Tir in attesa per ore sui piazzali dei committenti: anche per questo succedono le tragedie

Più controlli, anche anche sui committenti, che sempre più spesso non rispettano una legge dello Stato italiano che impone di effettuare i carichi e gli scarichi dei camion nel tempo massimo nelle due ore previste, senza far aspettare per mezze giornate o anche più gli autisti sul piazzale, col rischio che quando finalmente esce dei cancelli e inizia il viaggio si trovi in condizioni psico fisiche non certo ottimali, moltiplicando il pericolo di un colpo di sonno, di un malore, di un incedente. A chiederlo, in un documento è il presidente della fai Di Brescia, Sergio Piardi in un comunicato stampa. Ecco il testo. “I tragici incidenti verificatosi a Bologna, a Padova e a Foggia, ci colpiscono e ci portano a riflettere su punti importanti che, come associazione di imprese dell’autotrasporto, vorremmo porre in risalto. Come Fai di Brescia siamo vicini alle famiglie degli autisti, a tutti i feriti causati dagli incidenti e alle aziende coinvolte in questi tragici eventi. Che, purtroppo, nel caso di Padova, ha sconvolto direttamente una nostra impresa associata. Sebbene a oggi ancora non si conoscano le reali cause che hanno portato a queste sciagure (e sarebbe il caso di prestare attenzione prima di ipotizzare degli scenari non ancora ben definiti) la Fai di Brescia, a fianco delle imprese di autotrasporto, fornisce quotidianamente il massimo supporto nella formazione del personale addetto alla guida, mettendo alla guida dei mezzi pesanti degli autisti, affidabili e competenti, che conducono ogni giorno, dalle loro cabine, il business delle aziende, nel rispetto delle regole. Nello stesso modo, il trasporto delle merci pericolose su strada è regolamentato a livello europeo dalle norme Adr, che fissano procedure, limitazioni, segnalazioni e altre specifiche, compresa la formazione specializzata del personale. Tutti gli attori della filiera (l’azienda, l’autista, le associazioni, gli organi competenti), per quanto operino in modo scrupoloso e professionale, per garantire la massima sicurezza sulle strade, non sempre riescono comunque a escludere eventi imprevedibili. Purtroppo le infrastrutture, sempre più spesso, non garantiscono una circolazione ordinata e sicura, a causa della scarsa manutenzione e obsolescenza e non all’altezza del traffico sempre più sostenuto. Gli incidenti di questi giorni hanno coinvolto uno snodo stradale primario, con il risultato che l’Italia, da nord a sud, ha rischiato di fermarsi sulle sue direttrici. Cosa dire di più di quanto appena detto? Quello che da sempre chiede la Fai, e cioè maggiori controlli su tutti i veicoli, sia italiani sia stranieri. Ma non controlli per il superamento di 10 minuti di guida con multe stratosferiche! Ma di chi guida per ore e ore senza fermarsi, oppure che inserisce nella scatola nera calamite o ingranaggi per ingannare le forze dell’ordine. E poi controlli anche ai committenti che non rispettano una legge dello Stato italiano, e cioè non effettuano i carichi e gli scarichi dei camion nel tempo massimo nelle 2 ore previste. Se un autista aspetta il proprio carico per ore e ore, quando finalmente esce dei cancelli e inizia il viaggio, in quali condizione psicofisiche si troverà? In questi giorni torridi, tanti autisti si sono sentiti male, e ciononostante hanno dovuto completare il viaggio. Chi può sapere in che condizioni di salute era il conducente di Bologna? Magari per affrettarsi non ha detto niente a nessuno, oppure neppure lui si è reso conto che qualcosa non andava: malore, disattenzione, stanchezza? Bisogna ricostruire il suo lavoro degli ultimi giorni e, forse, si saprà se ci sono altri responsabili, oltre all’autista, di questa tragedia. E anche queste, non dimentichiamoci, sono morti bianche: sono incidenti sul lavoro”.

6 risposte a “Tir in attesa per ore sui piazzali dei committenti: anche per questo succedono le tragedie

  1. Finalmente qualcuno si accorge che la commitenza ci tratta come l’ultimissima ruota del carro, come se prima venisse tutto il resto e poi il trasporto. Altri rappresentanti della categoria dovrebbero “scemdere in strada” sui giornali, sulle televisioni, e in Internet per raccontare questo atteggiamento “schifoso” di molta committenza.

  2. Un collega ha giustamente fotografato un manifesto affisso da un esponete della committenza non particolarmente intelligente ne garbato. Perchè ogni volta che subiamo dei trattamenti ingiusti (ma anche illegali come ha sottolineato giustamente il presidente della fai di Brescia) non lo raccontiamo con fotografie e video? Stradafacendo li pubblicherebbe?

  3. Sapete qual è il problema? Che se me ne vado col camion vuoto (come avrei voluto fare decine di volte) per la maleducazione di più d’un committente , quello trova un altro disposto a fare il mio lavoro e magari facendogli pagare di meno per soffiarmi l’appalto!!!!! In Un Paese dove il Governo NON HA MAI voluto fare controlli veri e seri per premiare chi lavora bene, questa è l’amara verità…..

  4. Certa commitenza si meriterebbe di lasciargli la merce nei magazzini a marcire. Ignoranti, cafoni, si sentono i “padroni” e in diritti di trattare chi sta lavorando per loro come delle m….!

  5. La legge prevede che l’oeprazione di carico e scarico venga fatta entro tot tempo? Cosa posso fare legalmente per denunciare il committente che me ne ha fatte aspettare sei?????? Con la crisi non ho certo voglia di buttare soldi per l’avvocato, ma se dovesse ricapitare giuro che lo faccio. Se intanto alla prima occasione filmo l’orario d’arrivo, l’attesa e l’inizio dell’operazione è materiale che serve come “prova”? O è meglio la testimonianza di un collega (non mi serve il doppio autista visto che la tratta è breve ma per avere un testimone me lo porterei…..)?

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