La rabbia e l’orgoglio del trasportatore: “Noi curiamo l’inquinamento, la politica non ci segue”

Deluso, incredulo, arrabbiato, a dispetto di una personalità, invece di norma, dinamica e perfino audace. Sono tutti negativi gli aggettivi che vengono in mente a Stefano Quarti, giovane amministratore delegato della Gi.Ma.Trans, l’azienda di trasporti di famiglia con sede a Pozzo d’Adda, al confine fra la provincia di Bergamo e quella di Milano, per definire il proprio stato d’animo nei confronti della “politica che non fa”, di chi “nonostante la necessità d’intervenire sia evidente, sotto gli occhi di tutti, non lo fa lasciando che le cose continuino così come sono. Anche quando questo significa creare le condizioni perché la situazione possa solo peggiorare. Magari inquinando l’aria (già gravemente ammalata) delle città, nonostante i tantissimi proclami di cui tanti esponenti della classe politica si riempiono la bocca, in una battaglia in cui si dichiarano paladini ma senza mai impugnare realmente un’arma, senza scendere davvero sul campo di battaglia”. Ma nonostante questo Stefano Quarti ha deciso di non “arrendersi”, di non rinunciare a impegnarsi in prima persona per un futuro diverso. E così, a distanza di un anno e mezzo dalla prima “battaglia” combattuta, dalla prima “segnalazione” rimasta inascoltata, è tornato a denunciare “un problema irrisolto e che invece deve trovare una soluzione”: quello dei “moltissimi sistemi di refrigerazione con motore diesel a elevate emissioni inquinanti che continuavano e continuano purtroppo a viaggiare nelle città, magari montati, paradossalmente, su camion di ultima generazione, capaci di ridurre le emissioni, creando una fonte “assurda” d’inquinamento”. Una nuova denuncia per impedire che “le cose passino sotto silenzio, come troppo spesso accade in questo Paese, nel disinteresse generale” e, allo stesso tempo, per ribadire, come già fatto nell’agosto 2019 insieme con il papà Mario, che una soluzione al problema esiste già. Progettata, realizzata, montata sui propri mezzi pesanti. Cosa che, afferma oggi l’amministratore delegato della Gi.Ma.Trans,”rende ancora più assurdo il fatto che ci si debba ritrovare oggi a constatare come nulla sia cambiato e come i motori altamente inquinanti dei sistemi di refrigerazione, e stiamo parlando di Euro 1 quando i camion in circolazione sono arrivati alla classe Euro 6, continuino a circolare. Che senso ha acquistare dei camion alimentati a metano per inquinare il meno possibile l’ambiente e poi dover montare un sistema di refrigerazione con motore diesel a elevate emissioni inquinanti? Nessuno”, afferma Stefano Quarti, ripetendo, parola per parola, quanto denunciato, un anno e mezzo prima, nella stessa sala riunioni di allora (con la novità di avere, questa volta, come “testimone in più” la direttrice della Fai, federazione autotrasportatori italiani di Bergamo, Maura Baraldi) nella speranza di “fornire il proprio contributo a cambiare le cose per ripulire un po’ l’aria. Con i fatti, non solo a parole. Gli stessi fatti realizzati un anno e mezzo fa dai titolari dell’azienda di Pozzo d’Adda, che si occupa del trasporto di prodotti alimentari freschi (e dunque da conservare a temperatura controllata) per la grande distribuzione, facendo progettare e realizzare (collaborando direttamente in ogni fase) una soluzione che permettesse di raffreddare anche l’interno dei rimorchi non più bruciando gasolio ma utilizzando energia elettrica prodotta dai tir stessi. Per avere “camion completamente puliti e non green solo a metà”. Una soluzione trovata andando a Parigi e incontrando i responsabili di Termoking, colosso mondiale quando si parla di gestione delle temperature. “Un progetto per impedire di riversare altri veleni nell’aria nel quale abbiamo investito, non solo a parole, verso innovazione e sostenibilità con un progetto, chiamato Green Truck che ha permesso di “unire” Lng e Hybrid garantendo un trasporto refrigerato 100 per cento ecosostenibile”, sottolinea Stefano Quarti, “un progetto la cui realizzazione, è stata interamente a carico nostro e questo testimonia quanto la nostra azienda creda in uno sforzo comune per una vittoria di tutti contro l’inquinamento, difendendo la salute i milioni di italiani. Non ci siamo mai aspettati i nessun incentivo ne riconoscimento, ma almeno che l’esempio portato da un privato venisse seguito dal pubblico, questo sì”. Un esempio indicato anche attraverso “l’allestimento dei camion con una particolare livrea, per dare maggior visibilità possibile al messaggio,“anche a chi non appartiene al nostro settore che noi trasportatori, nonostante tutte le problematiche del caso, stiamo facendo la nostra parte verso un traguardo sociale”. Un messaggio positivo, propositivo lanciato da un’azienda abituata a dimostrare con i fatti (ultimo in ordine di tempo la costruzione di una nuova sede a Cortenuova, su una superficie di 62mila metri quadrati) di credere nella crescita del Paese, in uno sviluppo sostenibile, ma che chiede anche alla politica “di fare la propria parte”. Eliminando a monte i problemi, fermando tutto quanto produce inquinamento, e non a valle, magari frenando il lavoro di moltissimi autotrasportatori con “montagne di divieti alla circolazione posti nei centri urbani delle grandi città come Milano. Mi auguro solo che questa volta i massimi esponenti della nostra categoria possano far in modo che iniziative come questa vengano accolte e si trovi un concreto metodo di incentivazione, che spinga altre aziende come la nostra a fare più strada inquinando meno”, conclude Stefano Quarti pronto a “ripartire” dalla soluzione già raccontata un anno e mezzo fa con giusto orgoglio ai giornalisti, per dimostrare che quando “si vuole si può”. Orgoglio, come quello che in un famosissimo libro di Oriana Fallaci è abbinato alla rabbia. Quella che prova Stefano Quarti, in questo caso  senza alcun orgoglio, quando è costretto ad assistere, impotente, a un problema per il quale la soluzione è già pronta ma nessuno sembra volerla utilizzare… 

Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & Immagine per stradafacendo.tgcom24.it

8 risposte a “La rabbia e l’orgoglio del trasportatore: “Noi curiamo l’inquinamento, la politica non ci segue”

  1. Questa storia è lo specchio fedele della differenza abissale che passa fra i cittadini “normali” e i cittadini diventati “politici”, con i primi che sanno e fanno , mentre i secondi non solo non sanno ma non fanno neppure, non degnandosi neppure di ascoltare i consigli di chi invece fa e sa…. come i signori di questa azienda di trasporti…. Nani e ballerine saliti al potere senza saper fare un c…..

  2. Forse ci ritroviamo questi al governo perché la gente non ne poteva più di altri “nani e ballerine? Non ho un briciolo di stima nei confronti di certi politici attuali, in particolare grillini che giustamente un presidente di federazione chiama scappati di casa, ma neppure per certi esponenti di governi precedenti. Che con nani e, soprattutto, ballerine avevano molto a che fare….

  3. Questo è più che altro uno specchio “fedele” nel quale certi politici dovrebbero guardarsi e dire a se stessi: “Vai a casa che è meglio. Per il bene del Paese…

  4. Ma i verdi, i signori di Legambiente, i milioni di seguaci della piccola greta pronta a salvare il mondo che fine hanno fatto? Dev’essere un “camionista” a scendere in campo farsi paladino della difesa dell’ambiente? Roba da pazzi….

  5. Stefano Quarti dev’essere molto giovane…. solo da giovani si può essere idealisti e pensare che la politica possa volere il bene del paese e non il proprio tornaconto…..

  6. Ho appena letto, proprio sul vostro blog, l’articolo in cui questi signori (ma anche gli altri che li hanno preceduti, perché con questi abbiamo toccato il fondo ma non è che i Salvini o simili fossero degli Alcide De Gasperi o dei Luigi Einaudi) se ne fregano anche dei guard rail ghigliottina che rischiano di decapitare milioni di motociclisti….. La verità è che questo se ne fregano e per di più non capiscono nulla, sono delle sanguisughe che ci tocca nutrire con il sangue del nostro lavoro e delle nostre tasse…. Maledetti…

    • Complimenti a Stefano Quarti ed a Gima. Trans.
      Quanto fatto da gente che vive di trasporto ma guarda al futuro, deve essere un pungolo per tutti i cittadini.
      La riduzione dell’inquinamento è un valore per tutti, e tutti, cittadini e associazioni, dobbiamo sostenere pratiche che non costano ai consumatori ma portano solo benefici.
      Così come dobbiamo contenere il consumo di suolo, ieri era la giornata mondiale , e questo non vuol dire fermare lo sviluppo, ma valutare se realizzare una autostrada di 18 km o un collegamento veloce con ridotto consumo di territorio e di denaro pubblico.

  7. L’Italia ha bisogno di questo tipo di giovani: che si mettono alla guida di un’impresa e la fanno correre; che sanno trovare soluzioni ai problemi: che hanno il coraggio, quando nessuno, a livello politico, li ascolta nonostante sia in ballo il bene di tutti, di uscire allo scoperto e di gridarlo. È’ solo così che il “semplice” cittadino, lavoratore può far capire al Paese quanto sia inadeguato chi invece guida il Paese….

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