I camion bruciano fiumi di denaro fermi nei piazzali in attesa di caricare o scaricare

“Un camion produce quando viaggia, quando fa girare le ruote come si  suol dire nel settore: quando sta fermo non solo non produce fatturato ma produce costi fissi, dell’autista, del veicolo, ma ovviamente non produce niente, non crea valore. Il problema è che purtroppo spesso i camion stanno fermi non per volontà del trasportatore ma per cause esterne, per esempio durante le attese di carico e scarico che in Italia in certi settori  spesso sono elevate e  spesso non  vengono retribuite  e questo è un grosso problema che si affianca ad altri come il prezzo del gasolio…”. Pensieri e parole di Michele Latorre, direttore di Trasporto Europa,  che ha aperto così una fra le puntate sicuramente più interessanti (e infatti continuamente richiamata in Home page del sito) di  K44, il  podcast, ovvero la trasmissione diffusa via Internet, dedicato al trasporto e alla logistica, prodotto da TrasportoEuropa.it e Uomini e Trasporti. Un appuntamento imperdibile per moltissimi addetti ai lavori che ha visto Michele Latorre, direttore di Trasporto Europa e Daniele Di Ubaldo. direttore responsabile di  Uomini e Trasporti affrontare, insieme con due ospiti (Claudio Villa e Paolo Moggi, rispettivamente presidente e responsabile QSA e Formazione del Gruppo Federtrasporti) un fenomeno che, come si legge nel “lancio” del servizio su Trasportoeuropa.it “colpisce diverse tipologie di autotrasporto in Italia” e che  “mentre in altri Paesi si è affrontato imponendo il pagamento del fermo oltre un certo periodo e facendo applicare tale obbligo, nel nostro ha visto fare ben poco”, con una “norma che esiste e che dispone una franchigia di due ore”, ma con gli autotrasportatori che “non hanno un valido strumento per applicarla. Eppure”, sottolinea il testo introduttivo al video, “come dimostra una ricerca di Federtrasporti, i tempi di attesa costano cari”. A quanto ammontano i sovraccosti che gravano sulle imprese di autotrasporto a causa dei tempi morti?Quali i sono differenze rispetto a quanto avviene negli altri paesi europei? Sono solo alcune delle domande alle quali trovare risposta guardando e ascoltando il video (clicca qui per collegarti direttamente).

7 risposte a “I camion bruciano fiumi di denaro fermi nei piazzali in attesa di caricare o scaricare

  1. Queste sono le cose di cui deve occuparsi la politica: fatti reali che fanno perdere denaro, abbassano la qualità della vita di chi lavora, producono ritardi (e multe che poi tocca a noi pagare perché a chi ti ferma per un controllo non gliene frega niente se sei stato sul piazzale a non far niente quattro ore…..) . Ma invece ci ritroviamo con centinaia di nullafacenti pronti a far cadere il Governo Draghi solo per interessi di potere. E se in massa disertassimo i seggi, per far capire ai signori di Fratelli d’Italia e della Lega, di Forza Italia e dei Cinque stelle che siamo stanchi di mantenerli? Tutti a casa e nessuno torna in Senato o in Parlamento se prima non ha dimostrato di saper risolvere i problemi veri del Paese!!!!!

  2. Queste sono le cose di cui dovrebbero occuparsi le associazioni di categoria. La politica ha fatto la legge. Ma le associazioni di categoria non fanno il loro lavoro, e continuano a fare da cuscinetto tra aziende di trasporto, committenza e governo senza risolvere il problema. Problema facilmente risolvibile: signori associati, segnalatici i tempi medi dei clienti e noi ci muoveremo per far applicare la legge e avere i rimborsi. Ma guai dare fastidio a qualcuno, ci sono le crisi…meglio scaricare i costi sugli stipendi a forfait, i mezzi col disco mai demoliti e subappalti facili. E poi vantarsi di aver ottenuto l’ennesima mancetta dal governo. Vergognoso. Come vergognoso che le stesse non spingano per controlli nelle ads di mezzi stranieri per il controllo delle quaranticinque ore vietate in cabina. Proprio da un articolo di Trasporto Europa del mese scorso, in Belgio han fatto duecentomila euro in un controllo solo. Ah ma e’ vero, sarebbe come tirarsi la zappa sui piedi, dato che la maggior parte delle aziende sull’estero viaggiano con mezzi, autisti e contratti di tre nazionalita’ diverse. Ma il rimorchio italiano, vuoi non giocare col cabotaggio? Vi anticipo, non vivo col reddito di cittadinanza e sono in strada tutti i giorni, e dalla strada anni fa denuncia il tutto ma risolvendo niente. Proprio perche’, ripeto, questa situazione fa comodo a troppi…

  3. Fino a quando le associazioni di categoria non saranno autonome questi servizi sono solo prese in giro. Dal sito Fai risulta che e’ aderente a Conftrasporto che a sua volta e’ aderente a Confcommercio. In breve e’ il cliente che fa le regole. Andresti da una tua associata a dire “da domani dopo le due ore sono cento euro all’ora di fermo?!” No. E magari poi fossero due ore, a volte sono giornate o nottate intere, che si scaricano sulle aziende che poi scaricano il problema sull’autista con italiche trovate. Perche’ tanto le aziende sanno che nessuno reclamera’ in quanto il settore trasporti non e’ realmente tutelato. Smentitemi, smentitemi domani con una black list a campione di cento aziende che non rispettano una legge che c’e’ e alle quali voi imponete di rispettarla tutelando realmente il settore. Che vi ribadisco, e’ totalmente allo sbando e avanti cosi’ non si salverà coi vostri annunci o elemosine.

