I veri motivi per cui nessuno vuol far più il camionista? Perché non si guida, si fa il facchino

“Sento parlare di costi delle patenti, costo del lavoro: sì è vero sono temi da affrontare, ma il primo  problema è che gli autisti vengono pagati per guidare e non guidano più, perché si  sta per delle ore, ma anche  un giorno e mezzo, fuori dalle logistiche,  davanti alle aziende in attesa di caricare e scaricare, perché quando vai nei magazzini ti dicono solo che hanno fretta che gli scarichi le merci e non c’è nessuno che ti aiuta. A me è capitato di entrare in un’azienda e di dover scaricare con la loro attrezzatura: ma se mi faccio male e non ho nessuno li con me? Non è dignitoso.  Come non è dignitoso che ti lascino ore sotto il sole, in uno spazio ristretto dove ci sono 40 o 50 camion in attesa, senza che ci sia un bagno, perché quello che  per altri è un diritto, non dover far pipì all’aperto come capitato a un mio collega,  per noi non lo , perché  dobbiamo chiederlo e a me è stato concesso solo perché  camionista donna….” A spiegare le “vere ragioni” per le quali sempre meno persone scelgono di lavorare al volante di un mezzo pesante è Laura Broglio, giornalista, scrittrice e, soprattutto, conducente di Tir, che in un video che sta viaggiando a tutta velocità sui social (come nel caso della pagina Noi camionisti e Camionisti informati) racconta la “fuga dalla professione di camionista” vista dall’interno, da chi i problemi di cosa avviene ogni giorno li conosce bene. E dunque sa che , i costi per la patente e la Cqc, la carta di qualificazione del conducente, “pesano” sulla scelta ma che a farla  scartare sono anni e anni durante i quali nessuno ha impedito che questa diventasse una professione “squalificata”, di serie C. Roba da far dire, come afferma Laura Broglio nel video girato a Bologna, “Ah, fai il camionista”. Con un tono che non riesce a nascondere quasi disgusto, disprezzo…

14 risposte a “I veri motivi per cui nessuno vuol far più il camionista? Perché non si guida, si fa il facchino

  1. Complimenti, in lei vedo un briciolo di speranza per il futuro della categoria, anche se ne dubito. Si porti dietro i vari Longo, Ugge’, Mazzei, Salvino ecc.ecc. che forse una giornata dalla poltrona al sedile gli fa capire qualcosa di quello che dicono di gestire…

  2. Grande Laura: è questo che va detto, è per questo che dobbiamo combattere. I signori delle associazioni continuano a parlare di costi della Cqc e di altre amenità , ma il vero nocciolo della questione è che proprio quei signori , facendo tutt’altro di professione, hanno lasciato che il camionista, una volta figura autorevole, esponente di una categoria di lavoratori importante, diventasse un poveraccio a cui far fare, appunto, il facchino….

  3. Come volevasi dimostrare: per capire i problemi di un settore bisogna farne parte. Cosa volete che ne sappiano dei presidenti o dei segretari di associazioni “prestati” alla categoria ma che non hanno neanche la più pallida idea di cosa voglia dire stare per ore su un piazzale (e non solo sotto il sole, ma d’inverno sotto l’a qua o la neve., a congelare …) in attesa che “sua maestà il committente” si degni di accorgersi che ci siamo?

  4. Volevo solo aggiungere: ma chi fa dalle 20 alle 30 consegne di mobili quasi porta a porta dove proprio non ti danno una mano e ti fanno aspettare ore e ore nessuno ne parla. Ok e una scelta però…..

  5. E’ inutile…negli Anni 70 i camionisti italiani guadagnavano piu’ di 4 milioni di lire al mese…..Poi sono stati rimpiazzati dai rumeni che lavoravano per due milioni, poi sono arrivati i bulgari che lavoravano per la meta’, e infine i neri che lavorano per ancora meno. I diritti sono di chi se li prende….

  6. Come scrivono Paolo e Giovanni sulla pagina facebook di Fratelli camionari “Quando dicono il bagno non c’è…….. bisogna chiamare i carabinieri o la questura e poi si arrangiano loro. Mandano Ulss così si guadagnano una bella multa. X legge devono mettere a disposizione servizi bagno docce” e “in Germania chiamano la polizia”… E se provassimo a farlo anche noi in Italia?

