La Bergamo delle due ruote adesso sogna una maxi pista dove allenarsi e correre un mondiale

“Se Bergamo avesse una pista di motocross degna della sua straordinaria storia sportiva potrebbe tranquillamente ospitare un campionato mondiale. E una soluzione per realizzarla può essere trovata, magari individuando una cava dismessa che possa ospitare un grande campo d’allenamento fisso che, un domani, possa davvero ospitare eventi internazionali”. Sono bastate le poche parole pronunciate da Daniele Belotti, deputato bergamasco della Lega Nord, nel suo intervento al convegno “In Moto per l’ambiente” organizzato a Sant’Agostino dai responsabili della Scuderia Norelli in occasione della Valli Bergamasche Revival Internazionale, per scatenare la fantasia degli appassionati di due ruote accorsi in Città Alta per ammirare piloti e moto)protagonisti della competizione che ha visto approdare in città 277 piloti provenienti da mezzo mondo, fra cui “pezzi da novanta” come Stephane Peterhansel o Cyril Esquirol, campionissimi entrati nella leggenda dell’enduro. Un sogno che ha immediatamente spinto Giampiero Calegari, presidente della Comunità montana Valle Seriana, accomodatosi a sua volta al tavolo dei relatori, a compiere un viaggio a ritroso lungo 30 anni, guidando gli appassionati fino alla “nascita del primo campo fisso di allenamento a Ponte Nossa”, progetto che, ha ricordato Giampiero Calegari, “aveva dato una risposta alle tantissime domande di motociclisti di dare sfogo alla propria passione, ma anche aveva anche scatenato non poche polemiche”. Le stesse polemiche, frutto di scontri a volte esclusivamente ideologici e non supportati da fatti reali o da una vera conoscenza della realtà, che si sono protratte fino a oggi e che invece, come ribadito da diversi protagonisti del convegno (fra cui Giovanni Copioli, presidente della Federazione motociclistica italiana e il tenente colonnello Giorgio Deligios, alla guida del Comando per la Tutela forestale dei carabinieri di Bergamo) potrebbero essere facilmente cancellate attraverso il dialogo, spazzando via molti pregiudizi e permettendo ai motociclisti “rispettosi dell’ambiente”, e solo a loro, di poter vivere la propria passione. “Perché chi ama praticare uno sport ha diritto di poterlo fare, nel rispetto delle norme e dei diritti di tutti,” come ha affermato Giovanni Copioli, che riferendosi ai campi d’allenamento fissi per gli appassionati di fuoristrada su due ruote – e in particolare di chi fa agonismo – ha sintetizzato il pensiero di molti con un felice parallelismo: “non fornire a chi pratica questo sport piste per allenarsi significherebbe togliere l’acqua delle piscine ad atleti destinati magari a diventare straordinari campioni come Federica Pellegrini”.

Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & Immagine srl per stradafacendo.tgcom24.it

 

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