Chi frena la ripresa economica dell’Italia? Chi non sa imporre una decisione

“Troppi conflitti istituzionali che paralizzano i progetti per nuove infrastrutture; troppe spinte localistiche che si sono imposte in assenza di un disegno nazionale capace di  decidere priorità, con tempi certi e finanziamenti certi: il  risultato è una serie di episodi, primo fra tutti l’Expo, per i quali oggi il Paese rischia di perdere credibilità.  Per evitare tutto questo occorre una chiara e netta ripartizione delle competenze tra i vari livelli di Governo: ecco perché bisogna, innanzitutto, modificare il Titolo V della Costituzione, che consenta  una chiara definizione del “chi fa cosa”, riservando i temi strategici nazionali alla competenza esclusiva dello Stato. Dopo un debat pubblic in Francia nessuno ha il diritto di intervenire”. Con queste poche ma chiarissime parole il vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè ha spiegato, alla platea ospite del convegno Trasportare l’economia organizzato a Roma da Confcommercio (e al quale hanno presenziato anche Mariano Bella, Antonio Tajani, Debora Serracchiani, Mauro Moretti, Raffaele Aiello e Pasquale Russo) le ragioni per cui l’Italia sta continuando a perdere competitività. “Queste sono le fondamenta: è come per costruire una casa, non si parte dal tetto”, ha proseguito Paolo Uggè, secondo il quale per far ripartire l’economia è assolutamente indispensabile, una volta definito il quadro contestuale strategico “avere chiaro un programma nazionale integrato per i trasporti e la logistica su come  procedere con i singoli interventi. E questo programma non può essere che il Piano generale dei trasporti e della logistica, approvato dal Cipe nel lontanissimo 2006. Da allora più nulla è stato approvato”, è stato il j’accuse finale lanciato da Paolo Uggè, “e nel frattempo alcune misure urgenti, e possibili non si sono realizzate. L’obiettivo del convegno “Trasportare la ripresa” è proprio quello di far prendere consapevolezza sulle opportunità di crescita che i trasporti e la logistica possono offrire al Paese. Migliorare l’accesso ai porti, aumentarne il pescaggio; attuare la pluricondivisa riforma dei servizi tecnico nautici; realizzare lo sportello unico doganale e le procedure di preclearing, organizzare almeno in alcuni una retroportualità efficiente, esentare dai divieti sulla circolazione le merci che derivano dal trasporto combinato significherebbe ridare un competitività significativa al sistema Paese. Il trasporto combinato risulterebbe potenziato”.

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