Migliaia di camionisti stranieri in arrivo in Italia. “Ma se verranno sottopagati sarà il disastro”

Il Governo italiano si appresta a tamponare la carenza di camionisti nel nostro Paese con l’arrivo di  migliaia di cittadini (da 6 a 20 mila) extra-europei,  attraverso l’ampliamento del numero di permessi, legati anche all’autotrasporto, rientranti nel Decreto flussi ma questa  non è la strada per risolvere i problemi del settore, anzi l’introduzione di manodopera a basso costo non farà che mettere ancor più in ginocchio le piccole e medie aziende che resistono a fatica tra mille balzelli burocratici e che rappresentano le fondamenta del mondo dell’autotrasporto. A sostenerlo  è Cinzia Franchini, portavoce di un’associazione nata proprio per tutelare i   piccoli autotrasportatori,  Ruote Libere, secondo la quale “le motivazioni per cui pochi in Italia vogliono intraprendere la professione di autotrasportatore sono da ricercare in una professione sempre più sfruttata e senza garanzie e immaginare di risolvere il problema  aprendo le porte a lavoratori stranieri spesso trattati come schiavi, senza alcun tipo di tutela non solo non ha nulla di etico, ma contribuisce all’affossamento definitivo di un settore trainante per l’economia italiana. Dopo aver subito per anni una concorrenza selvaggia che ha portato alla chiusura di tante piccole e medie realtà, dopo aver assistito quasi impotenti al radicamento dei tentacoli mafiosi e di una illegalità diffusa, dopo aver accettato logiche economiche al ribasso e completamente fuori mercato, dopo aver sdoganato l’idea che gli incentivi per il settore venissero in gran parte assorbiti da Consorzi e associazioni del tutto autoreferenziali,  ora si immagina di ripartire con lavoratori che non chiedono nulla in cambio  e spesso disposti a dormire sul camion tutto l’anno”, denuncia Cinzia Franchini. “La leva del Decreto flussi andrebbe usata esclusivamente per allargare le garanzie conquistate in Italia a fatica a lavoratori di altri Paesi, non per importare nuovi modelli di sfruttamento. Purtroppo le esperienze passate e già vissute ci fanno prevedere che andrà diversamente”. 

5 risposte a “Migliaia di camionisti stranieri in arrivo in Italia. “Ma se verranno sottopagati sarà il disastro”

  1. Se le associazioni guidate dalla signora (e soprattutto quelle ben più grandi e potenti guidate da altri signori…..) avessero fatto qualcosa per non squalificare questo mestiere, per garantire che continuasse ad avere dignità (che significa essere pagati il giusto, non essere lasciati sui piazzali ad aspettare per ore e peggio ancora essere mandati a fare i propri bisogni nei cambi quando si va da certe aziende a scaricare…..) , forse i giovani avrebbero continuato a farlo. Ma le associazioni, si sa, spesso servono a garantire che un po’ di persone, che questo mestiere non l’hanno mai nemmeno fatto, guadagnino un bel po’ di soldini…..

  2. Centomila devono arrivarne…voglio vedere quanti fondi hanno per danni, ritardi e multe…e voglio vedergli fare a tutti la fine di Gaetra, per chi ha buona memoria. Ma la storia, il mercato e il tempo non vi hanno insegnato niente? Avanti cosi, spingete e sfalsate il mercato psudoimprenditori, son curioso a mezzi fermi che scuse troverete

  3. Michele dimentica, o non sa, che i proprietari delle associazioni sono proprio i soci. Certamente sono stati commessi errori e la responsabilità va attribuita ai dirigenti delle rappresentanze. Ma sicuro che un po’ di colpa non appartenga anche alla categoria? Nella lunga storia sindacale dell’autotrasporto vi sono stati dei momenti nei quali si potevano creare le condizioni del cambiamento. Sicuro di poter dire che gli operatori abbiano in modo partecipativo vissuto quei momenti e si siano impegnati per far nascere una unica rappresentanza della categoria? Oppure hanno seguito le indicazioni di taluni vertici che li consideravano solo dei soggetti ai quali offrire servizi e ricevere le quote? L’analisi di Michele è molto parziale e soprattutto, come spesso si usa, anche perchè comodo, scarica su terzi delle responsabilità che invece andrebbero condivise.

    • Ugge’ si assumesse Lei le sue responsabilita’ e valutasse meglio il suo operato. Se la responsabilita’ va attribuita ai dirigenti delle rappresentanze, bene, Lei e’ il principale responsabile. Dov’eraov’e’ finito il suo pugno di ferro contro la deroga agli autisti stranieri non certificati operativi in deroga? Quando gli anni scorsi migliaia di autisti venivano lasciati a casa in cassa e le aziende delocalizzavano? Dov’era mentre le infrastrutture crollavano? A richiedere il ponte sullo Stretto? Dov’era quando Ilva e altri cliente non pagavano o sottopagavano la committenza? Cosa ha fatto in tutti questi anni, all’atto pratico, concreto dato che ci trasciniamo gli stessi problemi e discorsi da anni? Purtroppo ha ragione Michele, ma la verita’ fa male e mai nella vita ho conosciuto un dirigente o politico che ammetta le proprie lacune e i propri errori. Sempre colpa degli altri, del periodo, ecc.ecc. Andate avanti a mendicar aiuti e incentivi, così Stato e committenti ci terranno sempre sotto ricatto. E questo fa comodo a troppi.

  4. Forse Michele dimentica che se ha ricevuto per anni i i rimborsi sulle accise per i carburanti per il settore dell’autotrasporto è merito di quelle associazioni che hanno saputo garantirgli questi aiuti di Stato per mantenere concorrenziale l’offerta dell’autotrasporto italiano ….. Chi è andato a Roma ai tavoli per difendere questi aiuti? Forse Michele?

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