Carichi fissati male sui camion: la polizia va a scuola per scoprire chi trasporta un pericolo

“In materia di sicurezza delle merci caricate sui camion l’Italia ha davvero molta strada ancora da percorrere e un sacco di tempo perso da recuperare: e questo perché nonostante  il pericolo sia più che serio, considerato che nel nostro Paese un incidente su quattro che vede coinvolti mezzi pesanti è causato proprio dal carico fissato male, per decenni è stato colpevolmente sottovalutato, dimenticato. Almeno fino al 2018 quando anche l’Italia ha finalmente introdotto una legge che regola la messa in sicurezza delle merci trasportate, con mezzo secolo abbondante di ritardo rispetto a quanto avvenuto in altri Stati,  con l’Inghilterra che aveva già provveduto a emanare una norma  nel 1968 , seguita nel 1979 dalla Germania e un anno dopo da Svizzera e Austria. Un ritardo spaventoso quanto inconcepibile quello accumulato dall’Italia e non è certo un caso se oggi siamo ancora all’ultimo posto in Europa fra le nazioni che assicurano sicurezza sulle strade provvedendo a un fissaggio adeguato dei carichi”. Un ritardo nel “viaggio verso la sicurezza su strade e autostrade” che Alberto Baldini, segretario dell’Atc Fai (l’associazione trasportatori cremonesi che si è unita alla Federazione autotrasportatori italiani) e docente in materia di Cqc, cronotachigrafo e fissaggio del carico appunto, ha deciso di contribuire a colmare tenendo corsi in diverse aree del nord Italia per insegnare quella “cultura della sicurezza dei carichi di cui purtroppo in molti ancora non hanno compreso l’importanza”. Corsi che Alberto Baldini, che è anche istruttore di guida e insegnante di teoria, negli ultimi tre anni ha tenuto in numerose aziende di autotrasporto, in particolare in Lombardia, nelle province di Cremona, Bergamo, Brescia, e in Emilia Romagna, “con una partenza, all’inizio,in sordina”, commenta, “ma con una sensibilità sul tema che è rapidamente aumentata fino a raggiungere, oggi, una media di oltre 60 corsi l’anno”. Corsi della durata di 7 ore, concentrate nella stessa giornata, che Alberto Baldini, autore anche di un apprezzatissimo “Prontuario sul fissaggio del carico”, ha tenuto soprattutto nelle aziende ma anche davanti a platee di forze dell’ordine: carabinieri, vigili e, soprattutto, agenti della polizia stradale. Come accaduto lunedì 25 ottobre a Bergamo dove 19 agenti si sono accomodati in una delle nuove a accoglienti sale corsi della Fai di Bergamo, messa a disposizione proprio per l’evento, per ascoltare i preziosi “consigli” su come controllare che i carichi sui camion siano ben ancorati. Una “lezione”, questa volta riassunta in 4 ore, durante la quale Alberto Baldini ha spiegato come verificare in pochissimo tempo se una fune o una catena è stata posizionata e fissata correttamente, rispettando le norme; se la stessa cosa è avvenuta con l’uso di materiale antiscivolamento, con tappetini speciali, con coefficiente d’attrito certificato, capaci d’impedire che un carico di merci si sposti in avanti o all’indietro durante una frenata o un’accelerata,o  lateralmente percorrendo una curva. Segreti subito fatti propri dai 19 alunni in divisa che d’ora in poi saranno in grado di scoprire più facilmente chi sul fissaggio del carico ha chiuso un occhio, o magari entrambi. Causando incidenti, in molti casi gravi. Un passo in avanti in più sul cammino della sicurezza stradale che può aumentare solo aumentando il numero “ancora troppo basso e fatto un po’ troppo a macchia di leopardo nelle varie ragioni e province”, ma anche la qualità dei controlli.

11 risposte a “Carichi fissati male sui camion: la polizia va a scuola per scoprire chi trasporta un pericolo

  1. In Germania se lo assicuri il carico come si deve non esci. Punto. Ma forse in Germania ci sono imprese molto più serie che in Italia?

  2. Legare il carico dovrebbero insegnarlo nelle scola guida o fare dei corsi agli autisti non ai poliziotti perché quando intervengono loro il danno è fatto . Cosa devono fare fermare tutti i camion che viaggiano x prevenire ? Che Italia da che gente che siamo governati ogni legge x fare cassa

  3. Una volta un vecchio camionista, di quelli che avevano fatto la quinta elementare ma che avevano imparato molto alla scuola della strada, mi ha detto che il mondo dell’autotrasporto non cambierà mai (e che continuerà a essere trattato, meritandoselo, come sta accadendo sempre più negli ultimi anni, come una mandria di bestie ignoranti da prendere a calci nel sedere) finché non verrà costruita una cultura dell’autotrasporto. Oggi mi capita di navigare un po’ sui social e mi ritrovo la notizia di un corso di sicurezza per il fissaggio delle merci sui tir fatto, su un’iziativa di un’associazione di categoria, a una ventina di poliziotti e di leggere, poco sotto, il commento di un camionista (suppongo) che attacca “l”associazione che dovrebbe rappresentare gli autotrasportatori bergamaschi “ e che in vece “fa scuola alle forze dell’ordine che poi multeranno gli autisti”, concludendo che “ C’è qualcosa che non va qua ragazzi !!” E infatti qualcosa non va, ma nella testa del commentatore. Insegnare a dei poliziotti a “fermare” chi gira con i carichi che si spostano da tutte le parti, causando poi incidenti e magari ammazzando qualcuno, significa contribuire per ripulire la piazza dai poveri “deficenti” (in quanto “mancanti” di cultura) che non capiscono l’importanza della sicurezza, lasciando il circolazione in un futuro (speriamo piùprossimo possibile) solo le imprese più professionali. Solo aprendo la strada alla cultura della sicurezza e sbarrandola a quelli che invece non legano, non fissano, perché così si risparmia tempo, perché così si fanno più viaggi e guadagna di più, perché non hanno il coraggio di dire al datore di lavoro o al committente che “va fatto e basta” (denunciandolo se impone di non farlo) si smentirà quanto pensava quel vecchio autotrasportatore, da poco scomparso. Che aveva ancora una volta ragione quando diceva: qualche collega si è accorto dell’importanza della sicurezza solo quando a rimetterci la pelle è stato un suo caro, un amico. “. Peccato che fosse troppo tardi…..

  4. Certo che la categoria dei camionisti non perde occasione per farsi “riconoscere”. Vado su una pagina social e trovo il commento di un autista che critica le associazioni che fanno i corsi per la polizia “insegnando” ai poliziotti a multare i “poveri autisti” piuttosto che pensando a “tutelare” la categoria. Il problema è solo uno: se non ci fossero moltissimi imbecilli e delinquenti, perché di questo si tratta, che non fissano adeguatamente le merci non sarebbe necessario avere chi li va a cercare e fermare per strada per controllarli…. Vivremmo tutti più sicuri e contenti…

  5. C’è perfino uno che ha accusato la categoria di essere di m…. perchè “subbiamo come gli schiavi” e “perché non fanno i corsi per fermare gli sbarchi….”. Di fronte a commenti del genere cosa si può dire se non c he occorre, immediatamente, una legge che impedisca a chiunque di avere libero accesso alla rete per scrivere senza un “filtro”….

  6. Fra i tanti commenti idioti che fanno bella mostra in rete ce ne sono fortunatamente di intelligenti (a conferma che, anche per la presunta ignoranza e a volta idiozia della categoria non si può fare di un’erba un fascio….). Ho letto un commento di Franco, camionista che confessa con grande onestà di essersi ritrovato a legare poco (anche se, “ aggiunge, “sempre più di tanti colleghi) e invita la categoria a “essere sincera, ammettendo che tutti i giorni, ci sono camion che scaricano le merci per strada” e camionisti che devono “ fare zig zag in autostrada per schivare materiale disperso” per concludere invitando tutti i colleghi a “darsi una regolata che forse ci vuole “ e a pensare “che su strada girano anche le nostre famiglie”. E’ di questi camionisti che il Paese ha bisogno, non di quelli che lasciano commenti che da soli bastano a ottenere la patente di povero idiota…..

  7. Vorrei rispondere a Roberto e a Antonio nel merito del costo del corso e di chi l’ha pagato. Il docente, che ha già più volte formato diversi comandi della Stradale del nord Italia, si è reso disponibile gratuitamente, e la FAI di Bergamo ha concesso l’uso dell’aula. Per cui fessi non ce ne sono, visto che nessuno ha pagato alcunché. E ricordo che la FAI da sempre promuove la legalità e la sicurezza

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