Food service, così fra produzione e distribuzione si possono risparmiare milioni di euro

In Italia ci sono 3.900 grossisti del settore del food service, che complessivamente generano 17,2 miliardi di fatturato, che potrebbero risparmiare oltre 131 milioni di euro “cambiando strada” nella propria gestione di produzione, distribuzione e pubblici esercizi Ho.Re.Ca, delle codifiche e delle anagrafiche di base dei prodotti. Passando da una modalità non meccanizzata (con conseguente incremento dei costi diretti associati per manodopera di attivazione e mantenimento, e indiretti )a una meccanizzata. Più di 131 milioni di euro risparmiati ma anche un’operatività più precisa, linguaggi armonizzati, meno errori, maggiore professionalità della filiera e possibili nuovi canali di vendita aumentata: tutti vantaggi che possono derivare dall’utilizzo di standard globali. Ad affermarlo sono i risultati di un’indagine realizzata dai responsabili di GS1 Italy (“quelli del codice a barre” come si presentano loro stessi al mercato, ovvero gli “inventori” del linguaggio globale della trasformazione digitale per riconoscere e identificare prodotti, pallet e luoghi di partenza o destinazione delle merci) in collaborazione con la società di consulenza Progettica, che ha coinvolto 25 distributori (11 nel food e 14 nel beverage) e ha consentito di misurare appunto il possibile risparmio economico e i vantaggi immateriali generati dall’adozione degli standard GS1 (come GTIN, GDSN, EDI) e dei servizi GS1 Italy nel canale dei distributori, rilevando i bisogni della filiera Ho.Re.Ca. a partire dall’analisi delle inefficienze. Un’analisi che ha innanzitutto confermato come la tracciabilità solo in rari casi avvenga in maniera meccanica e come invece molto più spesso veda ogni attore della filiera gestire in autonomia le informazioni ritenute necessarie ai fini della gestione di un processo commerciale, logistico o di certificazione aumentando le attività ridondanti, gli errori e i disallineamenti informativi, con gli stock di prodotto che non sono gestiti in modo efficiente e gli spazi nei magazzini che non sono ottimizzati. Molteplici inefficenze, quelle emerse dallo studio, che potrebbero essere in buona parte risolte attraverso l’adozione degli standard globali GS1 anche nel foodservice, come già avviene nel largo consumo, portando, come spiegano i responsabili di Gs1 Italy, “importanti benefici in termini di ottimizzazione e digitalizzazione dei processi, oltre a rappresentare un’opportunità̀ di collaborazione e crescita per tutti gli operatori del settore. Un’evoluzione che consentirebbe ai distributori di avere interfacce normalizzate, meno errori di prelievo e riconsegna merce, una migliore gestione nei richiami di prodotto, un’intercettazione preventiva dei saldi puntuali per partita a riduzione dello smaltimento merce per scadenza e flussi di riordino ottimizzati”. Vantaggi visibili anche a livello economico considerato che il passaggio agli standard GS1 potrebbe portare “a risparmi nell’area dei costi di magazzino (-3,1 per cento beverage e -3,8 per cento food) e amministrativi (-4,3 per cento beverage e -4,5 per cento food), con un impatto significativo sul possibile margine operativo lordo prodotto dalla gestione di quanti lo adotteranno (+10,8 per cento beverage e +12,3 per cento food). Con un totale di possibili risparmi stimato, appunto, in 131 milioni di euro l’anno, “di cui il 73 per cento collegati alla meccanizzazione. Di questi”, spiega una nota, “ la maggior parte è legata all’attività di pick dei prodotti (46 milioni), seguita dalla ricezione della merce (24 milioni), dagli ordini ai fornitori (20 milioni), dalla chiusura degli ordini e carico a sistema (quasi 18 milioni). Infine, da anagrafica e codifica articoli (quasi 15 milioni) e dalle rettifiche e riconciliazioni inventariali (quasi 8 milioni di euro)”. E tutto questo “senza contare i benefici immateriali. Parliamo di armonizzazione dei linguaggi, migliore qualità e aggiornamento delle immagini e migliore descrizione dei prodotti come strumento per una vendita più efficace. E ancora: maggiore precisione nell’operatività, riduzione degli errori qualitativi, percezione di una superiore professionalità della filiera, maggiore velocità nella formazione e nell’inserimento dei venditori, fino alla possibile vendita aumentata verso i supporti di raccolta ordini dei venditori, attraverso l’erogazione diretta di materiale informativo e promozionale.” “Esistono ampi margini per ottimizzare i processi e per digitalizzarsi. Attraverso standard capaci di portare efficienza logistica, migliorare lo scambio delle informazioni, generare maggiore trasparenza e riduzione dei costi di gestione”, ha dichiarato Paolo Cibien, manager dell’area foodservice di GS1 Italy. “E il tutto a vantaggio anche del consumatore finale”.

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