Dobbiamo davvero prepararci a non trovare più merci sugli scaffali o benzina ai distributori?

Dal 15 ottobre c’è il rischio che moltissimi italiani entrando nei negozi o nei supermercati possano ritrovarsi di fronte scaffali vuoti, senza prodotti da poter acquistare, che moltissimi automobilisti possano presentarsi in una stazione di servizio per fare il pieno di carburante e scoprire che le pompe sono “asciutte”. Ma anche che molti operai o artigiani, entrati in fabbrica o in laboratorio, scoprano che non ci sono materie da lavorare. E’ uno scenario decisamente cupo quello prospettato dai responsabili della Fiap in vista dell’entrata in vigore del Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori privati, compresi i camionisti, provvedimento che, ha dichiarato Alessandro Peron, segretario generale dell’associazione di categoria, “ancora una volta testimonia come la politica non abbia piena consapevolezza né del ruolo chiave che il trasporto e la logistica rivestono per l’economia, né delle criticità che già affliggono il comparto. Pur non entrando nel merito del significato e della validità del documento, da alcune settimane la Fiap sta cercando di far comprendere, alla politica e al Governo, gli effetti fortemente negativi che l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutti i lavoratori avrà per l’autotrasporto”, ha proseguito Alessandro Peron. “Nell’autotrasporto, che in Italia muove circa il 90 per cento della merce garantendo gli approvvigionamenti di materie prime e beni utili alla vita di tutti i giorni, viene impiegato per la maggior parte personale viaggiante straniero. Molti di questi autisti sono sprovvisti di green pass. Non necessariamente per una scelta personale di non vaccinarsi, ma perché non tutti i Paesi esteri hanno adottato lo stesso provvedimento o “atteggiamento” rispetto a tale soluzione, oppure perché la vaccinazione effettuata nel Paese di origine non è riconosciuta. La situazione è dunque critica e rischia di avere un impatto devastante sul settore, già gravato da una allarmante carenza di autisti (si stima ne manchino circa 20/30 mila) di cui si discute da tempo. Dai dati raccolti dalle imprese operanti nel settore e da diversi produttori/committenti,” ha aggiunto ancora il segretario nazionale della Fiap, “si stimano inefficienze e una possibile riduzione della capacità di consegna sino al 50 per cento, derivanti dalla necessità per le imprese di dover effettuare i controlli, e/o per gli autisti privi di green pass di doversi sottoporre ai tamponi (al momento peraltro difficili da prenotare). Questo significa che potrebbero venire a mancare prodotti di consumo essenziali, ad esempio quelli alimentari e farmaceutici, ma anche carburanti e materie prime, necessarie al funzionamento della maggior parte delle industrie italiane. Uno scenario a cui il Governo e le forze politiche non potranno sottrarsi. Il problema del green pass avrà di certo un impatto sulle imprese di trasporto e logistica creando gravi danni economici, tuttavia gli effetti negativi di questa situazione ricadranno soprattutto sulla collettività e sulle industrie, con importanti ripercussioni sull’intera economia, già messa a dura prova dalla pandemia. Non vorremmo infine”, ha concluso Alessandro Peron, “che questa situazione contribuisse a creare una concorrenza sleale tra operatori/industrie che sceglieranno di operare nel rispetto della legge e altri soggetti che, invece, gestiranno i controlli in maniera più “accomodante”, L’augurio finale è che “ci sia una presa di coscienza della reale portata del problema e che il Governo accolga la richiesta diesonerare dal controllo del green pass gli operatori dell’autotrasporto impiegati nelle attività di carico e scarico. Le imprese di autotrasporto rischiano importanti dissesti finanziari a causa dei maggiori costi organizzativi e della sospensione costretta dei servizi per mancanza di manodopera; tuttavia, se non si pone rimedio a questa situazione critica, è l’intero Paese a rischiare l’impasse”.

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