Le merci devono viaggiare in treno? I numeri dicono che la rotaia non è la prima via da seguire

Nel 1980 circa il 55 per cento delle merci che attraversavano i valichi di Austria, Svizzera e Francia veniva trasportata su treno, mentre tale quota oggi si è ridotta al 40 per cento. Nel medesimo periodo, nonostante le difficoltà, il trasporto su gomma è cresciuto,in termini di volumi trasportati, del 176 per cento, mentre quello su ferro solo del 50 per cento. Lo rivela lo studio sul trasporto merci realizzato da Confcommercio e presentato a Cernobbio in occasione del quarto Forum organizzato da Confcommercio e Conftrasporto in collaborazione con Ambrosetti che rivela come “il vantaggio competitivo dal trasporto su gomma rispetto al ferro sia indotto dal cambiamento delle filiere di produzione e di distribuzione delle merci, che richiedono sempre maggiore flessibilità nei tempi di esecuzione e capillarità nel raggiungimento dei luoghi di origine e destinazione degli spostamenti”. Dati da valutare con grande attenzione in vista delle scelte strategiche che il Governo deciderà di attuare e dalle quali dipenderà la crescita o la “retrocessione” del nostro Paese e della sua economia”, come ha evidenziato il vicepresidente nazionale di Conftrasporto e Confcommercio Paolo Uggè, affermando che “sostenibilità e sviluppo degli scambi commerciali devono trovare un punto di equilibrio che potrà essere raggiunto solo grazie a una valutazione più attenta dei risultati conseguiti da scelte politiche e operative che stanno profondamente incidendo, oltre che sulle imprese di autotrasporto, anche sulla geometria degli scambi internazionali di merci a livello europeo e internazionale. Le misure adottate fino a oggi sono state, da una parte, la disincentivazione dei transiti di camion attraverso limitazioni d’orario, con il divieto di attraversamento notturno, che hanno aiutato altre economie e pesano sulla competitività europea, e dall’altra la riscossione di tasse, gli investimenti sulla rete ferroviaria e l’incentivo al riequilibrio modale attraverso il potenziamento delle infrastrutture e l’erogazione di incentivi. Dopo quasi quarant’anni sarebbe forse opportuno cominciare a fare un bilancio delle azioni poste in essere prendendo in considerazione i costi sostenuti e i benefici ottenuti tenendo conto del complesso delle variabili della sostenibilità: ambientali, sociali ed economiche.L’ipotesi di trasferire quote ingenti di traffico dalla strada al ferro per ora ha comportato soprattutto una lievitazione degli investimenti. Il costo delle 4 gallerie di base previste per l’attraversamento ferroviario delle Alpi (Lötschberg, Gottardo, Ceneri-Svizzera e Brennero-Austria) si attesta attorno a 25 miliardi di euro. Nel definire le manovre economiche relative al trasporto, inoltre, al di là dell’azione di reperimento delle risorse per la modalità su ferro, occorrerà far sì che le limitazioni siano previste solo per i veicoli più inquinanti. E un altro fattore da tenere in considerazione è l’entrata in funzione degli automezzi elettrici, per i quali è pronta a partire una sperimentazione sull’autostrada BreBemi: una svolta che potrebbe rendere ancora più competitivo il trasporto su gomma che in ogni caso risponde meglio al sistema produttivo e alla distribuzione delle merci”.

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