  4. Sono decenni che esiste questo problema e di governi ne son passati tanti. Diciamo che la moral suasion dei committenti è trasversale.

  5. C’è un signore, che per confondere le idee si firma con nomi e sigle diverse (ma che poi si tradisce scrivendo sempre le stesse cose…..) che continua a parlare di “mancette” o di “elemosine” date dal Governo al settore dell’autotrasporto. Trattandosi di 500 milioni (o se preferite mezzo miliardo) di euro, probabilmente il signore in questione appartiene a quella categoria di camionisti che secondo un grandissimo esponente del mondo dell’autotrasporto intervistato tempo da da una bravissima giornalista, guadagnavano 20mila o 30 mila euro al mese… E che quindi fa fatica a ragionare con gli zeri come un comune mortale da 1600 euro al mese….E forse è per questo che il signore in questione tiene anche a precisare che lui il reddito di cittadinanza non lo prende e continua a guidare i camion (perchè con una simile dichiarazione dei redditi verrebbe sgamato….) . Difendendo però ugualmente una manovra fatta da gente che di come si guida il Paese non aveva e non ha la più pallida idea e che, soprattutto, e qui sta la cosa gravissima, di mancette ed elemosine miliardarie ne ha fatte (con i soldi nostri) solo ed esclusivamente per garantirsi qualche milione di voti e passare da un lavoretto a tempo determinato per tirare a campare alle stanze di potere dei ministeri e del Governo. Complimenti Alessandro, Valanga e altri pseudonimi vari…. Il Paese ha bisogno di gente così: che nella vita ha dimostrato di non saper far niente ragione per cui si è buttata in politica dove è un gioco da ragazzi fare il gay con il fondoschiena altrui…..

  6. Mi permetto di dire qualcosa anche io al signor Alessandro, Sandro, Artemio, Valanga, forse perfino signor G?: “Continua a guidare e continua pure nella tua guerra personale a un’associazione di categoria che a differenza del tuo movimento i soldi per fare i propri interessi (vedi Cinquestelle pronti a regalare soldi ai giovani per bere birra sul divano davanti alla playstation ) non li sfila dal portafogli di chi lavora ma se li guadagna offrendo servizi agli autotrasportatori…. (Ps: se è la più importante associazione di categoria un motivo ci sarà? O tutti i camionari sono poveri deficenti che pagano l’iscrizione per non avere nulla in cambio? )

  7. Il tema in questione riguarda la mancanza di strumenti validi per applicare la franchigia e non le beghe tra “signori”. Perciò ragioniamo di questo. Il decreto dirigenziale del 24/3/2011 recita: il periodo di franchigia, connesso all’attesa dei veicoli per poter effettuare le operazioni di carico o scarico, non può essere complessivamente superiore alle due ore di attesa per il carico e alle due ore di attesa per lo scarico. Tale periodo decorre dal momento di arrivo del vettore al luogo di carico o scarico, ovvero al punto di carico o scarico in caso di coincidenza tra il luogo e il punto di carico o scarico, fatto salvo quanto previsto al comma 2. Le due ore quindi sono considerate a prescindere dalla tipologia di veicolo; deduco che anche un 35 q.li o una motrice da 7.5 devono attendere 2 ore per un carico o uno scarico. Nell’ipotesi di 2 carichi e 2 scarichi con quindi 8 ore di attesa, magari con percorrenze minime, mi dite come possa essere sostenibile il trasporto in questione? La norma non è corretta!Sempre il decreto cita: Il computo dei tempi di attesa ha inizio dall’orario di arrivo del vettore al luogo di carico o scarico, ovvero dall’orario indicato nelle indicazioni scritte fornite dal committente prima della partenza. Quanti di voi ottengono istruzioni scritte dal committente prima della partenza? E ancora: a tal fine, il vettore è tenuto a produrre apposita certificazione circa l’orario di arrivo al luogo e/o al punto di carico o scarico e l’orario di inizio delle relative operazioni, rilasciata alternativamente dal mittente, dal destinatario, dal caricatore, o da un loro incaricato, ovvero, in mancanza, da altro soggetto addetto a sovraintendere le
    operazioni di carico o scarico. In caso non sia possibile acquisire suddetta certificazione il vettore potrà comprovare gli orari di cui sopra attraverso la produzione
    della registrazione del cronotachigrafo e/o di altra documentazione idonea a tal fine. Posto che nessuno dei soggetti citati rilascia la certificazione, che ne facciamo delle registrazioni del cronotachigrafo dalle quali non si riuscirebbe a identificare quanto segue – il periodo di franchigia non comprende il tempo necessario allo svolgimento materiale delle operazioni di carico o scarico, né i tempi di attesa durante i periodi di inattività del mittente o del destinatario, qualora detti periodi di inattività siano segnalati nelle indicazioni scritte fornite al vettore prima della partenza. I tempi di attesa rientranti nel periodo di franchigia devono essere calcolati singolarmente per ogni operazione di carico o di scarico. Pensate un pò che dal 2011 il valore dell’indennizzo calcolato secondo i dati elaborati dall’osservatorio, l’importo dell’indennizzo in € 40 orari. Dal 2011 nessun adeguamento??? Come possiamo rispettare i CCNL che prevedono il pagamento ai lavoratori dei tempi morti? Ragioniamo su questo, plz

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