Al lavoro in moto invece che in auto? Perché non premiare con nuovi incentivi chi lo fa?

Ci sono problemi per i quali esiste una soluzione e soluzioni che possono risolvere molti problemi. Per esempio, andare al lavoro in moto anziché in auto. Perché spostarsi su due ruote invece che su quattro per raggiungere da casa l’ufficio, la fabbrica, il laboratorio, il negozio non solo consente un risparmio in denaro, considerati i consumi di uno scooter o di una moto da strada rispetto a una vettura, ma anche di tempo, vista la facilità con cui una moto ” salta” code e ingorghi. Senza dimenticare l’aspetto posteggio: nello spazio occupato normalmente da un’auto possono trovare posto cinque, sei moto, evitando perdite di tempo cercando inutilmente un’area di sosta libera . È per tutte queste considerazioni, oltre che per “le importantissime ricadute positive sull’ambiente”, che Tony Mori, uno dei “nomi” più noti del “motociclismo tassellato” (pilota, team manager, organizzatore, dirigente dal 2000 promotore dei Campionati italiani di enduro per conto della Federazione motociclistica italiana, e dal 2010 coordinatore delle politiche istituzionali, sociali e di protezione civile), ha deciso di mettere fra le priorità del proprio programma, come candidato alle elezioni regionali in Veneto in programma il 20 e 21 settembre, proprio un “incentivo per chi, per raggiungere il posto di lavoro, utilizzerà le due ruote”. Una manovra che Tony Mori, che dal 2017 è iscritto nel Registro dei rappresentanti di interesse della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, per la cura degli interessi dei motociclisti dal punto di vista legislativo, considera una delle “ strade più facilmente praticabili per migliorare la situazione della mobilità. In Veneto, così come nel resto d’Italia. Una strada”, spiega Tony Mori, “che il Governo potrebbe “aprire” per esempio semplicemente fornendo incentivi per l’acquisto di una moto.  “Perché se il mondo politico ha ritenuto utile un contributo per i monopattini, a maggior ragione dovrebbe esserlo per un mezzo a due ruote che consenta spostamenti a più ampio raggio e soprattutto con molta più sicurezza. Magari “spingendo” in particolare le moto elettriche”.. Una “spinta all’acquisto di moto e scooter (ma anche di accessori per la sicurezza, a partire da caschi e dall’abbigliamento per poter utilizzare le due ruote anche quando il tempo non è troppo buono) attraverso aiuti economici ma anche “tagli dei costi che invece lo Stato minaccia di far crescere. Sulle moto così come sugli accessori e su qualsiasi altra merce acquistata dagli italiani”, sottolinea Tony Mori prontissimo a chiarire meglio il concetto: “Mi riferisco all’aumento delle accise sul carburante, scelta che a differenza di quanto ancora  troppi pensano, non colpisce  solo alcune categorie, prima fra tutti quella degli autotrasportatori, i cui camion sono nella stragrande maggioranza alimentati a gasolio, ma ogni singolo cittadino italiano. Perché l’aumento della tassa sul carburante per autotrasporto ha come conseguenza diretta l’aumento del costo delle merci trasportate. Che possono essere frutta e verdura, pasta o carne, vestiti o medicinali.  Oppure proprio mezzi a due ruote: moto, biciclette, monopattini.  Costi aggiuntivi pagati dal consumatore, l’ultimo anello della catena destinato troppo spesso a pagare il prezzo di scelte inadeguate”. Come quella, appunto di aumentare le accise sul gasolio, tema che Tony Mori, candidato nella lista di Fratelli d’Italia, ha già annotato nell’elenco delle “cose da fare per migliorare la mobilità e, con essa la sostenibilità. Perché fra i vantaggi dell’andare al lavoro su due ruote invece che su quattro c’è anche la difesa dell’ambiente, tagliando drasticamente l’inquinamento. È in queste direzioni che il Governo dovrebbe viaggiare per assicurare  soluzioni vere ai problemi e che non possono essere certo rappresentate solo dagli incentivi all’uso dei monopattini. Spero che il Veneto, terra dove il mondo delle due ruote garantisce migliaia di posti  di lavoro grazie alla presenza di importantissime aziende che producono accessori per le due ruote, possa indicare la strada da seguire a tutta l’Italia. Spesso mi capita di pensare ai moltissimi cartelli, esposti da centinaia di alberghi e ristoranti  con scritto Welcome Bikers, che chiunque, spostandosi sulle strade del Trentino, può vedere:  messaggi di benvenuto che  testimoniano l’importanza che gli operatori turistici riconoscono al mondo delle due ruote che complessivamente vale sette miliardi di euro del prodotto interno lordo. Oggi mi piace pensare che sarei felice in futuro di leggere in moltissimi parcheggi di aziende cartelli che diano il benvenuto ai dipendenti che scelgono di raggiungere il posto di lavoro in moto….”

Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & Immagine per stradafacendo.tgcom24.it

4 risposte a “Al lavoro in moto invece che in auto? Perché non premiare con nuovi incentivi chi lo fa?

  1. Percorro quasi 30 chilometri al giorno fra andata e ritorno per raggiungere l’azienda dove lavoro. L’idea di farlo in monopattino mi fa solo ridere (non solo per i tempi di percorrenza ma anche perché normalmente porto con me diverse cose fra cui il pranzo….) mentre su uno scooter con un bel portaoggetti sarebbe tutta un’altra cosa… E’ assurdo incentivare i monopattini e non le moto…..

  2. A me, che sono venetissimo, spiace invece di non poterla votare (pur concordando in toto con quanto ha detto e facendole, per questo, i complimenti) per il partito con il quale ha scelto di schierarsi… Mi avvisi nel caso “cambiasse bandiera”…

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