Omicidio stradale, i familiari delle vittime chiedono pene più severe

Trentamila firme per sostenere la proposta di legge dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada raccolte per chiedere l’inasprimento delle pene nei casi di omicidio stradale senza istituire una figura autonoma di reato. Sono quelle che la presidente dell’associazione, Giuseppa Cassaniti, ha consegnato nei giorni scorsi al ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. L’associazione chiede di aumentare le pene non solo a chi guida ubriaco o drogato, ma anche a chi passa con il rosso da almeno due secondi o chi effettua sorpassi azzardati.

“Il ministro”, osserva l’associazione, “che ha confermato l’impegno a portare al Consiglio dei ministri la proposta di riforma dell’omicidio colposo stradale, ha convenuto con la presidente della Aifvs che attualmente le pene per i criminali stradali si attestano sempre al minimo della pena e non sono congrue rispetto alla entità del danno arrecato alle vittime, non consentendo alcuna riconciliazione ed espiazione effettiva”.
“Un fatto da risolvere al più presto con un intervento legislativo d’urgenza che non introduca una fattispecie autonoma di reato doloso, ma inasprisca le pene dell’omicidio colposo e selezioni le violazioni del codice della strada in cui possa ravvisarsi azzardo e temerarietà con consapevolezza della pericolosità della condotta”. La presidente Cassaniti, prosegue l’associazione, “ha proposto al ministro sia di inserire nella riforma una condanna non inferiore a 15 anni di pena detentiva per chi uccide sulla strada e poi omette il soccorso e di estendere l’inasprimento delle pene anche a chi non uccide ma riduce le vittime in stato di coma vegetativo permanente e in gravissimo stato di invalidità permanente, sia di fare alla magistratura un forte richiamo affinché la nuova norma dell’omicidio stradale colposo non venga distorta ma applicata con rigore”.
L’avvocato Gianmarco Cesari ha illustrato assieme al professor Dario Vangi al ministro le norme del codice della strada cui ricollegare una grave pericolosità sociale e una condotta criminale tale da comportare, secondo la proposta della Aifvs, una condanna detentiva non inferiore a 14 anni:  guida in stato di alterazione psicofisica (art. 187 c.d.s.), guida in stato di ebbrezza (art. 186 c.d.s.), mancato arresto a un posto di blocco e inseguimento (art. 43 c.d.s.), le gare in velocità (art. 9 bis c.d.s.), un’elevata velocità di marcia (art. 141 C.d.S.), il passaggio col rosso da almeno due secondi (art. 146 c.d.s.), l’inversione di marcia in corrispondenza o in prossimità di intersezioni, curve e dossi (art. 154 c.d.s.), l’uso improprio di cellulari alla guida (art. 173 c.d.s.), il sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un dosso, di curve, di strisce pedonali (art. 148 c.d.s.) e la marcia contromano (art. 143 c.d.s.), quando si marcia completamente all’interno di una corsia o carreggiata destinata all’opposto senso di marcia e l’imbocco contromano deve essere stato effettuato deliberatamente e non dovuto a cause di limitata visuale.

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