  7. Sulla pagina fb autisti professionisti scheda tachigrafo più Cqc con esperienza patente c leggo (postarto da Marco): “Si sceglie per passione inizialmente… poi con gli anni quando capisci che è solo lavoro privo di rispetto e dignità e troppo tardi uscirsene portandosi via la passione e la dignità ed il rispetto che ogni lavoratore dovrebbe avere sempre in primo piano sacrifici ed umiliazione buttati inutilmente”. Niente da aggiugere, come canta Riccardo Cocciante in Bella senz’anima….

  8. Visto che si fa riferimento ai social, io navigando su Buona strada, Lady Truck driver team, ne ho trovato uno a firma Tiziana Di Francesco che dice: “é un piacere sentir parlare finalmente di aspetti e problematiche di questo lavoro, pur essendo un dispiacere sentire certe cose. Penso che siano molti coloro che si lamentano privatamente, ma é bello sentire una voce al di fuori del coro, un soprano”. Una radiografia della situazione, che fa capire come troppi, anche a livello di associazioni, parlino di cose che non sanno perché di mestiere fanno tutt’altro….

  9. Uno sfogatoio comprensibile e giustificato. Purtroppo queste ingiustizie vere e proprie perchè toccano la dignità degli uomini sono possibili perchè anzichè fare squadra e comprendere che solo se insieme e guidati a prospettare le giuste soluzioni si possono compiere dei passi in avanti. Sfogarsi e rappresentare situazioni vergognose serve molto a poco. Il motivo è che in ognuno vi è la comprensibile voglia di attribuire al proprio problema una valenza generale. Così non è e non funziona. La strada è una sola ed è quella di fare squadra con chi si ritiene più di altri in condizione di poter affrontare queste situazioni. Questi fatti riguardano in modo particolare i dipendenti e quindi i sindacati dei lavoratori. Chi associa imprese piccole o di grande dimensione solitamente riesce a trovare soluzioni per i propri dipendenti perchè sono un patrimonio dell’azienda. Su queste riflessioni occorrerebbe ragionare e non sparare nel mucchio. Così i problemi non si risolvono e problemi giusti diventano solo uno sfogatoio ma non si risolvono. Il perchè è evidente e ho cercato di dare il mio contributo.

  10. Sfogataio? No, è una denuncia. Fare squadra e prospettare le giuste soluzioni? Abbiamo le nostre associazioni e le giuste soluzioni ci sono già: dal dlgs 81 al dl 112 ….
    Valenza generale del problema? Si, e c’è buona letteratura in merito. Questi fatti riguardano i dipendenti? Si ma anche le microimprese e i padroncini, e ce ne sono parecchi. Così i problemi non si risolvono? Ma neanche colà Il perchè è evidente: non si può combattere di fioretto contro chi è seduto dietro un cannone!

  11. Giorgio, alla presidenza della mia associazione c’è un signore che un camion forse non sa nemmeno come è fatto, che si è occupato sempre di “politica” ma che proprio grazie alla sua conoscenza dei “sistemi” della politica e delle norme, che credo pochissimi autotrasportatori possiedano, ha fatto moltissimo per la categoria. Quel signore si chiama Paolo Uggé e quello che ha fatto fa parte della storia e ognuno lo può verificare (con buona pace di qualche poveretto che continua a scrivere che la Fai ha aperto sedi nei Paesi dell’Est….).

    • Non vorrei tirar sassi in piccionaia ma “i sistemi e la politica”, sui piazzali o nei magazzini, non funzionano. La politica è fatta di compromessi continui che noi rispettiamo ma la committenza no.

  12. Tutto vero quello scritto nell’articolo e sicuramente le associazioni potrebbero fare di più. Ma ,come io ripeto da anni, dare la possibilità di fare fatture detraibili come costo e Iva per il cliente solo se fatte da aziende con la regolarità di impresa, che già esiste e che dovrebbe essere integrata con la regolarità del numero di autisti dedicato a condurre i mezzi in possesso dell’impresa. Solo eliminando gli imbroglioni, i furbi e quelli che fanno trasporti ma non sono degni di essere chiamati trasportatori ma solo personaggi capaci di fare concorrenza abbassando le tariffe e sfruttando i veri trasportatori. Questo è il nostro vero problema i “colleghi” anche grossi che ragionano ancora come 50 anni fa’ e sono contenti di fregarti il viaggio che gli pagavi 100 facendolo direttamente per il tuo cliente a 90.

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