La distanza più grande che si può misurare in Italia? È quella che separa lavoro e politica

“La verità è che esiste una distanza enorme fra chi tutti i giorni lavora e chi è chiamato a prendere decisioni per lui. La verità è che il Paese è stanco di sentire, da anni, nuove persone che arrivano e che affermano che chi c’era prima era stupido, quando magari gli stupidi sono proprio loro, i nuovi. Magari dei “parvenu”. La verità è che la gente ha voglia che tutto questo finisca e che a decidere arrivi gente che conosce le reali esigenze di chi lavora, e non importa se sia di destra, di centro o di sinistra. L’importante è che sia capace perché la gente è stanca di incapaci, perché non si può discutere con chi non ha competenze”. Quanto affermato dal presidente di Conftrasporto, Fabrizio Palenzona, protagonista al 5° Forum Internazionale del trasporto di Cernobbio (insieme a Ennio Cascetta, amministratore unico della Rete autostrade mediterranee, Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi, e Luciano Guerrieri, vice presidente Federlogistica) del panel de dedicato al tema dei fabbisogni logistici per far ripartire l’economia del Paese, rappresenta con ogni probabilità la sintesi di quanto stanno pensando da tempo ormai milioni d’italiani che lavorano. Una denuncia dell’inadeguatezza di una parte del mondo politico a guidare il Paese, un appello a “chiarirsi una volte per tutte sui bisogni oggettivi che non sono ideologici” come ha affermato il presidente di Conftrasporto sottolineando come “uno dei problemi che da anni sta caratterizzando le politiche infrastrutturali sia proprio la mancanza di aderenza tra chi lavora sul campo e chi è chiamato a prendere decisioni. Sono più di 20 anni che ripetiamo le stesse cose: ci serve un metodo per realizzare le cose che dobbiamo fare”, ha concluso Fabrizio Palenzona che si è detto molto critico sul fatto che la legge sugli appalti sia stata bloccata.

4 risposte a “La distanza più grande che si può misurare in Italia? È quella che separa lavoro e politica

  1. La Sindrome di Penelope, l’ha felicemente battezzata il dottor Ennio Cascetta. Ovvero l’abitudine di ogni nuovo governo di disfare, esattamente come faceva la moglie di Ulisse con la tela, quanto fatto dal Governo precedente. Non perchè non andava bene: per ideologia, che a casa mia fa rima con idiozia. Un modo di agire che andrebbe impedito a chiunque subentri al Governo a meno che non sia capace di dimostrare l’inutilità di un progetto, lo spreco di uno stanziamento. Questo dovrebbe essere previsto da un Paese civile e intelligente: abolire la possibilità di fare politica ideologica che è servita e serve solo a distruggere l’Italia.

  2. Signor Palenzona, ha detto la cosa più sacrosanta: fra chi lavora e la politica esiste una distanza ormai abissale (e temo ormai incolmabile…)

  3. Ma tutti quelli che si lamentano quando hanno il potere di decidere come si comportano? Votano per chi li vuole distruggere, per chi non conosce i problemi e per chi parla di decrescita felice. Chi era contrario alla Tav? Chi ha ostacolato la Gronda di Genova? Chi è stato contrario alla legge obiettivo? Ancor di più chi era contrario all’autostrada del sole? Sono sempre quelli: verdi, rossi ambientalisti d’accatto. Ma poi quando si va a votare ecco che questi “avversari” vengono votati anche da gente che del trasporto fa la propria attività.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *