L’acquisto della nuova auto? Può attendere. Sperando in più sconti e incentivi

L’acquisto della nuova auto può attendere. Lo conferma l’indagine “Cambiare l’auto oggi, che confusione”, condotta da Areté (azienda leader nella consulenza strategica), su un campione di oltre 500 intervistati di cui solo il 12 per cento si sono in fatti detti intenzionati a farlo già nei prossimi mesi, disorientati in particolare dai continui stop&go degli incentivi degli ultimi mesi e convinti che bonus previsti non siano ancora sufficienti ((oltre che “poco chiari” considerato che il funzionamento non è stato ancora pienamente compreso da 4 italiani su 10) per spingere in modo significativo gli acquisti verso la svolta elettrica. Una soluzione, quest’ultima, che è comunque nei progetti di molti automobilisti, con le vetture ibride che nelle intenzioni di acquisto raggiungono il 50 per cento delle preferenze da parte di quanti si dicono predisposti a cambiare l’auto, nonostante la crisi economica che ha contribuito a far cambiare idea a moltissimi, spingendoli a tenersi stretta la vecchia vettura, anche se magari su con gli anni e un po’ acciaccata.Scendendo nei dettagli dall’indagine è emerso che quasi il 40 per cento degli intervistati potrebbe penserà a una possibile sostituzione entro i prossimi 12 mesi mentre quasi il 50 per cento ha invece rimandato tutto probabilmente al 2023. A far cambiare idea a molti (addirittura il 71 per cento) potrebbero però intervenire particolari sconti (anche sotto forma di maggiori incentivi) che dovrebbero risultare però particolarmente appetibili considerato il gap economico che spesso separa il budget a disposizione degli acquirenti dal più elevato valore economico medio di un’autovettura nuova. Sul fronte delle alimentazioni, la “spingere” le vetture elettrificate (con 5 italiani su 10 che si dicono pronti a scegliere un’ibrida, mentre il 20 per cento intende valutare l’opzione elettrico e la restante parte preferisce continuare ad affidarsi al motore a benzina o gasolio) sono motivazioni ambientali (il 30 per cento ha dichiarato di volerlo fare per non inquinare), ma soprattutto economiche, con il 60 per cento del campione che afferma di volerlo fare per un risparmio (soprattutto legato ai minori costi di carburante e manutenzione). “I nostri dati”, ha sottolinea to Massimo Ghenzer, presidente di Areté, “confermano il forte interesse degli italiani per le alimentazioni alternative a basso impatto ambientale, ibride in primis. Dal mercato emergono alcune chiare richieste per accelerare la transizione verso l’affermazione di un modello di e-mobility. Serve maggiore chiarezza sugli incentivi: le politiche di continui stop&go da parte del Governo stanno disorientando gli automobilisti interessati all’acquisto di queste vetture. Serve poi ancora maggiore chiarezza da parte delle case automobilistiche nell’evidenziare al cliente le concrete differenze, tecnologiche e nell’esperienza di guida, tra le diverse motorizzazioni elettriche ed ibride”.

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