Il decreto sblocca cantieri? “Belle parole ma nei fatti non migliora le regole sugli appalti”

Sblocca-cantieri di nome ma non di fatto. A bocciare il decreto legge, affermando come “al di la dell’enfasi nominalistica, non sciolga i nodi sulla regolamentazione della materia, limitandosi ad interventi mirati, non sempre idonei a conferire un nuovo e più appropriato assetto alla disciplina degli appalti”, sono stati gli esponenti di Cna ascoltati in audizione in commissione Lavori pubblici e Ambiente riunite al Senato proprio sul decreto sblocca-cantieri. “Per di più, su alcuni aspetti molto delicati per le piccole imprese si introducono modifiche di carattere peggiorativo, su tutte il ripristino a 40 mila euro dell’affidamento diretto e l’incremento al 50 per cento della possibilità di subappaltare”, ha sottolineato la Cna, auspicando che “alcune delle disposizioni contenute, in particolare sulla nomina di commissari straordinari per la realizzazione di interventi strutturali ritenuti prioritari, risultino effettivamente funzionali allo sblocco di alcune grandi opere, necessarie per ammodernare la rete infrastrutturale e per dare un contributo alla crescita del Paese”. Infine un ultimo invito: quello a “fare molto di più per favorire un reale coinvolgimento del mondo della micro e della piccola impresa nel mercato degli appalti pubblici, dando coerenza a principi su cui più volte Cna ha richiamato l’attenzione del legislatore: la suddivisione in lotti e la valorizzazione delle imprese del territorio”. Anche Confcommercio, pur esprimendo apprezzamento per il decreto sblocca cantieri, ha evidenziato “profili di criticità legati in particolare ai rinvii ai procedimenti attuativi, alla mancanza di una lista già nel decreto di opere prioritarie e alla tempistica del regolamento unico”. Ascoltati a loro volta nel corso dell’audizione alle commissioni Lavori pubblici e Ambiente del Senato, i rappresentanti dell’associazione presieduta da Carlo Fumagalli hanno denunciato come “il passaggio dal vecchio al nuovo regime rischi di rinviare troppo i benefici sui quali le imprese confidano. Apprezziamo il fatto che il decreto si ponga nella logica di cambiare rotta e che si parli di un nuovo regolamento che sostituisca precedente sistema” ha affermato la componente della Giunta e presidente di Terziario Donna Patrizia Di Dio “ma ci sono perplessità legate al periodo transitorio perché”abbiamo un regolamento tra 180 giorni ma anche disposizioni che sono già in vigore e che condizionano i bandi che saranno emanati con la nuova disciplina e allo stesso tempo il mantenimento in vita di linee guida Anac in tutto il transitorio”.

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