Limiti al traffico dei mezzi pesanti in Lombardia: ogni Comune non può andare per la sua strada

Può una singola amministrazione comunale, magari anche piccolissima, adottare limitazioni al traffico o altri provvedimenti che possano avere grandissime ricadute sulla gestione del trasporto merci per migliaia di imprese in un territorio, come quello della Lombardia, che vale da solo un quarto del prodotto interno lordo italiano? Può un qualunque Comune, fra gli oltre 1500 della regione, risolvere autonomamente un qualsiasi problema di viabilità magari “scaricandolo” addosso al Comune confinante e innescando una catena di altri problemi per altre amministrazioni? E la Regione Lombardia non dovrebbe intervenire coordinando, attraverso precise linee guida  per i divieti alla circolazione dei mezzi pesanti,  possibili interventi delle singole amministrazioni comunali e impedendo che scelte autonome fatte a tutela dei diritti di pochi possano finire col ledere i diritti di moltissimi? Sono domande che si pongono ogni giorno decine di migliaia di autotrasportatori che viaggiano sulle strade della Lombardia quelle che Angelo Sirtori, presidente di Fai Milano, e Claudio Fraconti,vicepresidente nazionale della Fai,hanno riassunto dal palco della sede di Unione Confcommercio e servizi in Corso Venezia 47 a Milano, in occasione dell’assemblea generale dell’associazione. Domande rivolte, in particolar modo, a un’ospite d’eccezione presente in sala: l’assessore alle Infrastrutture, trasporti e mobilità della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, che, salita a sua volta sul palco dei relatori,  ha immediatamente risposto: “i Comuni, pur nella loro autonomia, devono essere coordinati. L’autonomia delle amministrazioni comunali rimane al di sopra di ogni cosa, ma un coordinamento è indispensabile”.

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