L’autotrasporto ha tutte le ragioni per protestare, ma così rischia di passare dalla parte del torto

Il mondo dell’autotrasporto ha tutte le ragioni, oggi più che mai, per essere deluso e arrabbiato per tutto quanto sta accadendo, con aumenti dei costi – e non solo – che rendono l’attività insostenibile e la “politica” che non sembra saper o voler fare nulla, ma la delusione e la rabbia, lo sconcerto e in alcuni casi perfino la disperazione, magari di fronte alla prospettiva di d’essere costretti a dover chiudere l’attività, per quanto comprensibili non devono mai sfociare nella violenza. Magari in una protesta fortissima, come potrebbe essere il fermo nazionale dell’autotrasporto, ipotesi tutt’altro che scartata nel caso il dialogo con il Governo dovesse continuare a non dare i frutti sperati, ma mai nella violenza. Che equivarrebbe a passare subito dalla parte del torno. E possibile sintetizzare così il messaggio che Carlotta Caponi, neo segretaria nazionale della Fai, la Federazione autotrasportatori italiani, ha voluto inviare a tutto il mondo dell’autotrasporto italiano attraverso un video postato su twitter nel quale si evidenzia anche la volontà di Unatras di proseguire nel dialogo, alla ricerca di possibili strade alternative allo “scontro” per ottenere ogni aiuto possibile. E questo anche  dopo che il Governo, per voce della viceministra alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile Teresa Bellanova ,ha chiarito che “non c’è possibilità di agire né su accise né su costi del gasolio”. “Mi rivolgo a tutti coloro che stanno protestando da giorni in Sicilia, Puglia Campania al mercato di Fondi piuttosto che al porto di Ravenna”, esordisce nel video Carlotta Caponi premettendo fin da subito che i rappresentanti della categoria hanno “ben chiari i motivi che hanno spinto alla protesta: dagli aumenti smisurati delle principali voci di costo dei bilanci al mai decollato e tanto annunciato tavolo delle regole sui costi minimi della sicurezza, sulle certezze sui tempi di pagamento, sui ritardi alle motorizzazioni, solo per citare alcuni esempi.  E mi preme sottolineare che la vostra disperazione è la stessa dei nostri associati e delle nostre imprese. Ma per prima cosa vi invito a evitare qualsiasi azione di violenza, soprattutto in questo momento. Non sono solita trincerarsi dietro una scrivania o non mettere la faccia in quello in cui credo, a maggior ragione oggi che ho l’onore di rappresentare Fai. Durante gli incontri che si sono susseguiti la viceministra Teresa Bellanova ha comunicato ai vertici di Unatras che a causa di vincoli, imposti dall’Europa, non c’è possibilità di agire né su accise né su costi del gasolio, pena l’intervento della comunità europea che si attiverebbe immediatamente per richiedere indietro le somme ai singoli autotrasportatori, ovviamente comprensive di interessi. Unatras con grande senso di responsabilità prosegue il dialogo con il ministero, alla ricerca di soluzioni alternative ma che abbiano effetti compensativi e reali. Tanto per essere chiari però, non si esclude di proclamare il fermo della categoria, nei tempi e nei modi previsti in concomitanza con lo stato di emergenza”. Rispettando le regole. Senza violenza. Senza passare dalla parte del torto. 

3 risposte a “L’autotrasporto ha tutte le ragioni per protestare, ma così rischia di passare dalla parte del torto

  1. Cara mia, lei e’ arrivata giusto giusto con la resa dei conti. Se i suoi colleghi negli anni non avessero fatto solo da intermediari, riempiendo la categoria di chiacchiere e promesse, ora non saremmo arrivati all’esasperazione. Il problema non e’ solo avere aiuti dallo Stato, ma vedere riconosciuti gli effettivi tempi e costi del lavoro svolto. Ma purtroppo l’autotrasporto ricattabile fa comodo a troppi, ma bisogna sapere quando e quanto spremere. Ugge’ parlava di Ponte sullo Stretto, quando crollavano ponti ovunque per mancanza di manutenzione. Parlava di incentivi per i giovani, quando per anni ha tollerato l’abuso degli est Europa e niente ha fatto per tutelare gli autisti non vaccinati mentre proprio gli est Europa lavoravano in deroga. E quando la Marcegaglia da presidente di Confindustria era contraria ai costi minimi, lui e tutti gli altri muti. Si chieda piuttosto perche’ la disperazione sta portando a blocchi spontanei e che credibilita’ e fiducia ancora meritate.

  2. Lei manda i video su twitter…e poi si stupisce delle proteste incontrollate. Lei e quelli nella sua posizione escano dai caldi uffici, prendano la macchina e raggiungano quei luoghi. E parlino con gli autotrasportatori, ascoltino e imparando si muovano. O solo il governo merita tanta fatica?

  3. “L’autotrasporto ricattabile fa comodo a troppi”: in queste poche parole scritte da Alessandro G c’è la fotografia reale di quello che è accaduto e di quello che sta accadendo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *