Autisti di camion obbligati dai clienti a usare la mascherina. Stiamo diventando tutti psicotici?

Sindrome cinese, titolo di un film americano  del 1979 che racconta le catastrofiche conseguenze della fusione di un reattore nucleare, è un termine che nel tempo è diventato sinonimo di una psicosi collettiva causato proprio dall’improvviso timore di un’ esplosione nucleare. Dalla Cina oggi è arrivata un’altra “sindrome”, quella da Coronavirus, che ha a sua volta scatenato una  psicosi generale, con reazioni incomprensibili. Un esempio? Quella che sta avvenendo nel mondo dell’industria e dei trasporti segnatala da Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, nel suo “Punto” settimanale pubblicato sul sito di Conftrasporto. Un appuntamento fisso con i lettori nel quale questa settimana Paolo Uggé denuncia come “nel trasporto su gomma siamo addirittura arrivati all’assurdo che taluni committenti impongono agli autisti di indossare le mascherine”. Una protezione che, come hanno spiegato numerosi virologi e come ribadisce Paolo Uggé  a uso e consumo di chi non avesse ancora capito, proprio perché “confuso” dalla psicosi,  “sappiamo essere del tutto inutili, se non per coloro che risultano affetti dalla patologia”. Ma non è tutto: “Altre imprese segnalano l’assenza di  lavoratori, non colpiti dai sintomi , ma che solo per precauzione non si presentano al lavoro”, aggiunge Paolo Uggè la cui conclusione è stato colorita quanto comprensibile: “Così si va a sbattere”. 

7 risposte a “Autisti di camion obbligati dai clienti a usare la mascherina. Stiamo diventando tutti psicotici?

  1. Signor Uggé, sono un suo lettore abbastanza assiduo e, abbastanza assiduamente, concordo con le sue analisi che mi domando per quale misterioso motivo non vengano lette da qualche politico, che avrebbe moltissimo da imparare (e, quantomeno, gli basterebbe copiare per non fare castronerie abnormi….). Mi permetta però questa volta di dissentire (se non fosse altro per gentilezza nei confronti di un uomo ormai talmente anziano da non avere più troppe aspettative, soprattutto in presenza di una classe politica che, ai miei tempi, sarebbe stata mandata a lavorare a calci nel culo nei campi): le mascherine servono solo se una persona è stata contagiata e può dunque a sua volta trasmettere questo nuovo virus? E chi mi dice che un camionista non lo sia?Magari senza alcun sintomo evidente? Il camionista,per l’attività che svolge, si muove in tantissime zone diverse e viene a contatto con moltissime persone differenti. Ragioni per cui diventa un “potenziale veicolo” di contagio molto più a rischio di altri. Fargli indossare una mascherina è una precauzione in più che non guasta mai….

  2. I virologi anche ieri in tv hanno ribadito che la mascherina la deve mettere solo chi sa che è contagiato e può trasmettere il virus. Ma migliaia di camionisti che non hanno fatto il tampone come fanno a sapere se non sono stati contagiati. Nel dubbio che possano essere dei “trasportatori anche di Coronavirus” meglio fargliela mettere, no?

    • E tu hai fatto il tampone? Se non l’hai fatto indossi quindi la mascherina, giusto? Smettiamola di farci perculare dal mondo intero . Alla fine di tutto questo incredibile cinema mediatico e sociopolitico, fra poco tempo uscirà su tutti gli schermi la vera storia di questa ennesima “guerra finanziaria ” con protagonisti principali i soliti speculatori senza scrupoli che stanno guadagnando decine di miliardi di dollari sonanti sulla pelle di tutti noi poveri pecoroni .

  3. Cari Massimo ed Emilio, ringrazio per le riflessioni, sempre utili quando sono cortesi, come le vostre. Rispetto ai contenuti mi verrebbe da dire che allora dovremmo tutti circolare con le mascherine visto che il “virus” potrebbe sempre trasmesso da chi ci sta seduto accanto al tavolino del bar oppure al ristorante o anche a una visita al museo. Gli autisti solitamente dovrebbero limitarsi a posizionare l’automezzo e non a effettuare operazioni di carico e scarico, come dice il contratto di settore. Solo sorvegliare. Quindi, poiché sulla questione mascherina si oppure no i pareri sono difformi e mi pare di poter affermare che i maggiori virologi sono “contrari” (anche se ne esistono anche di quelli che sostengono un parere opposto) eviterei di alimentare forme che non producono solo positività ma anche allarme. Comunque chi chiede che gli autisti abbiano le mascherine, visto anche la difficoltà a trovarle, le procuri e le invii a coloro (italiani ed esteri) entrano alla guida di un automezzo. Non credete si esageri un po’?.Pprovate a fare la percentuale tra coloro che sono stati trovati positivi (credo non si arrivi a 200) e la totalità degli italiani. La percentuale dei colpiti non mi pare così alta. Grazie per l’attenzione e comunque terrò in considerazione li vostri pareri.

  4. La verità è che i nostri autisti stanno dimostrando ancora una volta di essere dei lavoratori di classe superiore, la stragrande maggioranza non ha perso un giorno di lavoro, a differenza di molti altri, che hanno preferito rimanere a casa. Ma come se ciò non bastasse, vengono ora trattati senza alcuna ragione come degli untori, in alcuni casi non possono più neanche accedere ai servizi igienici delle aziende (quando ci sono) le code sui piazzali però sono aumentate. E poi parliamo di queste mascherine: completamente introvabili, le poche disponibili (a prezzi del 500% superiori) non sono quelle indicate dai protocolli, e non dimentichiamo che vengono prodotte in Asia. Dobbiamo proprio fare le solite buffonate per lavarci la coscienza ? Mi sembra troppo ancora una volta per la nostra categoria!

  5. Gli autisti non dovrebbero scendere dai propri automezzi ma lasciare scaricare i destinatari. Una norma del genere non costa granchè ed evita di far girare l’immagine del camionista untore.Perchè non pensarci?

    • Probabilmente non sei un camionista, camionaro, padroncino o lavoratore del nostro settore: l’autista deve aprire le sponde, porte,la centinatura, il telone ect, inoltre deve assistere alle operazioni di carico e super visionarle, perché egli è responsabile della sistemazione del “carico” sull’automezzo. Deve inoltre controllare natura, qualità e quantità della merce: è l’autista che firma sotto la propria responsabilità e prende “in carico ” la merce per la consegna ai destinatari finali. Questa “professione” è divenuta ormai impossibile. Alla base di tutti i mali c’è solo la grande speculazione del padronato industriale che da sempre ha guadagnato e lucrato sulla pelle dei poveri camionari (proprietari di camion )

Rispondi a Claudio Fraconti, presidente Fai Milano-Lodi-Monza Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *