Tir sovraccarichi sul ponte crollato a Genova? La procura ne fa sequestrare due

Due tir che stavano percorrendo il Ponte Morandi al momento del crollo del cavalcavia sul torrente Polcevera viaggiavano sovraccarichi? È quanto vuole scoprire una volta per tutte  il pubblico ministero Walter Cotugno che ha incaricato gli agenti della Guardia di Finanza di sequestrare i resti di due autoarticolati precipitati. A scriverlo è il giornale genovese Secolo XIX che indica anche i due mezzi al centro del sequestro: il primo è quello guidato da Giovanni Lorenzetti, sopravvissuto all’incidente, che trasportava un coil prelevato allo stabilimento Ilva genovese e diretto a quello di Novi Ligure e per il quale il conducente ha già dichiarato che ai controllati eseguiti all’uscita dallo stabilimento la massa complessiva dell’autoarticolato era risultata rientrare nel limite di 44 tonnellate previsto dal Codice della Strada; il secondo è quello sul quale viaggiavano due autisti rumeni, Marian Rosca e Anatoli Malai, entrambi morti nell’incidente ed era carico di prodotti alimentari. Il sequestro dei due veicoli servirebbe a sbarazzare il campo dal possibile sospetto che il loro eventuale sovraccarico possa aver contribuito in qualche modo nella tragedia, sospetto che se non verificato potrebbe in futuro diventare un ostacolo sul cammino del procedimento giudiziario.  Una “precauzione” per evitare  possibili perdite di tempo analizzando “prima” una possibilità che appare comunque assolutamente remota se si pensa che al momento del crosso sul cavalvacia stavano transitando solo pochi camion rispetto al traffico normale diurno, e che in altri giorni sul ponte si erano formate addirittura code di decine e decine di tir fermi con un peso sulla struttura notevolmente superiore.

Una risposta a “Tir sovraccarichi sul ponte crollato a Genova? La procura ne fa sequestrare due

  1. Il problema è alla fonte, chi lavora non guadagna e prende le botte, fai pagare chi deve. Chi usa i trasportatori: sono a loro imputabili le anomalie, sono loro che usano la mano d’opera e devono pagare i contributi all’Inps non il trasportatore che assume un autista alle sue dipendenze che deve rispondere.

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