Sistri, scattano le sanzioni: chi non è in regola rischia una multa fino a 93mila euro

Un minimo di 2mila600euro che può arrivare anche a 93mila euro. Sono queste le proporzioni delle sanzioni amministrative in cui a partire dal primo aprile incorre chi non ha ottemperato i propri obblighi di iscrizione al Sistri (Clicca qui per vedere il servizio sul tema realizzato da Ricicla.tv). La pasticciata vicenda del sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti ha visto negli anni scorsi più di un colpo di scena. Lo stesso contributo annuale di iscrizione nel 2012 era stato differito al 30 novembre prima di essere sospeso, e addirittura per il 2013 non era stato previsto il versamento di alcuna quota.

Ma questa volta per le imprese non sembrerebbe esserci più nulla da fare, considerato che il ministro Galletti ha ripetutamente ribadito che non ci saranno altre proroghe, in attesa che a giugno si sappia qualcosa in più del bando europeo affidato alla Consip. Ed è qui che si concretizza l’assurdo. Dopo due anni di annullamenti, proprio ora che il sistema di tracciabilità dei rifiuti così come lo conosciamo non ha (o almeno non dovrebbe avere) alcun futuro, viene confermato l’obbligo di pagamento per l’iscrizione 2014 senza alcuna possibilità di appello per chi entro oggi non si sia messo in regola. Le sanzioni vanno da 2600 a 15.500 euro, e passano da 15.500 a 93mila euro in caso di rifiuti pericolosi. Un mese nero per gli operatori del comparto, che nell’arco dei prossimi trenta giorni, tra l’altro, dovranno vedersela con un’ulteriore scadenza targata Sistri: quella del contributo 2015 da pagare entro il 30 aprile.

Testo a cura della redazione di Ricicla.tv

Una risposta a “Sistri, scattano le sanzioni: chi non è in regola rischia una multa fino a 93mila euro

  1. Abbiamo o no il coraggio di chiedere alle nostre federazioni di dare copertura ad una protesta che sia visibile e dimostri quanto chi ci governa è sempre e solo alla ricerca di soldi dalle imprese. Poi si lamentano se le imprese vanno all’estero. Qui ci chiedono di pagare per un sistema che loro stessi hanno definito inefficace e superato. Siamo proprio il Paese di Pulcinella.

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