Il confronto fra Governo e autotrasporto è partito. Ora deve seguire strade ben precise

Giovedì si è avviato il confronto con il nuovo Esecutivo che l’Unatras, il coordinamento unitario delle più rappresentative federazioni dell’autotrasporto, aveva richiesto da tempo al ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli. Il neo ministro, insieme al sottosegretario Edoardo Rixi, delegato a seguire i problemi del settore, si è presentato al confronto che rischiava di sfociare, in caso di mancate risposte, nel fermo generale già proclamato. L’esame approfondito delle questioni, l’impegno a ricercare soluzioni possibili al tema delle spese non documentate, uniti alle assicurazioni di programmare dal mese di settembre una serie di incontri per affrontare i temi da trattare con la Legge di Stabilità, hanno portato alla decisione di non dare attuazione a quanto annunciato. L’Unatras si è però riservata il diritto di riproporre l’iniziativa qualora le soluzioni ipotizzate nella prossima Legge di Stabilità non dovessero contribuire a dar vita a un quadro utile sia a tutelare le imprese italiane di fronte ai comportamenti aggressivi dei competitori esteri, sia a garantire interventi idonei a rendere competitive le imprese nazionali. Le misure dovranno anche essere adeguate e saper conciliare il trasferimento delle risorse con le esigenze di garantire uno sviluppo sostenibile e compatibile. Solo chi pratica la demagogia può pensare che la soluzione di un singolo problema, anche se importante, si possa trovare al di fuori di un quadro di interventi complessivi. Certamente le risposte avute nell’incontro non sono tutte quelle che si attendevano. I provvedimenti sul servizio sanitario nazionale e sugli investimenti sono in linea con gli impegni contenuti nell’intesa sottoscritta con il precedente Governo, ma altrettanto non si può dire sulle spese non documentate per le quali non sono stati mantenuti i valori concordati. Certamente è stata scelta la strada forse più ostica e difficile da sostenere con gli operatori interessati, ma questo non sta a significare una rinuncia a ottenere quanto ipotizzato. Pensare a un’azione di fermo per ottenere 51 euro al giorno anziché 38 sarebbe stato possibile, ma il rischio che potesse essere intesa come un’iniziativa unidirezionale, che complessivamente avrebbe indebolito, e forse diviso, la forza dell’autotrasporto, forte solo se compatto, era ben presente. Niente è compromesso o non recuperabile. In un quadro d’insieme sul quale ci si dovrà impegnare tutti, si potranno costruire soluzioni per l’intera categoria. Evitando di compiere manovre sbagliate, per esempio sul recupero della compensazione dell’accisa, la cui riduzione è già definita, oppure sul taglio delle risorse da trasferire pari almeno a 50 milioni di euro, che rappresenterebbero un grosso errore di prospettiva destinato con ogni probabilità a riaprire la vertenza che, se dovrà essere attuata, dovrà poter coinvolgere allora la maggior parte degli operatori. Per ora si dia atto al nuovo ministro e al sottosegretario di aver voluto aggiornarsi sui temi che affliggono le imprese che Unatras rappresenta (non sempre è stato così), ribadendo però con fermezza che nessuno ha rinunciato a qualcosa. L’Unatras, dopo aver ottenuto due provvedimenti e lasciato aperto, in quanto risolto solo parzialmente, il caso delle spese non documentate, ha valutato prevalente il fatto di aver comunque avviato un percorso. Tra poco tempo le parti si ritroveranno di fronte a un quadro completo circa le intenzioni del governo. Lì i responsabili delle associazioni dovranno saper scegliere la strada migliore per tutti quelli che rappresentano.  

Paolo Uggé vicepresidente nazionale di Conftrasporto e di Confcommercio

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