Un attentato alla ripartenza economica del Paese. Alis stronca il fermo dei trasporti in Liguria

“Un attentato alla ripartenza economica del Paese”. Non ha certo usato mezze parole Marcello Di Caterina, vicepresidente di Alis, per definire la decisione di alcune associazioni di categoria di indire uno sciopero dell’autotrasporto nei porti e nelle piattaforme logistiche della Liguria, dal 15 al 19 per protestare contro gli insostenibili disagi nella viabilità che da tempo ormai si registrano nella regione (cliccate qui per approfondire). “I disagi e la necessità di maggiori ristori per l’intero comparto del trasporto e per l’autotrasporto in particolare sono evidenti e necessari, ma un blocco del settore in questa fase è un vero attentato”, ha affermato il responsabile di Alis. “Evidentemente c’è qualcuno che non intende fare gli interessi del settore e del Paese in una fase socio-economica così delicata. Come Alis ci dissociamo completamente da questo blocco, che riteniamo essere inopportuno e un vero e proprio attentato alla ripartenza, proprio in un momento storico in cui il tessuto imprenditoriale e l’intero sistema produttivo nazionale hanno assolutamente bisogno di lavorare e riprendere le proprie attività”. Marcello Di Caterina si è detto “ben consapevole dei forti disagi e rallentamenti causati dai continui cantieri autostradali in Liguria all’intero comparto del trasporto, e all’autotrasporto in particolare”, affermando che Alis ritiene che “vadano assolutamente risolti in tempi certi e rapidi, garantendo allo stesso tempo misure concrete di indennizzo per i danni subiti dalle aziende di autotrasporto”, ma ha subito aggiunto che non è però possibile “sottovalutare gli enormi danni che la paralisi di scali così importanti, come appunto quelli liguri, causerebbe tanto al trasporto merci, con le ulteriori conseguenze derivanti dalla mancanza di approvvigionamento di beni e merci di prima necessità (tra cui anche prodotti alimentari e farmaceutici), quanto al trasporto passeggeri, considerando anche il flusso di utenti da e verso le Isole. I danni”, ha inoltre affermato il vicepresidente di Alis, “sarebbero quindi enormi e pericolosi per l’intera economia nazionale, per le aziende di trasporto che non si sono mai fermate durante tutta l’emergenza nonché per un settore strategico, come quello del turismo, che aspettava da tempo segnali di ripresa e che non può permettersi ora di interrompere collegamenti e servizi connessi. Esprimiamo pertanto ferma contrarietà nei confronti di azioni di questo tipo, equiparabili a un’interruzione di servizio pubblico, perché siamo profondamente convinti che i problemi reali del settore e dell’intero Paese non possano essere risolti con minacce e blocchi, ma vadano invece affrontati con un serio confronto e con il dialogo istituzionale, specialmente in questa fase in cui il Governo stesso è impegnato nella progettazione e nella destinazione, anche in termini di sostegno alle aziende di trasporto e di ammodernamento ed efficientamento delle infrastrutture, delle risorse del Pnrr. Facciamo quindi appello al senso di responsabilità degli autotrasportatori, nonché al Governo, alle Autorità regionali e locali e alle forze dell’ordine affinché si faccia il possibile per impedire un simile scellerato sciopero e i conseguenti danni per il comparto”.

4 risposte a “Un attentato alla ripartenza economica del Paese. Alis stronca il fermo dei trasporti in Liguria

  1. Appartengo a un’altra associazione, ma sono assolutamente d’accordo con Alis (che peraltro non conoscevo). Spero che anche altre federazioni seguano l’esempio del signor Di Caterina.

  2. Vai a fare il serio confronto e il dialogo istituzionale al casello, ad un camionista che tutti i giorni si alza alle quattro e per fare un viaggio che ci vuole un giorno ce ne mette due, senza servizi, con la “tagliola” del cronotachigrafo e le continue pressioni di mittenti e destinatari. Tutti questi che ora parlano di essere contrari ai blocchi, di capire il disagio ma non capire i blocchi dove erano quando i problemi si potevano risolvere?! Se si arriva al blocco e’ proprio perche’ la gente non viene ascoltata. Istituzioni, associazioni di categoria e gestori vari o vi date una svegliata o non potete sempre pretendere in nome del buon senso, del mercato o della necessita’.

  3. Egregio signor Di Caterina, leggo l’articolo in cui lei definisce il fermo in Liguria un “attentato” alla ripartenza economica del Paese. Premesso che un attento uso delle parole sarebbe sempre auspicabile (anche se capisco che con questi termini si guadagna il titolo in prima pagina e visibilità per la propria associazione….) non pensa che negli ultimi anni siano stati compiuti decine di “attentati” contro la categoria dei trasportatori da parte di chi, Governo in primis ma anche le stesse associazioni, non ha saputo difendere la dignità di questa professione una volta “bellissima”? Chi ha permesso che si arrivasse a questo, con stipendi inadeguati, ore di lavoro massacranti, “colleghi” che arrivano dall’Est e ci rubano il lavoro solo perché la politica li lascia fare, senza fare nessun controllo, spalancando le porte alla concorrenza sleale. E ci sarebbe ancora molto altro da dire, ma mi fermo qui per la sola ragione che mi sono arreso. Io in questo paese non credo più. Associazioni di categoria comprese….

    • Quando un settore importante come i trasporti, si trova in queste condizioni, le cause sono molteplici e hanno molti padri, in primo piano la mancanza assoluta di controlli. Il settore ha molti milioni di contributi ed agevolazioni, ma fatta la legge, trovato l’inganno e la concorrenza sleale prospera, tutti vorrebbero maggiori controlli , ma per gli altri…

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