Vendite record di auto? Il dato è gonfiato da 50mila immatricolazioni a “chilometri zero”

I dati sono reali. A febbraio le immatricolazioni di auto sono state 183.777, in crescita del 6,2 per cento. Ma è tutto oro quel che luccica? “A febbraio è stato battuto un record: nell’ultimo giorno sono state fatte quasi 50.000 immatricolazioni. Tutto normale o la cartina di tornasole di enormi forzature fatte a suon di auto-immatricolazioni e altro? Purtroppo la domanda appare retorica”, dichiara Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia. 

“Siamo sicuri che queste forzature siano la strada giusta per il comparto automotive in Italia? Noi riteniamo di no. E se non si pone una particolare attenzione il fenomeno così ampliato potrebbe diventare, se già non lo è, una patologia più che un’opportunità”, spiega Pavan Bernacchi. Secondo il centro studi Federauto, che si avvale di una vasta campionatura di concessionari rappresentativi di tutto il territorio nazionale, il fenomeno delle chilometri zero ha avuto un ruolo centrale nel determinare l’iperbole di fine mese. “Tornando all’attualità”, spiega Pavan Bernacchi, “crediamo opportuno un richiamo alle irragionevoli misure restrittive adottate dalla Giunta comunale della città di Torino per combattere il PM10, già oggetto di una nostra presa di posizione insieme alle altre associazioni della filiera. A nostro avviso si tratta di un provvedimento inaccettabile, che sta determinando grossi problemi alla mobilità delle persone nelle zone interessate e notevoli criticità alle attività imprenditoriali, con seri rischi anche sull’occupazione. Noi sosteniamo con forza l’esclusione dal blocco della circolazione dei veicoli diesel Euro 6 e dei veicoli alimentati a carburanti alternativi, in coerenza con le strategie europee e nazionali, per la promozione di una mobilità a basse emissioni. Inoltre è immorale spremere come limoni gli automobilisti a suon di bolli, superbolli, accise sui carburanti, assicurazioni, revisioni, Iva e quant’altro, e non consentir loro di utilizzare gli autoveicoli anche se a basso impatto ambientale”.

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