I Tir hanno deciso di fermarsi: troppe le promesse non mantenute dal Governo

A forza di tirarla la corda si è davvero spezzata. Gli autotrasportatori, stanchi di facili promesse, di accordi sottoscritti e non mantenuti, hanno detto basta e hanno proclamato il fermo dei Tir. La decisione è stata presa oggi a Roma dove Unatras ha riunito tutti i rappresentanti delle principali associazioni di autotrasporto. Nelle prossime ore saranno rese note le modalità con cui verrà effettuato lo sciopero. Ecco il testo del comunicato diffuso da Unatras:  Inaccettabile il comportamento del Governo nei confronti dell’autotrasporto. Questa la valutazione emersa oggi nel corso della riunione del Comitato Esecutivo di Unatras, l’Unione nazionale delle Associazioni dell’autotrasporto merci. Unatras denuncia il mancato rispetto degli impegni sottoscritti dai rappresentanti del Governo con le Associazioni dell’autotrasporto e riguardanti i problemi legati al costo del lavoro e alle spese non documentate, gli incentivi per il rinnovo del parco veicolare e i tempi di pagamento. Si tratta di questioni irrisolte da troppo tempo e le imprese non sono più in grado di attendere. Queste le motivazioni per le quali Unatras ha ritenuto indispensabile procedere alla proclamazione del fermo generale dell’autotrasporto, demandando alle singole Organizzazioni che ne fanno parte la definizione delle modalità attuative, nel rispetto del Codice di autoregolamentazione”.

15 risposte a “I Tir hanno deciso di fermarsi: troppe le promesse non mantenute dal Governo

  1. Lo sciopero dei Tir mi sembra un’idiozia, perché temo non servirà a niente se non a far perdere quel poco lavoro rimasto a un po’ di imprese. Detto questo, se si sciopera, che sia a oltranza, finché non avremo costretto questo Governo ad andarsene a casa….

  2. Roberta: chi non sciopererà offrirà i propri servizi alla committenza e soffierà il lavoro a chi avrà deciso di spegnere il motore…..

  3. Le solite eterne divisioni, tutti a lamentarsi che così non si può andare avanti e poi, quando è il momento di agire, emerge la caratteristica italiana che pretende che i problemi li risolvano gli altri senza metterci niente, anzi magari approfittando dell’occasione per fregare il collega. Impariamo dai francesi che avranno tanti difetti ma sanno come fare un fermo. Capisco che non tutti abbiano la forza di fare le stesse cose ma per tenere i mezzi fermi nel piazzale non si deve essere degli eroi, basta avere un poco di dignità.

  4. Il Governo del signor Renzi delle associazioni di categoria ha dimostrato di sbattersene altamente. Di fronte ad atteggiamenti simili due cose indispensabili per sopravvivere: 1/ unire le forze (meno associazioni e guidate da gente con i controc……. e con la bocca collegata al cervello (non come chi un giorno ne spara una e un giorno un’altra, giusto per dimostrare che c’è aria nei polmoni e le corde vocali funzionano…..); 2 / una prova di forza scioperando a oltranza che faccia passare a chiunque la voglia di continuare a prenderci per il c…. (perchè questo stanno facendo da mesi…..)

  5. Tranquilli, abbiamo la flessibilità dagli eurocrati, gli effetti del job act stanno finendo e c’è pure il referendum:qualcosa molleranno e il fermo non si farà.

  6. Caro Riccardo, comprendo il Tuo desiderio di mandare a casa il Governo ma Ti posso assicurare che questo non è il medesimo obiettivo delle federazioni che sono parte dell’ Unatras. La decisione di proclamare il fermo mira a trovare le soluzioni utili per le imprese per il settore. Nessuno pensi che il fermo sia un modo per sfogare il pur giusto malcontento. Sospendere una attività di una impresa e correre il rischio di innescare tensioni sociali non è da prendere sotto gamba. L’obiettivo è quindi ottenere i risultati e non innescare forme di protesta solo per il gusto di protestare. Questo deve essere ben chiaro. sul merito a fare le valutazioni saranno operatori del trasporto che ricoprono cariche nelle loro federazioni e le decisioni non dovranno dipendere né da fatti umorali, né dalle simpatie o antipatie politiche ma solo dagli interessi della categoria che, penso, voglia risolvere i problemi e non altro.

  7. Per lo sciopero dei Tir suggerisco una possibile data: metà ottobre. In concomitanza con il referendum….. Massima visibilità, massimo danno a qualche genio che crede di essere il nuovo Mussolini….

  8. Questa volta che non sia la solita storia di “AL LUPO… AL LUPO”, nessuno di noi si deve tirare indietro, ognuno per la propria associazione di appartenenza faccia il suo dovere e pretenda che i propri rappresentanti non si sfilino all’ultimo momento lasciando il cerino in mano a chi resta sul campo. Abbiamo già visto troppe volte questa triste storia. Quello di stavolta è l’ultimo segnale per tutti sia per chi ci rappresenta che per chi non ci ascolta. Non dobbiamo fallire, se ciò succedesse non ci sarà più storia per l’autotrasporto Italiano. Io sono con Unatras, si organizzino immediatamente assemblee sul territorio per informare e condividere. Ai rappresentanti delle nostre associazioni in Unatras chiedo di non fare più divisione e di unire il filo tra il Nazionale e il Territorio. Noi siamo sulla strada e voi/noi … siete/siamo a contrattare e discutere con chi non vuole capire quanto è importante per l’economia Italiana il nostro settore. Nessuna divisione .. compattezza.!!!

  9. La proclamazione dello sciopero dei Tir ha avuto qualche seguito concreto? Sono state decise le date? O era solo una boutade (una delle tante dei nostri rappresentanti di categoria, sempre più parolai e sempre meno gente d’azione…)

  10. Se per “gente d’azione” devo avere qualche poveraccio a caccia di fama armato di forcone (o forse qualche signorina che, non sin sa per quale ragione, ha scelto di occuparsi di camion invece che di scarpe o borsette, argomento che conosce sicuramente meglio di quello di cui ha deciso di occuparsi) che Dio me ne scampi e liberi da certi uomini d’azione….

  11. Scioperare durante il referendum di ottobre mi sembra un’idea magnifica. Il miglior modo per avere visibilità massima e fare il massimo danno a un signore che sta guidando il Paese verso la rovina.

  12. Nomen omen sig. Marzio: attendiamo l’azione del suo esercito addestrato a “Campo Marzio”. Quanto a scarpe e borsette, anche quelle viaggiano su camion.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *