Negozi senza merci? “La politica non s’azzardi a scaricare i propri errori sull’autotrasporto”

Gli elettori disertano sempre più in massa i seggi elettorali, delusi da una classe politica che in moltissimi ormai considerano (nel migliore dei casi) solo un inutile fardello  economico, diventato per di più insostenibile per “normali cittadini” che sgobbano da mattina a sera e che hanno dovuto affrontare  una crisi economica infinita i cui effetti sono stati  ingigantiti dalla pandemia? Sono milioni  gli italiani che sono “fuggiti ” da questa politica (come confermano le ultime elezioni amministrative con città che hanno visto meno della metà degli elettori votare), ma  sono moltissimi anche quelli che, anche avendo votato,  non si stupiscono affatto di questa “fuga”:  fra loro, probabilmente ci sono moltissimi autotrasportatori, categoria particolarmente colpita (e in qualche caso affondata) dagli errori della politica. Probabilmente  non si stupisce di questa “sfiducia di massa” data alla classe politica neppure Sergio Piardi, presidente della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Brescia che la propria delusione, e  forse perfino rabbia, di fronte a una politica che non solo non sa fare ma rifiuta perfino di ascoltare chi invece sa e gli offre consigli per riparare agli sbagli, non è più riuscito a trattenerla. E ha deciso di  metterla nero su bianco, in una lettera aperta, inviata anche alla redazione di stradafacendo.tgcom24.it. Riflessioni fatte da  chi ogni giorno, da decenni,  lavora, e dunque sa come “funziona” un determinato settore, una determinata attività; che sa cosa occorre e cosa non occorre invece fare perché il lavoro possa procedere senza intoppi; e che soprattutto non accetta in alcun modo  che una “politica” alla quale gli errori sono stati spiegati più e più volte, non ascolti, non capisca, non intervenga correggendosi. Quasi volesse fornire una conferma in più di quello che in molti pensano: che “questa politica” non serva a nulla, se non a frenare il Paese, a produrre voragini nei conti pubblici. Una politica da cui prendere le distanze, magari proprio non andando ai seggi, come stanno facendo sempre più italiani che vedono invece chiaramente gli errori commessi da chi guida il Paese. A partire da quelli che stanno colpendo duramente  l’autotrasporto, fra “necessità di rispettare le regole” e “regole che però non funzionano e non vengono corrette”; fra ”l’assurdità dell’obbligo per i camionisti italiani di guidare solo se muniti di green pass e la libertà per i concorrenti stranieri di viaggiare senza (magari “importando” nuovi virus da altri Paesi oltre confine dove il contagio si sta diffondendo in modo preocupante). Una situazione che  appare inconcepibile, inaccettabile. A Sergio Piardi come a decine, centinaia di migliaia di operatori del settore. “Siamo al paradosso: le imprese di autotrasporto sono per il rispetto delle regole, ma allo stato attuale quelle stesse regole non ci mettono nelle condizioni di operare”, esordisce nella sua lettera, partendo subito all’attacco, Sergio Piardi, puntando i riflettori sulla “ mancanza di linee guida chiare da parte delle Istituzioni”. Una mancanza di chiarezza sulle direttive che, afferma, “ il Governo ha emanato e che il mondo dell’autotrasporto ha analizzato con attenzione, mettendo in evidenza le anomalie che secondo noi avrebbero messo a rischio le imprese di trasporto e logistica italiane, ma purtroppo senza che siano stati operati i giusti correttivi. Anzi, sono state avvantaggiate le imprese straniere, i cui autisti possono effettuare le operazioni di carico-scarico anche senza il Green pass, cosa che è vietata per gli autisti delle imprese italiane”. Con conseguenze pesantissime per le imprese che si occupano di logistica e trasporto:“Se non si troveranno soluzioni condivise sul Green pass, presto gli scaffali dei supermercati potrebbero restare vuoti e le imprese non avranno più materie prime e semilavorati”, prosegue Sergio Piardi, lanciando un avvertimento ben preciso: “nessuno si azzardi a scaricare le colpe addosso agli autotrasportatori che  si sono sempre prodigati per garantire la circolazione delle merci, attività che purtroppo oggi non dipende da noi, perché, purtroppo siamo completamente impotenti, proprio con la campagna natalizia degli acquisti alle porte”. Una categoria resa impotente dalle scelte di una classe politica che sembra non riuscire a capire, per esempio, che “il controllo dei Green pass, già impegnativo per amministrativi e magazzinieri, diventa pressoché impossibile per il personale viaggiante che”, conclude il leader degli autotrasportatori bresciani, “deve essere raggiunto e tamponato a orari e luoghi improbabili. Così si ottiene l’unico risultato di mettere i datori di lavoro in una condizione conflittuale con gli autisti che tutti i giorni salgono in cabina e chiedono solo di fare il loro lavoro”. L’ultima annotazione riguarda il costo dei tamponi per coloro che non sono vaccinati, o che hanno fatto un vaccino che in Italia non è riconosciuto, come lo Sputnik. “Costi che alla fine pagheranno gli imprenditori perché con la penuria di autisti che c’è non è certo possibile permettersi che quelli che ci sono, spesso rumeni o serbi, stiano a casa, o peggio ancora decidano di andare a lavorare in un’azienda estera”. Considerazioni difficili, se non impossibili, da non condividere. E che portano automaticamente a un’altra riflessione: se la gente diserta sempre più in massa i seggi elettorali, non sarà perché non solo non crede più in una classe politica che considera d’incapaci e che non ha più nessuna voglia di continuare a mantenere con il proprio sudore?

