Il Sistri non funziona, il ministero dovrà pagare i danni a un autotrasportatore

Con sentenza depositata il 18.10.2013, il giudice di pace di Roma, nella persona del dottor Domenico Pace, ha condannato il ministero dell’Ambiente a risarcire un’azienda di trasporto della provincia di Bergamo dei danni economici sopportati dalla medesima per essere stata costretta a sopportare i costi imposti dall’iscrizione obbligatoria al sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti, meglio noto come Sistri. Il giudice ha ordinato, altresì, al ministero la refusione delle spese di lite. Com’è noto, il Sistri è un sistema telematico di controllo in tempo reale della tracciabilità dei rifiuti speciali, il quale, secondo le intenzioni dei suoi ideatori, dovrebbe consentirne di semplificare le procedure e gli adempimenti legati alla gestione (attualmente in forma cartacea) e di combattere il traffico illecito e lo smaltimento illegale dei rifiuti stessi. Il sistema tuttavia, da quando è stato istituito (con decreto ministeriale del 17 dicembre 2009), per quasi quattro anni non è stato operativo nemmeno un giorno, scontando tutta una serie di gravissime deficienze tecniche e funzionali che non ne hanno consentito l’avvio neppure in forma sperimentale, costringendo di volta in volta il ministero dell’Ambiente a prorogarne la data di entrata in vigore. Il sistema, infatti, è apparso incapace di sopportare, con la dovuta celerità, le decine di migliaia di collegamenti che si registrano in una giornata lavorativa, finendo per impallarsi di continuo con ritardi insopportabilmente lunghi nella finalizzazione delle operazioni. A fronte di questo flop, le imprese della filiera dei rifiuti hanno per due anni versato contributi, in alcuni casi anche molto elevati, sostenendo non solo la messa a punto ma addirittura l’implementazione del funzionamento del sistema Sistri provvedendo al montaggio sui veicoli delle cosiddette scatole nere o “black box  e all’abbonamento al traffico dati delle chiavette token usb necessarie per la compilazione e la sottoscrizione online dei formulari digitali. Purtroppo, disattendendo le segnalazioni ricevute dalle associazioni di categoria, il ministero dell’Ambiente è andato avanti nel pretendere che le imprese iscritte nel biennio 2010-2011 versassero i contributi Sistri e si adeguassero ai gravosi adempimenti tecnici imposti dal nuovo sistema elettronico di tracciamento dei rifiuti, lasciando intendere a ogni rinvio che quello sarebbe stato l’ultimo e che le problematiche emerse si sarebbero definitivamente risolte. Nel periodo suddetto, però, a  dispetto delle buone intenzioni dichiarate, ci sono stati ben nove rinvii e nessun giorno di funzionamento. Ma ciò che da ultimo è suonata come beffa è che, con il decreto legge n. 101 del 31.8.2013, convertito con legge 125 del 30.10.2013 (con il quale è stato disposta finalmente l’entrata in vigore del Sistri dal primo ottobre scorso per alcune categorie di operatori professionali della filiera dei rifiuti speciali, tra i quali gli autotrasportatori) si è fatta clamorosamente retromarcia rispetto alla originaria presa di posizione assunta dal ministero, nella misura in cui ci si è uniformati, sia pure con colpevole ritardo, alla direttiva 98/2008/Cee, escludendo, pertanto, dall’obbligo di tracciamento elettronico i rifiuti  non pericolosi. In tal modo, si è avuta la certificazione finale della definitiva inutilità (allora e per sempre) delle spese e dei costi sostenuti fino a quel momento dalle aziende che trasportano rifiuti non pericolosi per uniformarsi al Sistri! Peraltro, sia detto per inciso, la succitata normativa pare ammettere chiaramente l’esistenza di gravi anomalie e disfunzioni del Sistri, evidentemente partendo dall’innegabile dato di fatto della dimostrata inefficienza e farraginosità del nuovo sistema di tracciabilità elettronica nella sua attuale configurazione. Non si spiegherebbe altrimenti perché è stata prevista una moratoria fino al primo agosto 2014 della collegata disciplina sanzionatoria. Una simile previsione si giustifica soltanto con l’impossibilità da parte degli operatori di osservare gli attuali protocolli Sistri. Peraltro, come raccontano le cronache giudiziarie degli ultimissimi  giorni, sulla genesi dell’appalto del sistema Sistri si proiettano le ombre sinistre della commissione di gravi reati, quali l’ associazione per delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la truffa aggravata nei confronti dello Stato nonché la corruzione di pubblici ufficiali, come emerge dall’inchiesta penale in corso condotta della Procura della Repubblica di Napoli che ha portato all’esecuzione di misure cautelari restrittive e alla denuncia a piede libero d’indagati eccellenti, appartenenti al mondo della finanza, della pubblica amministrazione e della politica, tutti coinvolti a vario titolo nell’affaire Sistri.

Avvocato Ivan Di Costa

13 risposte a “Il Sistri non funziona, il ministero dovrà pagare i danni a un autotrasportatore

  1. È di fronte a notizie come queste che rimango allibito, non tanto per il voler riportare in modo miratamente negativo un fatto quanto nella totale impreparazione della persona che ha avuto l’ardire poi di sottoscriverla…riportando delle norme che probabilmente non ha letto attentamente!
    Errori nel contenuto e informazioni fuorvianti che non hanno altro scopo che quello di alimentare la polemica! La mia azienda è iscritta al Sistri da anni e ormai, per forza di cose, ne ho imparate e scoperte! in passato ci sono stati diversi problemi ma dal primo ottobre del 2013 lo utilizziamo quotidianamente e devo ammettere che è cambiato moltissimo. onestamente, mi duole ammetterlo, il sistri sta funzionando! Purtroppo! E anche bene! PS Tanto per essere precisi nei confronti dei lettori, come me, il Sistri riguarda solamente i rifiuti pericolosi e quelli urbani della Campania. Per quanto riguarda le scatole nere mi sento di precisare che gli abbonamenti non sono obbligatori e soprattutto non sono per le chiavette!! Io ad esempio ho delle ricaricabili da 5€ su ogni camion. Le chiavette servono per accedere al sistema e comunque il tutto attraverso internet.

  2. Avvocato Di Costa buongiorno, posso chiederle se esistono studi legali (il suo???) che stanno facendo una class action contro il ministero per quella porcheria (non saprei come altrimenti definirla) del Sistri? Grazie

  3. Altri imprenditori hanno avuto una sentenza a favore e sono magari già stati risarciti o l’autotrasportatore bergamasco è una mosca bianca?

  4. Intervengo, innanzitutto, per precisare che a causa di un evidente refuso nella redazione del pezzo, è stato erroneamente scritto che dal 1 ottobre 2013 è escluso l’obbligo dell’applicazione del Sistri al trasporto di rifiuti pericolosi quando, in realtà, l’esclusione interessa soltanto i rifiuti non pericolosi. Dell’errore mi scuso, adducendo a mia parziale attenuante la concitazione dei tempi, avendo appreso la notizia, nel momento in cui l’ho riportata, da non più di un paio d’ore.
    Per il resto, confermo integralmente il contenuto dell’intervento, del quale è evidentemente sfuggito a qualcuno il senso e la portata, giacché non si è reso evidentemente conto che il contenzioso dal quale è scaturita la sentenza in commento riguarda il periodo 2010-2011, durante il quale, a quanto mi consta, il Sistri non è mai entrato in funzione. La circostanza che il polemico lettore abbia acquistato delle ricaricabili anziché sottoscrivere uno specifico abbonamento dati non mi pare che sposti la questione della risarcibilità dei costi inutilmente sopportati dall’operatore Sistri per il lungo periodo nel quale non ha funzionato, così come indifferente, ai fini che interessano, è discettare se detto costo vada riferito al traffico dati generato dalla black box sull’automezzo o all’abbonamento internet necessario a collegarsi alla piattaforma telematica dal computer o dal portatile aziendale.

  5. Ragazzi, non scaldatevi troppo. E’ una sentenza di un giudice di pace, non è mica la Cassazione, non fa giurisprudenza…

  6. Che l’avvocato Di Costa facesse riferimento, per il mancato funzionamento del Sistri, al passato a me è apparso chiarissimo… E che il Sistri si sia messo a funzionare (?????) dall’ottobre 2013 dopo aver rappresentato uno dei più colossali “bidoni” per anni non credo serva a riabilitare un progetto nato male e finito peggio (visto i milioni di euro che è costato per non funzionare… Gino chi è, forse un consulente della Selex sotto mentite spoglie?

