Controlli sui ponti pericolosi: dal crollo di Annone a oggi cosa è stato fatto e cosa no?

Che fine hanno fatto i controlli su migliaia di ponti in Italia annunciati dopo la tragedia di Annone Brianza dove il 28 ottobre 2016 il sulla strada statale 36 Valsassina crollò uccidendo un automobilista e ferendone altri cinque? E i responsabili dei dicasteri obbligati a esercitare le funzioni di controllo li hanno davvero disposti? E in caso negativo qualcuno si è preoccupato di agire nei loro confronti? A porsi questa domande, a oltre tre anni dalla tragedia destinata a far suonare altissimo il campanello d’allarme sui pericoli che ogni giorno viaggiano su molte infrastrutture, e a chiedersi soprattutto che venga fatto un riassunto di quanto fatto per evitare nuove possibili tragedie, è Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio preoccupato peri troppi “silenzi “seguiti agli allarmi .” “Quando si verificò la tragedia del Ponte di Annone, ministro per le Infrastrutture e i trasporti allora era Graziano Del Rio, venne dato per scontato l’avvio di iniziative per modificare le normative e soprattutto l’avvio di un programma di verifiche sulla staticità delle opere d’arte”, denuncia Paolo Uggé dal sito di Conftrasporto.”Sono passati alcuni anni e ora il risultato è che gli Enti o concessionari di tratti stradali, quando non addirittura i procuratori della Repubblica, si vedono costretti a emanare, talvolta senza fornire informazioni preventive, divieti che bloccano attività economiche che vanno a ricadere sulle intere filiere produttive. Perché non si è dato seguito agli annunci? Si conoscono le conseguenze di tali atti e quanto costa agli operatori della filiera in penali, costi del personale, questo modo di procedere? Ma un po’ di vergogna per le modalità con le quali si affrontano i problemi delle persone e delle imprese, non da chi è costretto ad applicare le leggi, ma da chi ha la responsabilità politica non viene mai? Gli stessi scribacchini, tranne qualche lodevole eccezione, non chiedono conto di cosa sia stato fatto e se gli annunci sulla fase serrata di controlli sia stata in modo organico avviata?”. Infine un appello sui controlli non di piloni portanti o campate, ma sugli uomini. O meglio: i burocrati del ministero. Dopo oltre mille giorni da quella tragedia le domande sono diverse: chi ha effettivamente disposto controlli? E chi invece non l’ha fatto quando sarebbe stato invece obbligato ad agire? E chi non ha “fatto nulla” (nonostante i lauti stipendi) prima o poi verrà chiamato a risponderne? 

2 risposte a “Controlli sui ponti pericolosi: dal crollo di Annone a oggi cosa è stato fatto e cosa no?

  1. Ma esiste qualcuno che abbia il coraggio di chiamare i ministri Del Rio, Toninelli e De Micheli (che non ha ancora dato deleghe ai sottosegretari, dimostrazione di onnipotenza o scarsa fiducia) a rispondere in Parlamento e davanti al Paese di queste dimenticanze?

  2. Quando ero piccolo un parlamentare, un senatore, un membro del governo erano persone alle quali guardare con rispetto. Oggi che ho 60 anni abbondanti mi ritrovo a pensare che se dovessi stilare una graduatoria di “categorie” di persone poco credibili, meno ancora stimabili, al primo posto metterei i politici…

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