Autotrasporto, arrivano 240 milioni di euro. “Ma ci sono altri fondi da utilizzare contro i tagli”

Un “apprezzamento per l’impegno del viceministro per le Infrastrutture e i trasporti Edoardo Rixi per aver tenuto fede agli impegni assunti lo scorso febbraio al Salone dei Trasporti Transpotec di Verona”. A esprimerlo sono i responsabili di Conftrasporto commentando il via libera allo stanziamento di 240 milioni di euro per il settore dell’autotrasporto per il rimborso dei pedaggi autostradali, il sostegno agli investimenti per il rinnovo del parco mezzi e la formazione professionale. Un apprezzamento ma anche un invito a non fermarsi, come ha commentato il vicepresidente di Confrtrasporto Paolo Uggé chiedendo che “ in presenza di fondi inutilizzati per altre misure previste per l’autotrasporto, questi vengano impiegati per ridurre le conseguenze negative dei tagli decisi dall’ultima legge di bilancio”.

Una risposta a “Autotrasporto, arrivano 240 milioni di euro. “Ma ci sono altri fondi da utilizzare contro i tagli”

  1. Meno male che si è messa in moto la procedure che dovrebbe portare alla messa a disposizione delle risorse destinate all’autotrasporto. Sono state finalmente superate le precostituite posizioni di alcune rappresentanze del mondo dell’artigianato che chiedevano di effettuare tagli ad alcune misure (alcuni sono stati effettuati) per consentire di mantenere il livello delle spese non documentate anche a chi circola con motoveicoli e autoveicoli di portata inferiore alle 3,5 tonnellate, pur se a motorizzazione Euro 0. Una richiesta in contrasto con le dichiarate intenzioni di stimolare nel rispetto dell’ambiente la sostituzione del parco circolante. Abbiamo letto dichiarazioni di insoddisfazione giustificabilissime per gli interventi a pioggia e per i tagli alla formazione professionale, avanzati anche da una associazione che aveva condiviso (la lettera risulta firmata dal presidente di quella organizzazione) una posizione comune sugli interventi da effettuare. Pare ovvio che se gli stanziamenti si riducono occorre rimodulare gli stanziamenti ma non pretendendo che vi siano interventi da non ridurre. Le soluzioni devono essere coerenti sia con le intenzioni del governo di ridurre le fonti inquinanti, quindi di calibrare gli interventi in modo da raggiungere l’obiettivo, sia di indirizzare nel rispetto delle norme comunitarie risorse che siano destinate in modo prevalente alle imprese italiane. Si dovranno anche individuare norme innovative per interventi a favore della formazione. Anche in questo caso non vi è molto da inventare basta applicare le metodologie già in atto per la formazione in altri settori utilizzando bandi da selezionare. Si devono comunque evitare prese di posizione che finiscono per danneggiare il settore che ha ottenuto qualcosa solo perché fino ad oggi ha operato in modo unitario. Coinvolgere rappresentanze spurie ed escluderne altre non ha senso. le ragioni di chi rappresenta le grandi imprese sono da tenere nell’adeguata considerazione. Escludere l’Anita e la Fedit ed includere chi è presente (fino a che lo sarà) sostanzialmente solo in una sola città e che ha sempre sostenuto posizioni in contrasto con le federazioni tradizionali (ci ricordiamo dei forconi?), non mi pare una grande idea.

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