Il Governo stia attento a non prendere in giro i trasportatori sui costi minimi

Qualcuno forse userà parole grosse, parlerà di ricatto quando, alla ripresa delle attività dopo il periodo estivo, l’Esecutivo verrà messo di fronte a una decisione tanto delicata quanto non più rinviabile: quella sui costi minimi per la sicurezza nell’autotrasporto delle merci. Una sicurezza che discende direttamente da una legge ben precisa che non può più continuare a essere violata. Il Governo Berlusconi ha introdotto una norma che assegna al ministero dei trasporti il compito di “dare un valore” alla sicurezza sulle strade attraverso la pubblicazione mensile dei costi minimi. Il Parlamento ha riconosciuto, anche con il concorso dell’opposizione, la validità di tali normative e lo stesso presidente del consiglio Enrico Letta ha proposto, anni fa, l’introduzione di tariffe antidumping proprio per evitare che i possibili effetti di una concorrenza esasperata al ribasso (ben al di sotto del costo a chilometro indispensabile per non avere gomme lisce o per non avere un incapace al volante di un bestione della strada) si  scaricassero sui cittadini. Perché si dovrebbero mettere in discussione provvedimenti decisi dagli esecutivi precedenti e che tutelano migliaia di vite umane? Perché mettere “sotto accusa” una legge che ha già dato ottimi risultati (il numero dei decessi e dei feriti determinati da incidenti che vedono coinvolti i mezzi pesanti è diminuito significativamente)? E chi vuole frenare questo “viaggio verso la sicurezza”? Tra i soggetti intervenuti per annullare queste norme si è distinta in particolare l’Antitrust. Fortunatamente di avviso contrario è il ministro Maurizio Lupi che ha invece riconosciuto, in continuità con i ministri che lo hanno preceduto, come i costi  minimi siano una garanzia di maggior sicurezza. Occorre allora difendere, seriamente, in Europa le normative, senza fare confusione, o “ammuina” come dicono a Napoli. L’autotrasporto non intende rinunciare al sistema in essere. Per questo tiene sotto osservazione il comportamento del Governo. La disponibilità al confronto per attuare una comune difesa della sicurezza e della legalità  è stata ampiamente fornita. Qualcuno, fra gli autotrasportatori, teme che il Governo faccia “furbate”? Sarebbe una manovra pericolosissima, perché una presa in giro, nell’attuale contesto,  metterebbe a rischio la pace sociale. Esistono esempi in altri Paesi della Comunità dove si  interviene con leggi per combattere le forme di abusivismo (Norvegia) o riconoscere incrementi dei costi, da applicarsi ai contratti tipo (Francia). In Italia non si può?  Basterebbe copiare…

Paolo  Uggé

6 risposte a “Il Governo stia attento a non prendere in giro i trasportatori sui costi minimi

  1. Presidente Uggè, non so lei, ma io, se qualcuno al Governo a settembre dovesse tentare manovre strane sui costi minimi, la prenderò come una presa per il c…, e mi comporterò di conseguenza…

  2. Caro Mauro, penso che come Lei saranno in molti a pensarla così. Noi non ci sottrarremo dal fare la nostra parte, avendo a cuore gli interessi della categoria.

  3. L’ho già detto in altre occasioni, sono con Lupi e con il Governo se non fanno le furbate. Per l’antitrust, da sempre preoccupata di fregare i trasportatori, direi che dovrebbe occuparsi delle situazioni dove le concentrazioni esistono veramente e dove fanno danno a tutto il Paese. Il comportamento di alcune associazioni che rappresentano i clienti dei trasportatori? Dovrebbero essere indagate dall’antitrust. Per esempio chi senza alcuna remora acquisisce commesse di trasporto a prezzi fuori mercato per poi subappaltare lucrando comunque. Sempre i signori dell’antitrust dovrebbero anche indagare un pochino sui fornitori degli autotrasportatori quali assicurazioni che aumentano continuamente a tassi che nulla hanno a che vedere con l’inflazione, ai carburanti, alle autostrade ecc.
    Ma lì purtroppo bisogna picchiare su settori e poteri FORTI. Più facile menare un padroncino…

  4. Francesco, quando parli di chi acquisisce commesse di trasporto a prezzi fuori mercato per poi subappaltare lucrando comunque, ti riferisci per caso a un importante imprenditore al volante di un’importantissima impresa di autotrasporti? E magari al volente di un’associazione di categoria?

  5. Ragazzi, se avete un rospo da sputare sputatelo. Fate nomi e cognomi. Chi è che guida un’associazione di categoria e poi lavora a costi ribassati (anche sotto quelli minimi per la sicurezza fissati dalla legge?). Lanciare il sasso e ritirare la manina è da vigliacchi, e ai vigliacchi non bisogna mai prestare attenzione…

  6. Lo sanno tutti di chi sta parlando Francesco, ma tutti hanno paura di parlare. Anche perché per fare certe affermazioni con nome o cognome occorre averne le prove e non solo il “sentito dire”, le chiacchiere da bar che tutti conosciamo. Se qualcuno ha le prove le esponga, pubblicamente. E se non ha il coraggio di farlo a titolo personale le spedisca a qualche associazione che non ha scheletri negli armadi…. (ce ne sarà pure una non intrallazzata….)

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