3 risposte a “Negozi senza merci? “La politica non s’azzardi a scaricare i propri errori sull’autotrasporto”

  1. Il problema siete voi, non il governo. Siete voi perche’ per anni e per l’ennesima volta, con la scusa della responsabilita’ e di una crescita non percepita, non date disposizioni alle aziende di fermarsi. Caro governo, o entro il trenta ottobre si torna al protocollo e lavoriamo tutti, blocchi il caro gasolio e blocchi le tariffe di autostrade infattibili o noi il cinque novembre ci fermiamo. Un giorno. La settimana dopo, due giorni. Invece voi fate parole, non fatti. Siamo l’unico paese col green pass sul lavoro, e quei paesi che lo hanno non hannl incluso i lavori senza contatto con le persone. La anticipo, facile parlare. Lo so, ma seriamente in queste condizioni quanto potranno andare avanti i vostri associati?

  2. E quando la politica “s’azzarderà” (perché , stia sicuro, signor Piardi, che lo farà, perché loro si chiameranno fuori da ogni responsabilità e sarete voi ad aver lasciato l’Italia nella cacca fino al collo) cosa farete? Io credo che lei, signor Piardi, sia perfettamente consapevole che avete lasciato – e intendo con questo avete rivolgermi a lei sia come come operatore del settore sia come rappresentante di un’associazione di cui ho sempre avuto, fino a non molto tempo fa, stima e fiducia – che chi svolge questa professione venisse considerato come l’ultimo “barbone” a cui fare la carità: crede che arrivati a questo punto sia sufficiente proseguire sulla strada delle “denunce” scritte? Non crede che sia arrivata l’ora di tirare una riga da cui ripartire, an che a costo di trovare il coraggio per cancellare decenni di attività associativa che oggi, alla luce dei fatti, appare, almeno sotto alcuni aspetti, sbagliata e controproducente (con trattative per assicurarci magari un rimborso delle accise quando invece avremmo dovuto batterci per far sì che il sistema autotrasporto fosse messo in condizioni di essere concorrenziale senza “aiuti” da parte della Politica, mettendoci per di più nella condizione di doverci perfino sentire grati e riconoscenti a questa politica per queste “regalie”?) per pianificare invece una strategia completamemte diversa, ricostruendo il “valore” della professione di autotrasportatore in un Paese che credo faccia viaggiare ancora il 60 o 70 per cento delle merci su gomma? Tornando a far diventare “appetibile” questo lavoro per migliaia di giovani? Signor Piardm non la conosco ma amici bresciani mi garantiscono che lei è una persona seria e capace. Confido in lei perchè qualche rappresentante della categoria abbia finalmente il coraggio di dare segnali diversi da quelli dati finora…. La situazione è fin troppo drammaticamente chiara sotto gli occhi di chiunque “voglia” vederla per non capire che dobbbiamo cambiare strad. Perdoni lo sfogo. Buon lavoro.

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