Istituti tecnici superiori: passa dalle loro aule la strada per costruire i lavoratori che mancano

L’Italia ogni anno ha solo 15mila studenti che escono dalle scuole specializzate mentre la Germania ne conta 750mila: la strada da seguire per far si che le imprese nazionali possano trovare le figure professionali di cui da tempo lamentano la carenza, primi fra tutti autisti e operatori logistici ma anche macchinisti, marittimi ed elettricisti, deve passare obbligatoriamente attraverso gli istituti tecnici superiori. A ribadire la necessità, sempre più vitale, di formare sui banchi di scuola giovani qualificati da inserire nel mondo del lavoro è stato Guido Grimaldi, presidente di Alis, in occasione del Consiglio direttivo dell’Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, realtà associativa di riferimento del popolo del trasporto e della logistica. , il primo organizzato sia in presenza sia in modalità videoconferenza dopo la tappa di Sorrento del roadshow associativo “Trasporti Logistica Sostenibilità. Green e blue economy per la ripartenza” evento che ha posto al centro del dibattito la green e la blue economy come motori per la ripartenza del Sistema Paese. “Il Consiglio è stato l’occasione per affrontare insieme con i nostri soci importanti tematiche legate principalmente alla formazione giovanile, alla stabilità occupazionale e al rilancio del sistema economico nazionale”, ha spiegato Guido Grimaldi, “confermando l’intenzione di Alis di continuare a creare e a salvaguardare quelli che amo definire i campioni nazionali, che possono e devono giocare una grande partita per la ripresa e la continuità socio-economica del nostro Paese. Ed è proprio per valorizzare le eccellenze imprenditoriali e i tanti esempi virtuosi del nostro settore del trasporto e della logistica che oggi è più che mai fondamentale proseguire il lavoro sinergico con le Iitituzioni per incentivare la formazione giovanile e per contribuire quindi a risolvere il grande problema della carenza di figure tecnico-professionali sempre più qualificate e a favorire così l’occupazione. La nostra associazione, che annovera tra gli obiettivi programmatici proprio la formazione e la crescita occupazionale, propone di favorire il ricorso agli Istituti tecnici superiori, promuovendo incentivi e nuovi corsi professionalizzanti al fine non solo di formare nuove figure ma anche di attrarle verso un settore che offre sempre più opportunità di lavoro concrete e remunerative. Il continuo confronto che portiamo avanti all’interno del nostro cluster tra tutti gli stakeholders associati è più che costruttivo”, ha concluso il presidente di Alis, “perché avviene tra soggetti accomunati da valori concreti che investono e credono nell’innovazione e nelle nuove tecnologie a supporto dello sviluppo sostenibile, della competitività delle nostre imprese nei mercati internazionali e della crescita dell’intermodalità. Proprio per questo abbiamo approvato in consiglio all’unanimità l’istituzione di una nuova Commissione tecnica di Alis, denominata “Interporti e hub logistici strategici”, che contribuirà a presentare specifiche proposte e a offrire maggiori opportunità al settore e che sarà presieduta dal socio consigliere Giancarlo Cangiano, vicepresidente dell’Interporto Sud Europa che potrà contare sulla collaborazione dei presidenti delle altre commissioni tecniche: Matteo Arcese (affari europei), Dario Bocchetti (ambiente ed energy saving), Mario Di Martino (formazione), Francesco Casilli (innovazione e nuove tecnologie), Alessandro Valenti (intermodalità ferroviaria), Domenico De Rosa (intermodalità marittima e Autostrade del mare), Salvatore Cozza (porti e infrastrutture), Gianandrea Ferrajoli (ricerca, sviluppo e start up), Michele Savani (risorse umane), Luigi Nicosia (trasporto a temperatura controllata), Luigi D’Auria (trasporto internazionale), Marco Corti (trasporto liquidi alimentari e non) e Giorgio Fiorini (trasporto merci pericolose, rifiuti e trasporti eccezionali)”. Un programma di lavoro che riteniamo sia pienamente in linea con quella transizione non solo digitale ed ecologica, ma anche culturale di cui il Paese ha bisogno”.

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