La committenza accorcia i costi e allunga i pagamenti. E l’autotrasporto lavora in perdita

La crisi economica provocata dalla pandemia di Coronaviris e dal Locdown che ne è seguito ha colpito alcuni settori più di altri. Fra questi sicuramente quello dell’autotrasporto con moltissime imprese che continuano a rappresentare, a oggi, “l’anello debole della catena logistica, con un potere contrattuale quasi nullo nei confronti dei committenti”. Parola di Andrea Manfron, segretario generale di Fai Conftrasporto, che intervistato dal quotidiano Il Sole 24 Ore ha voluto evidenziare come la situazione sia aggravata da due richieste che vengono rivolte, proprio dalla committenza, alle aziende di autotrasporto: “rivedere al ribasso le tariffe e allungare i tempi di pagamento”. Con il risultato, ha spiegato Andrea Manfron, che “cosi gli autotrasportatori sono costretti a lavorare in perdita”.

2 risposte a “La committenza accorcia i costi e allunga i pagamenti. E l’autotrasporto lavora in perdita

  1. Sono un committente che ha un trasportatore abituale, collaboriamo da circa 5 anni, credo con reciproca soddisfazione. In questi mesi sia noi che il trasportatore siamo dovuti restare fermi, ora piano piano stiamo riprendendo. I miei clienti, che a loro volta sono dovuti restare fermi, mi hanno chiesto una riduzione dei prezzi, che non mi sono sentito di rifiutare, a mia volta ho chiesto a tutti i miei fornitori una riduzione dei costi, in proporzione, non mi sento una sfruttatore, abbiamo avuto tempi buoni tutti ora abbiamo tempi duri tutti. Non mi sono posto il problema se chiedere o meno uno sconto, da come li vedo esternamente, stanno tutti bene, io ho una bella auto, ma non posso permettermi quelle che hanno i miei fornitori…

  2. Michele pone un problema reale che se da un lato dimostra che il rapporto con il suo trasportatore è impostato sul rispetto che è sempre dovuto, dall’altro apre la stura a comportamenti che non hanno la stessa impostazione. Nessuno nega che vi possano in tutti i casi soluzioni concordate tra le parti. Quello che ritengo il segretario Fai volesse segnalare è il comportamento di certa committenza che senza effettuare verifiche ha risolto il problema inviando lettere di comunicazione. Io prendo per veritiero quello che afferma Michele, anche se nella parte finale fa emergere un pizzico di invidia sulle autovetture che forse fa scadere la sua difesa. il dubbio rimane infatti. Chi dice che invece non abbia posto un vero aut, aut al trasportatore? Quindi casi come questi sono delicati. Se esistessero rapporti collaborativi tanti problemi non ci sarebbero. Purtroppo non tutti si comportano in modo corretto. L’unica soluzione sarebbe quella degli interventi a fondo perduto, come avvenuto in altri paesi. Si risolverebbero i problemi di tutti. Purtroppo il primo che non rispetta i tempi di pagamento è la committenza pubblica, lo Stato, che ha accomunato la bella somma di quasi 45 miliardi di mancati pagamenti. Qui si potrebbe introdurre la norma che prevede per questo tipo di imprese che in assenza di pagamento il debitore di un committente pubblico non versi l’Iva o quanto dovuto allo Stato.

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