecchia per i rapporti con le Ferrovie dello Stato che hanno inviato una lettera ai presidenti e agli assessori ai Trasporti delle regioni Sardegna e Lazio. “Le ultime notizie legate all’accordo tra le Regioni e l’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato prefigurano scenari diversi rispetto alla paventata dismissione annunciata nei mesi scorsi”. “È ovvio”, si legge nella lettera inviata anche ai presidenti delle commissioni Trasporti dei Consigli regionali laziale e sardo, al sindaco di Golfo Aranci, alle Ferrovie dello Stato, al presidente degli industriali della Sardegna e alle organizzazioni sindacali di categoria e pubblicata sul sito Alguer.it, “che tale ipotesi viene accolta positivamente. Gli annunciati investimenti di due miliardi di euro finalizzati all’ammodernamento della flotta del parco rotabile di Trenitalia potrebbero essere un ulteriore opportunità. Mai come oggi”, sottolinea la lettera, “esistono serie possibilità di razionalizzare l’attività anche in un quadro di economicità per le Ferrovie, senza determinare traumi e con l’obiettivo di verificare i risultati nel corso del tempo. È appena il caso di ricordare che la domanda di trasporto merci sui vagoni ferroviari tra il continente e la Sardegna non è venuta mai meno. Infatti, il considerevole calo determinatosi nel corso del tempo è da mettere in relazione unicamente a una precisa volontà del Gruppo FS, che ha posto in essere una evidente politica di de-marketing. È quindi fondamentale una collaborazione interistituzionale tesa a sollecitare il Governo a un intervento risolutore della questione e a un inserimento strategico nei rispettivi piani dei trasporti regionali. Riteniamo inoltre che una fattiva collaborazione tra le Regioni interessate possa contribuire”, conclude la lettera pubblicata su Alguer.it, “alla definizione positiva di questa situazione che sta creando forti tensioni tra i lavoratori impiegati ma che ancor più pesantemente sta incidendo sulla economia sarda e sugli addetti residenti, con il rischio, anche alla luce dell’evoluzione della Società Tirrenia, che l’intero settore dei trasporti marittimi da e per la Sardegna sia estremamente penalizzato”.
“L’iniziativa del Comune di Civitavecchia”, afferma l’ex consigliera socialista Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, “richiede una tempestiva risposta positiva con la ripresa del confronto con le Ferrovie dello Stato sulla ristrutturazione dei collegamenti ferroviari nell’isola includendo la tratta marittima. L’interruzione del servizio merci”, sottolinea l’esponente socialista che ha denunciato la società Ferrovie dello Stato alla Procura della Repubblica di Cagliari, “è stato un errore che ha forti ripercussioni per l’economia, per l’occupazione diretta e indotta, per l’ambiente e la sicurezza stradale. Lo confermano, oltre agli indicatori statistici, le proteste e le iniziative di imprenditori, Enti Locali sardi e laziali nonché di operatori terminalisti degli scali per ottenere la ripresa del servizio. È importante, oltre che utile, un’azione sinergica fra le Regioni Sardegna e Lazio e le forze sociali territoriali, per trovare con le Ferrovie dello Stato un’intesa condivisa che possa consentire la ripresa del servizio in modo generalizzato in attesa di eventuali soluzioni alternative ancora allo studio. La decisione di Trenitalia di mantenere la tratta Civitavecchia-Golfo Aranci è quindi un atto dovuto, importante, che deve però essere seguito da altre azioni, in modo da garantire effettivamente la riattivazione del servizio indispensabile, soprattutto in questa fase di grave crisi economica, in una Regione insulare priva della specifica continuità territoriale. I problemi della tratta non riguardano insomma solo la pur importante Keller ma l’intera economia sarda”.

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