Buche nell’asfalto pericolose per i motociclisti? Un’App “denuncerà” chi non le ha riparate

Un’amministrazione comunale, una società chiamata ad assicurare la manutenzione di una strada e la sua sicurezza potrà dire di non aver saputo che esisteva una buca che, magari, ha causato un incidente mortale, dopo che proprio quella buca, quella “trappola” sull’asfalto, è stata fotografata e condivisa da decine di migliaia di persone grazie a un’App? E quell’App non potrà diventare una “prova” in tribunale contro i troppi funzionari pubblici che dovrebbero essere i primi a controllare le buche per strada e intervenire (anche senza la denuncia di un’App) dopo che quella segnalazione sarà stata inviata alle istituzioni preposte affinché intervengano, senza più la possibilità di poter rispondere “non sapevo”? Difficile dirlo in un Paese che da sempre tende a far di tutto per non accertare le responsabilità dei propri rappresentanti, di persone capaci di tenere una pratica per una buca sulla propria scrivania settimane, mesi prima d’intervenire.Chissà forse, se venissero obbligati per legge a scaricare e controllare quel l’App potrebbe succedere, potrebbe esserci una delle nuove svolte culturali che il Paese attende da decenni ma rimasta a oggi solo promesse elettorali. In attesa del “miracolo” l’App (Moto.App, che attraverso l’hasthag #bastabuche, raccoglierà foto e segnalazioni che, a loro volta, saranno inviate alle istituzioni preposte affinché intervengano) è comunque partita grazie a Confindustria Ancma che ha invitato tutti i motociclisti a scatenarsi nella caccia delle buche nelle strade, “un pericolo molto serio per l’incolumità dei motociclisti” come ha confermato Andrea Dell’Orto, presidente di Confindustria Ancma, intervistato da Pierluigi Bonora per Fuorigiri – Il Giornale, spiegando come l’iniziativa punti a “fare da collante tra il problema e i decisori governo e ministero perché vengano poi coperte le buche”.

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