Repressione ed educazione, l’abc della sicurezza stradale si impara a scuola

“Repressione, con l’iter dell’omicidio stradale che si sta concludendo, ed educazione” sono le “due gambe che servono per aumentare la sicurezza stradale. Entrambe sono utili e vanno sostenute”. Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, presentando i dati sui corsi di sicurezza stradale fatti lo scorso anno nelle scuole, in collaborazione con il Ministero dei Trasporti. Come ha spiegato Toccafondi, che ha parlato di “dati positivi”, nell’anno scolastico 2014-15 “120mila ragazzi, dagli asili alle superiori, hanno fatto un percorso di educazione, coinvolgendo 676 scuole e oltre quattromila classi. Nei prossimi anni vogliamo raddoppiarli”.
“Dopo un anno di collaborazione tra i due Ministeri si vedono già i primi risultati, positivi e incoraggianti. Ma non ci fermiamo qui, vogliamo implementare e aumentare il coinvolgimento dei ragazzi, raddoppiando i numeri per il prossimo anno, attraverso un’informazione sistematica nelle scuole sulle iniziative di educazione stradale realizzate da soggetti istituzionali ed enti locali e associazioni di categoria”, ha detto Toccafondi. “Tutto questo si realizzerà sostenendo le scuole con una piattaforma informatica che consentirà un monitoraggio costante e renderà fruibili a tutti gli istituti i progetti di educazione stradale realizzati sul territorio”. “Andiamo nelle le scuole per parlare con ragazze e ragazzi che hanno un’età decisiva, sono gli automobilisti del domani ed è giusto che abbiano una cognizione piena di ciò che rischiano per se stessi e gli altri quando si metteranno sulla strada”, ha detto il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, durante la conferenza stampa. “Abbiamo messo a punto”, ha spiegato Nencini, “una serie di campagne di sensibilizzazione per portare i ragazzi ad assumere una guida responsabile e sicura. Gli ultimi dati Istat sugli incidenti stradali non sono confortanti. Cresce il numero delle vittime che coinvolgono gli utenti ‘deboli’: pedoni, ciclisti e motociclisti e tra le cause maggiori ci sono distrazione e alta velocità alla guida. Dati che indicano l’urgenza di mettere in campo regole che puntino a una maggiore sicurezza delle persone prima di tutto nelle grandi aree metropolitane e a rendere le città più a misura d’uomo. Con una maggiore attenzione agli utenti vulnerabili. A breve sarà approvato il reato di omicidio stradale. Subito dopo”, ha anticipato Nencini in conferenza stampa, “modificheremo i test della patente di guida perché i ragazzi, nell’età più delicata, imparino sin da subito cosa prevede la legislazione in materia. La consapevolezza di ciò che può succedere può servire a fare da deterrente”.

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