Quattro bambini uccisi sulle strade non bastano a far accelerare la prevenzione?

“Ancora vittime innocenti sulla strada! In questi ultimi giorni, particolarmente innocenti, trattandosi di bambinid i 2, 3, 6 ed 8 anni, investiti, in località diverse, addirittura sulle strisce pedonali insieme con i loro accompagnatori, rimasti anch’essi gravemente feriti”. Inizia così la lettera firmata dal presidente dell’Aifvs, l’associazione italiana familiari vittime della strada, Alberto Pallotti, per testimoniare la propria vicinanza, in queste terribili ore, “alle famiglie di questi poveri bambini, rivivendo, nella tragedia di queste famiglie, la tragedia di tanti suoi soci”. Ma anche per porre delle domande. “Tragica fatalità? C’è chi lo pensa e vuole farlo pensare, tentando di dimostrare, con statistiche come minimo discutibili, che quello degli incidenti stradali è un falso problema, non una vera emergenza. Non così ha, finora, mostrato di pensarla il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che – cosa mai fatta da nessun Presidente del Consiglio prima di lui – ha introdotto il tema del contrasto alla criminalità stradale addirittura nelle dichiarazioni programmatiche, sulla cui base ha chiesto la fiducia del Parlamento. L’intenzione da lui dichiarata era di far propria la proposta di una nuova fattispecie di reato, il cosiddetto “omicidio stradale”, su cui ha cominciato a lavorare, nelle ultime settimane, la commissione Giustizia del Senato. Probabilmente, anche diverse perplessità manifestate nel corso di quel dibattito lo hanno indotto a dichiarare, per il tramite del viceministro Riccardo Nencini, che il Governo, in realtà, non sa decidersi se insistere sull’ipotesi dell'”omicidio stradale” o proporre, più semplicemente, di inasprire le pene, senza sconvolgere o forzare nessun principio dottrinario alla base dell’attuale codice penale. Non sappiamo cosa il Governo deciderà! Riteniamo che l’importante sia fare presto, riducendo al minimo le contese “di scuola”, dando, all’opinione pubblica, un messaggio preciso circa la volontà dell’Esecutivo di contrastare i reati stradali; ponendo, alla Magistratura, dei margini precisi, specialmente nei minimi di pena, nella determinazione di quanto deve essere comminato ai responsabili di reati stradali. Sarebbe auspicabile prevenire simili tragedie prima che accadano. Di fatto, a oggi è praticamente impossibile contrastare l’eccesso di velocità (Art. 142) in strade urbane (ed extraurbane) per non parlare della velocità pericolosa (Art. 141). Non si fanno controlli in tema di precedenze agli attraversamenti (Art. 191) e di trasporto di minori davanti a scuole e asili e non sono previste sanzioni per gli enti proprietari o gestori delle strade per guardrail non a norma (troppo alti, troppo bassi, troppo deboli, mancanti dove servono….), per segnaletica orizzontale inefficiente o mancante… Addirittura gli scuolabus non hanno l’obbligo delle cinture di sicurezza. E’ questa la reale intenzione di contrastare la strage stradale? Purtroppo si vedono i risultati. La strage continua, le lacrime pure”.

 

 

3 risposte a “Quattro bambini uccisi sulle strade non bastano a far accelerare la prevenzione?

  1. Complimenti per l’articolo equilibrato che dimostra competenza in una materia campo di continue scorribande demagogiche al grido di “Reato di omicidio stradale senza se e senza ma (solo per drogati e ubriachi, naturalmente)”. Riflettere sulle vere cause delle stragi stradali, parlando degli sconosciuti per molti, troppi, articoli 141 e 142 CdS, puntando a prevenire piuttosto che a reprimere fa onore all’autore, di cui gradiremmo conoscere il nome. Grazie

  2. Cosa volete che contino una manciata di vite umane, in confronto ai soldi che girano attorno al
    mondo dell’auto e a tutto l’indotto? Non contano proprio nulla. La mia è senza dubbio una frase
    forte da concepire ma, purtroppo è la pura verità. Ci sono personaggi che arrivano da tutte le parti del mondo, alcuni di loro, quando vivevano nei loro rispettivi Paesi, l’unico mezzo di trasporto che usavano era una carriola. Entrati nel nostro Paese, la prima cosa che hanno fatto è senza dubbio quella di fare la patente di guida. Spesso le autoscuole, pur di incassare denaro e senza farsi troppi scrupoli, in combutta con le motorizzazioni, rilasciano la patente a personaggi che, sarebbe meglio che andassero in bicicletta. In alcuni casi, nel Paese d’origine gli è stata tolta la patente per avere procurato incidenti mortali. In pratica, personaggi recidivi. Ma, conoscendo alla perfezione le nostre leggi materasso, si sfogano, usando le nostre strade, come vere e proprie piste da corsa. E questo è il risultato. Questi ultimi quattro bambini, assassinati mentre attraversavano la strada e addirittura in un caso, sulle strisce pedonali, hanno avuto come protagonisti, un bulgaro e una albanese. Il primo, dopo avere investito il bambino, lo ha trascinato, per oltre ottanta metri e alla fine è scappato, senza prestare soccorso alcuno. Come l’ultimo degli infami. Ma la cosa che ci deve fare riflettere è sapere che tra non molto, questa bestia, la ritroveremo alla guida di un ‘auto. Perchè tutta questa gentaglia, si comporta in questo modo? Semplice, lo fanno per il semplice motivo che sanno a priori, che non verranno mai puniti. Manca la certezza della pena e questo è il risultato di anni di totale menefreghismo, da parte delle autorità competenti. In primis, i giudici. Se poi, aggiungiamo, le mazzette che prendono i responsabili delle revisioni auto, il gioco è fatto. Abbiamo il parco macchine, più vecchio d’Europa e spesso si vedono in giro auto che, solo a guardarle, perdono i pezzi. E poi,vi chiedete, perchè ci sono così tanti morti sulle strade. Che strano paese, l’Italia. Cordialmente.

  3. Siamo proprio un Paese di invertebrati, dove i buffoni, gli ignoranti e i chiacchieroni abbondano. Queste categorie sono per lo piu’ presenti nei politici politicanti e nei giornalisti pennivendoli. Commentando altre notizie che parlavano di morti sulle strade e le dichiarazioni di associazioni o di politici e uomini di governo avevo sempre messo in dubbio le loro miracolose ricette e avanzato alcune proposte di soluzione. Ne ho anche inoltrate alcune al ministro competente il quale, molto probabilmente a sua volta, le deve aver sottoposte ai soliti uffici legislativi, luogo dove abbondano legulei cacadubbi, mi si consenta questo termine un po’ forte, che hanno bloccato il tutto. Non che dovessero accettare le mie proposte, anche se io le considero quantomeno degne di attenzione, ma almeno costruire una soluzione. Invece l’unica cosa che hanno saputo fare, nella migliore delle ipotesi, e’stato di proporre l’incremento di sanzioni e parlare genericamente di omicidio stradale. I pennivendoli invece dopo aver utilizzato le tragedie per ricicciare le solite considerazioni (anche il verbo e’ voluto) anziché incalzare chi ha per istituto il dovere di trovare delle soluzioni idonee, sono passati a commentare altre notizie. (Gaber indagare se conviene e’ una regola del giornalismo). Intanto bambini, anziani e persone comuni continuano a morire sulle strade. Ma così diventiamo tutti complici dei tanti omicidi stradali. Questi concetti li ho espressi piu’ volte e nel mio passato da parlamentare ho anche presentato proposte in tale direzione. Ahimé tutte bocciate dalla maggioranza esistente in quel periodo. Io mi sento comunque responsabile, almeno un po’ .

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