Imprese di trasporto fantasma, ecco come smascherarle con i controlli dell’Albo

Tenere l’elenco degli iscritti,  promuovere e tutelare l’immagine della categoria, adottare iniziative per la formazione”. Sono questi gli obiettivi per i quali è nato il Comitato centrale dell’Albo nazionale degli autotrasportatori, organismo che,  dopo la conferma da parte del  ministero dei Trasporti dell’accoglimento della domanda per la sua ricostituzione, è pronto a ripartire.  Con un carico di importanti novità, come conferma Pasquale Russo, segretario nazionale di Conftrasporto.  “Con la comunicazione da parte del  ministero dei Trasporti  si è concluso l’iter procedurale necessario a individuare le associazioni titolate a comporre il comitato centrale dell’Albo degli autotrasportatori, organismo che dovrebbe diventare il soggetto che garantisce sicurezza e regolarità del mercato e degli operatori iscritti, sulla base delle nuove competenze fissate dalla Legge di Stabilità”, spiega Pasquale Russo. “E questo attraverso diverse attività, come per esempio aggiornare la pubblicazione delle imprese di autotrasporto di merci per conto di terzi verificando l’attività economica e la congruità fra il parco veicolare e il numero dei dipendenti autisti nonché la regolarità della copertura assicurativa dei veicoli, anche mediante l’utilizzazione dei dati presenti nel Ced presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dei collegamenti telematici fra i sistemi informativi di Inail, Inps e Camere di Commercio. Con l’obiettivo, fra gli altri, di impedire che ci possano essere elenchi, come accade oggi, nei quali figurano decine di migliaia di imprese di autotrasporto che non possiedono neppure un camion e che non si sa bene cosa facciano…”. Uno degli obiettivi principali è anche aumentare i controlli, per garantire maggior sicurezza sulle strade. Tutto bello e condivisibile sulla carta, ma poi i controlli chi li fa? “Da anni Conftrasporto denuncia come in Germania ogni anno ci sia oltre un milione di controlli mentre in Italia faticano ad arrivare a 200mila: se il Governo non mette a disposizione pattuglie di polizia e strumenti di controllo rischia di sembrare la solita barzelletta all’italiana…” . A proposito di strumenti di controllo: che fine hanno fatto i mezzi mobili di revisione, quelli che avrebbero dovuto girare per strade e autostrade per controllare che non circolassero mezzi pericolosi, magari perché sovraccarichi o perché non sottoposti a un’adeguata manutenzione? “Alcuni continuano a operare, seppur a scartamento ridotto, ma è evidente che sono strumenti da ripensare , la gestione dei centri di revisione mobile deve essere rivista”. Cambiamo strada, parliamo di un’altra competenza, la formazione. Il mondo dell’autotrasporto ha finalmente capito che per gestire una moderna società di trasporti non basta più avere dei camion e dei camionisti? Come fare più formazione? “Bisogna puntare soprattutto a una formazione più di taglio manageriale che aiuti le imprese a crescere in un mercato in continua evoluzione”. Una domanda scomoda: in tempi in cui il Paese chiede meno “carrozzoni statali” e meno enti, visto che ce ne sono già centinaia dichiarati poco utili o addirittura inutili (anche se sopravvissuti alla spending review), far ripartire un Comitato centrale nei quali la gran parte dei ministeri e altri organismi dovranno designare propri rappresentanti non rischia di apparire all’uomo della strada una contraddizione o peggio una presa per i fondelli? “La soluzione dei carrozzoni non è quella di chiuderli, ma quelli di cambiarli radicalmente e renderli strumenti efficienti. Per questo il governo ha ridisegnato il ruolo e le competenze dell’Albo”. Una nuova norma impone che per aderire al nuovo Albo le associazioni debbano anche essere iscritte al Cnel. Perché? Non rischia di sembrare un “paletto” per escludere qualche associazione minore?   “Delle 11 associazioni che storicamente compongono l’Albo solo una non è riuscita a dimostrare i requisiti. Di fatto la rappresentanza è la stessa di sempre, quindi non ci sono esclusi”. A proposito di adesioni: c’è chi ha presentato domanda per far parte dell’Albo per poi chiederne l’abolizione. Quantomeno curioso….  “Direi incoerente più che curioso . E’chiaro che non avendo i requisiti e non potendo partecipare adesso si tenti di far passare l’Abo come uno strumento inutile…”.

Una risposta a “Imprese di trasporto fantasma, ecco come smascherarle con i controlli dell’Albo

  1. Bando alle ciance. visto che gli albi non ce l’hanno fatta in questi anni (da quanto se ne parla di cancellare le imprese fantasma) passiamo le carte direttamente alla Procura. Se invece vogliamo farci prendere per i fondelli ancora un po’, allora avanti così.

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