  7. Caro Gino Eleuteri, l’avvocato Di Costa ha ragione fin dal suo articolo iniziale, nel quale chiarisce come con un provvedimento di legge del 2013 si sia fatto entrare in vigore il SISTRI dal 1° ottobre 2013, limitandolo ai soli rifiuti speciali pericolosi (riporto per evidenza dei lettori la parte dell’articolo in questione “con il decreto legge n. 101 del 31.8.2013, convertito con legge 125 del 30.10.2013, con il quale è stato disposta finalmente l’entrata in vigore del Sistri dal primo ottobre scorso per alcune categorie di operatori professionali della filiera dei rifiuti speciali, tra i quali gli autotrasportatori) si è fatta clamorosamente retromarcia rispetto alla originaria presa di posizione assunta dal ministero, nella misura in cui ci si è uniformati, sia pure con colpevole ritardo, alla direttiva 98/2008/Cee, escludendo, pertanto, dall’obbligo di tracciamento elettronico i rifiuti non pericolosi”). Quanto sopra dimostra inconfutabilmente due cose: 1. che il SISTRI non è mai entrato in vigore per i rifiuti speciali non pericolosi (che fatto 100 il totale dei rifiuti trasportati, rappresentano il 90% degli stessi – statistica UnionaCamere – Ministero Ambiente); 2. che il SISTRI non ha mai funzionato prima del 1° ottobre 2013. Questi due dati di fatto sono alla base della sentenza del Giudice di Pace che condanna il Ministero dell’Ambiente a risarcire l’impresa di autotrasporto, quale colpevole dei danni da essa subiti e soprattutto alle spese di lite (questo addebito viene fatto solo nei casi in cui il colpevole ha colpa marcia). Ma vi è di più: tutti i trasportatori di rifiuti speciali non pericolosi (per chi se ne intende, quelli iscritti in categoria 4 dell’Albo gestori di rifiuti) vinceranno ora le loro cause (e se non le hanno fatte è il caso di muoversi) in quanto per essi il Sistri non funzionerà mai (lo ha detto la legge 125/2013), mentre tutte le spese per poterlo utilizzare (e ora anche quelle per restituire token USB e Black-box) sono state a carico loro…

  8. Signor Giuli, come cavolo si fa ad affermare che “tutti i trasportatori di rifiuti speciali non pericolosi vinceranno ora le loro cause e se non le hanno fatte è il caso di muoversi? Chi può dare questa garanzia sulla base di una sentenza di un giudice di pace (figura che nella scala della giustizia italiana conta come il due di picche?)

  9. Cara Loretta, non è la sola sentenza di un giudice di pace, ma è la legge (la 125 del 2013) che ha fatto partire il Sistri solo dal 1° ottobre 2013 e solo per i rifiuti speciali pericolosi.

  10. Per Loretta: In pratica nel decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 l’articolo 188 ter definiva che:
    sono tenuti ad aderire al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (SISTRI):
    a) gli enti e le imprese produttori di rifiuti speciali PERICOLOSI….;
    b) le imprese e gli enti produttori di rifiuti speciali NON PERICOLOSI….;
    c) i commercianti e gli intermediari di rifiuti;
    d) i consorzi istituiti per il recupero o il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti che organizzano la gestione di tali rifiuti per conto dei consorziati;
    e) le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero o smaltimento di rifiuti;

    Perciò un bel po’ di imprese che negli anni han dovuto spendere soldi per formare il personale, per dotarsi di apparecchiature e per aderire ai costi di sviluppo del sistema.

    Nel 2013 la legge determina che solo chi gestisce rifiuti PERICOLOSI è tenuto ad aderire.
    Su che basi le altre imprese sono state costrette a versare contributi, pena pesanti sanzioni??

  11. Vedo che molti dissertano su questioni interpretative delle norme sul Sistri. Rivolgersi alle vostre associazioni no? purtroppo molti sono quelli che si lamentano dopo ma quando vengono chiamati fanno finta di non sentire. Poi dissertano sul valore delle sentenze dei giudici di pace. Quando si imparerà a crescere sarà troppo tardi. Allora Qui c’è una federazione (l’unica) che ha proposto una azione contro il ministero; Quelli che hanno avuto fiducia si sono fatti avanti ed un primo risultato è stato ottenuto. Altri sono solo capaci a chiacchierare. Vedremo cosa succederà. Nessuno pensa di aver vinto la guerra ma almeno un passo avanti è stato fatto. Ricordo che sul recupero del bonus fiscale per le aziende chiamate a restituirlo che hanno ricevuto decreti ingiuntivi che sempre grazie al lavoro della nostra federazione siamo riusciti a vincere in ben due tribunali la battaglia legale. Entrambi hanno condiviso l’impostazione della Fai ed hanno respinto la richiesta del decreto ingiuntivo emessa dal ministero dei trasporti. Continuate a dubitare, a fare chiacchiere, a considerare di poco valore quanto di positivo ottiene l’impegno di federazioni che lavorano per il settore; proseguite nel pensare che la verità sia quella che avete voi in testa e di strada ne faremo sempre poca. Noi comunque andiamo avanti voi andate…. da un’ altra parte.

  12. Ma io mi chiedo (al di la delle infinite problematiche del Sistri) come è stato possibile mettere in vigore un sistema operativo telematico quando in Italia ancora esistono territori non coperti da ADSL… sono costretta a connettermi con chiavetta la quale si scollega in continuazione… Il Sistri deve morire!

Rispondi a Andrea Giuli Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *