Controlli alla frontiere, l’allarme di Anita: “Un camion fermo costa 60 euro l’ora”

“Se davvero fossero ripristinati i controlli alle frontiere, le conseguenze provocherebbero pesanti ricadute sul settore produttivo e su quello dei servizi di trasporto che da anni sono tarati su tempi di consegna just in time”. Lo ha detto il presidente di Anita (Associazione imprese trasporti automobilistici) Thomas Baumgartner. “Il flusso dei veicoli che attraversano quotidianamente l’asse del Brennero, la più trafficata rotta di collegamento tra l’Italia e l’Europa, è tale che l’attività di controllo comporterà inevitabili tempi di attesa. Un camion fermo costa all’azienda circa 60 euro l’ora, quindi, con un ritardo di sole due ore possiamo supporre un aumento dei noli del 10 per cento che ricadrà senza dubbio sui costi e, quindi, sui prezzi dei prodotti e, di conseguenza, sul consumatore finale”.

“Uno scenario nel quale il prodotto italiano perderebbe competitività con intuibili riflessi sull’export e danni per tutto il sistema economico nazionale”.
“Il settore automotive per la componentistica, ma anche la filiera dell’alimentare, solo per citarne alcune, subirebbero le maggiori conseguenze”, ha aggiunto Baumgartner, “inoltre, il mondo produttivo è ormai improntato su tempi di consegna molto rapidi e spesso utilizza i veicoli industriali come “magazzini” per lo stoccaggio delle merci. Dunque, un cambiamento di tale portata metterebbe in difficoltà tutto il sistema manifatturiero e commerciale, il quale non avrebbe modo di adattarsi in tempi brevi”.
“Non deve essere sottovalutato, poi, il fatto che i veicoli fermi in coda sono maggiormente esposti a tentativi di intrusione, così come accade tuttora nell’attraversamento dello Stretto della Manica. Le attese alle frontiere, oltre ad aumentare i tempi di resa della merce, andrebbero a comprimere i tempi di guida degli autisti, riducendone la produttività”, conclude il presidente di Anita, “un effetto del quale l’Europa non può non tenere conto e introdurre, di conseguenza, maggiori flessibilità sui tempi di guida e di riposo dei conducenti”.

2 risposte a “Controlli alla frontiere, l’allarme di Anita: “Un camion fermo costa 60 euro l’ora”

  1. In altre parole: facciamoli guidare di più e riposare di meno? oppure : occupiamoci solo del problema del trasporto delle merci e non di Schengen o dei migranti? oppure ancora: ma l’Austria approfitta della situazione per i soliti giochetti puntualmente stoppati dalla UE?

  2. Non preoccupatevi il 10 per cento di aumento costi se lo cucca il trasportatore che con il potere contrattuale che ha col cavolo che lo recupera. Al massimo i trasportatori furbi passeranno dagli autisti rumeni ai pakistani che costano meno e il gioco è fatto.

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