Seicentomila “derubati” da polizze auto e moto. Ma la truffa accelera su luce, gas, telefono

Seicentomila italiani truffati negli ultimi 12 mesi nell’ambito dell’assicurazione auto/moto, per un importo medio sottratto di 268 euro. A denunciare come spessissimo quella che dovrebbe essere una difesa contro un possibile danno si trasformi in realtà in un danno sono i responsabili di Facile.it sulla base dei dati emersi dall’indagine commissionata agli istituti mUp Research e Norstat e presentata in occasione del lancio della nuova sezione di podcast sulla sicurezza (https://www.facile.it/podcast.html) a cura del comparatore. Numeri che sarebbero con ogni probabilità più elevati se l’RC auto/moto non fosse ritenuta una delle aree più a rischio da diversi intervistati che dunque hanno preso evidentemente qualche precauzione prima di rischiare di cadere in trappola. Cosa che, è avvenuta invece molto più frequentemente guardando alle altre voci di spesa familiare, con per esempio il 7,1 per cento degli in tervistati che ha dichiarato di aver subito una truffa legata alle utenze luce e gas, il 6,5 per cento nell’ambito delle carte elettroniche e il 5,2 per cento nella telefonia mobile. Percentuali decisamente molto più elevate rispetto alle truffe in campo assicurative che con i 600mila truffati si sono “fermate” all’1,4 per cento. “Complessivamente, considerando le voci di spesa familiare analizzate, gli italiani caduti in trappola nell’ultimo anno sono 8,3 milioni, con un danno economico stimato che supera i 3 miliardi di euro” si legge in un comunicato stampa diffuso da Facile.it dove si evidenzia come “se per l’RC Auto/moto la truffa media è stata di 268 euro, il danno più elevato è stato registrato tra i prestiti personali, dove chi è stato frodato ha perso, sempre in media, 1.490 euro mentre 279 euro sono stati persi per truffe ai conti correnti. “La troppa sicurezza o la distrazione che ciascuno di noi può avere sono spesso i motivi principali per cui si cade in trappola”, spiega Tobias Stuber, Ceo di Facile.it, invitando tutti a “prendere poche e semplici precauzioni che ci possono mettere al riparo dalle frodi consentendoci di godere a pieno dei vantaggi offerti dai numerosi canali attraverso i quali si può risparmiare sulle principali voci di spesa familiare. Ed è proprio per insegnare ai consumatori come riconoscere una truffa e difendersi da essa”, prosegue sempre Tobias Stuber, “abbiamo arricchito il nostro spazio sicurezza con un nuovo strumento, quello dei podcast, dove con cinque semplici consigli diamo a ciascuno i mezzi adatti per tutelarsi dai principali rischi”. Consigli che prendono il via innanzitutto dall’analisi degli strumenti attraverso cui vengono portate a termine le frodi. “Guardando alle voci di spesa familiare analizzate emerge che, nel 45 per cento dei casi, le truffe sono passate attraverso un’email, nel 26 per cento tramite SMS (31 per cento nel caso dei conti correnti) e nel 21,5 per cento da siti web fasulli (29 per cento per le carte elettroniche)” si legge sempre nella nota diffusa. “Va detto, però, che ogni settore ha le sue specificità. Quando si parla di frodi nell’ambito delle utenze luce e gas, per esempio, tra i canali più usati dai malfattori ci sono i finti call center (44 per cento) e le visite porta a porta (31,3 per cento). Ma la nuova frontiera delle truffe passa anche dai social network, particolarmente usati nell’ambito dei prestiti personali (15,9 per cento), e dalle App di messaggistica istantanea, attraverso cui sono stati truffati, secondo le loro dichiarazioni, circa il 9 per cento delle persone che hanno risposto alle domande dei sondaggisti”. Ma cosa accade dopo la truffa? “Purtroppo, il 41,5 per c ento di chi cade in trappola non denuncia la frode; il dato arriva addirittura al 55,1 per cento nella telefonia mobile e al 54,5 per cento nei prestiti personali. Per quali motivi non si fa? Tra i 3,4 milioni che non hanno denunciato la truffa subita, il 33 per cento ha detto di non averlo fatto perché il danno economico era basso, mentre il 27 per cento perché era certo che non avrebbe recuperato quanto perso. Per circa 800mila italiani invece c’è una ragione di natura psicologica; il 15,1 per cento ha detto che si sentiva ingenuo per esserci cascato, mentre il 9 per cento ha dichiarato di non aver denunciato la frode perché non voleva che i familiari/conoscenti lo sapessero£. Fin qui le “brutte notizie”: il rovescio, positivo, della medaglia è invece rappresentato dal fatto che secondo quanto emerso dall’analisi, oggi gli italiani cominciano a capire meglio come difendersi. “Il 43,2 per cento dei rispondenti ha dichiarato di aver adottato anche semplici strategie, come per esempio non rispondere a contatti sconosciuti o non dare informazioni sensibili a soggetti non verificati, dopo aver subito la truffa”, conclude Tobias Stuber che traccia anche un identikit dei truffati: “ le vittime predilette dei truffatori sono soprattutto gli uomini (22,5 per cento rispetto al 15, del campione femminile) e, a dispetto di quanto si possa pensare, con un titolo di studio universitario (23,3 per cento rispetto al 17 rilevato tra i non laureati). Con particolarmente a rischio i giovani nella fascia di età 18-24 anni residenti nel Nord Italia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *