Fermo dell’autotrasporto, la Fai non ci sta: “È inutile e affosserebbe l’Italia”

“Apprendo dell’ennesima minaccia di agitazioni con un fermo di cinque giorni dichiarato da alcune associazioni di secondo ordine. Evento nefasto, privo di fondamento, che affosserebbe definitivamente l’Italia, l’economia dell’intero Paese. Una dichiarazione di pochi, assolutamente non condivisa con gli operatori del trasporto, che rischia di pregiudicare il futuro di tutti”. Lo afferma il vicepresidente vicario di Fai Conftrasporto, Giovanni Agrillo. “Dopo mesi di latitanza si risvegliano dunque i vichinghi del trasporto soprattutto in terra di Sicilia, spinti spesso da interessi economici soggettivi e non dal bene per la categoria”, prosegue Agrillo. 

“Una protesta che nasconde interessi economici, quali la volontà di aggredire la committenza con tariffe basse, di destabilizzare il mercato o semplicemente di arricchire le tasche di pochi. Non uno slancio propositivo, non un invito al confronto sui temi dell’innovazione, degli investimenti, nessun accenno sul controllo dei costi aziendali e del controllo di gestione (ad oggi unico strumento per la sopravvivenza), ma una guerra fine a se stessa, priva di logica imprenditoriale. Sono minacce di sommossa di pochi individui, che nel nome dell’Ecobonus, penalizzano enormemente il comparto. Le battaglie si combattono con altri strumenti, il dialogo sistematico primo tra tutti. I numeri ci insegnano come a pagare il conto salato (circa 1.000.000 di euro al giorno) di un fermo (inutile) siano primi tra tutti i cittadini e le pubbliche amministrazioni”, conclude Agrillo. “Inoltre l’assenza di un governo impedisce al mondo dell’autotrasporto di avere in questo momento un interlocutore e rende vana ogni protesta. Noi di Fai Conftrasporto saremo inflessibili nel denunciare i danni. Se realmente intenzionati all’azione, gli istigatori del fermo riflettano e facciano i conti con la propria coscienza. A loro un modesto consiglio: impegnate più proficuamente il tempo in chiave imprenditoriale”.

19 risposte a “Fermo dell’autotrasporto, la Fai non ci sta: “È inutile e affosserebbe l’Italia”

  1. Concordo sull’inutilità di un fermo in questo momento. La parola FERMO dovremmo usarla molto meno, e quando usata, usata sul serio non ad ogni occasione, salvo poi quando abbiamo perso credibilità, doverlo fare.Concordo anche sul fatto che la FAI e Conftrasporto siano le sigle più rappresentative del settore dell’autotrasporto. Non apprezzo, invece, alcune considerazioni del signor Agrillo, specialmente sull’imprenditorialità, sull’inflessibilità nel denunciare i “danni”, che quantificare in un numero è assurdo ed inutile e su quali armi bisogni utilizzare per le proprie battaglie. Screditare altre organizzazioni non è piacevole e non mette neanche la FAI in buona luce, e spesso non è neppure necessario.

  2. Una iniziativa di fermo, in questo particolare momento, aggraverebbe ulteriormente una situazione del comparto veramente grave! l’incapacità imprenditoriale di alcuni non può essere pagata da tutti gli operatori. Sicuramente la crisi economica e l’incapacità della politica complicano la situazione, ma in assenza di un Governo, pienamente legittimato qualsiasi iniziativa di protesta rischia di ritorcersi pesantemente contro la categoria.

  3. Sig. Matteo buonasera, cerco di darle qualche notizia in più sul mio articolo o per meglio dire sul pensiero della nostra associazione. Ben conoscendo i protagonisti che dichiarano ogni 3 x 2 fermi, ritengo assai dannoso coinvolgere tutta la categoria siciliana su problemi strettamente legati alle aziende di chi li dichiara. Non vi è dubbio che la crisi economica colpisce tutti ma per come la pensiamo noi, non si dovrebbero sanare i bilanci (dovuti a cattive gestioni aziendali) con l’ecobonus. Le sembra giusto che questo contributo debba essere a supporto di queste poche aziende? le sembra giusta questa minaccia collettiva che bloccherebbe l’economia anche dei poveri lavoratori che non sanno neanche cos’è l’ecobonus?
    Fare impresa vuol dire impegnarsi al proprio interno con sacrifici, operando nella legalità e lavorando per ridurre i propri costi. È altresi importante aggregarsi ad altre aziende per dar valore ai rapporti con la committenza. Fare affidamento a contributi che fino ad oggi hanno agevolato solo pochi a discapito di altri non la vedo cosa buona. E per finire: intendo associazioni di secondo ordine in termini di rappresentanza, in quanto i dichiaranti non sono su scala nazionale, non sono riconosciuti e anche in termini di associati locali, contano pochi iscritti. Ciò sta a significare che il consenso sull’azione del fermo è legata solo a pochi individui e quindi scelta non democratica.
    Saluto e ringrazio per l’intervento.

  4. Credo che qualsiasi persona di buon senso possa intuire che dietro a questo tipo di agitazioni non vi sia altro che un subdolo interesse politico, se non eversivo. Infatti proclamare una agitazione di questo tipo, che in passato ha evidenziato infiltrazioni che nulla hanno a che vedere con la parte sana della categoria, e in un momento in cui vi è un Governo e un Presidente della repubblica dimissionari, sia un pericolo evidente per la nostra democrazia, e debba una volta per tutte far emergere la condanna di tutte le Associazioni che difendono la legalità nel settore della logistica tutta.
    Ritengo che chiedere a una controparte che non esiste misure impopolari e che non portano a nessuna evoluzione delle imprese, facendo leva sul disagio di una categoria, e andando a danneggiare la già debole economia delle regioni del nostro Sud, non faccia parte della cultura imprenditoriale di una categoria che sta dimostrando con enormi sacrifici di fare la sua parte per sostenere l’economia italiana, essendone un motore fondamentale. Non per questo, come la nostra confederazione ha bene esplicitato al mondo politico, una volta usciti da questa congiuntura, non ci saranno sconti, anche per chi ha favorito un simile degrado del nostro settore.

  5. Buona sera signor Giovanni Agrillo e a tutta la Fai Conftrasporto. Sono sempre attento a ogni cosa muova e faccia muovere il trasporto su gomma italiano, e sono coeso con lei quando dichiara che allo stato attuale un fermo non aiuterebbe nessuno, anzi affonderebbe moltissimi di padroncini che gia sono semi sommersi fino alla gola … Tuttavia anche voi della Fai non è che agiate o facciate molto: mi stan bene i proclami , e mi stan bene le proposte di cui sopra giuste, ma come volete fare con le leggi sul cabotaggio? Come volete fare con i contratti distaccati di lavoro? Come volete fare per la legge 95? E per il rispetto delle tariffe minime di sopravvivenza qual è la vostra posizione? Le formulo alcune precise domande, ma sono certo che eviterete la risposta . Attuazione e monitoraggio della direttiva europea 96/71/CE sul distacco dei lavoratori dai 16 Dicembre 1996, sul settore dei trasporti! 2 Abbiamo bisogno delle vostre voci per la richiesta dei colleghi danesi che la sentenza 15.03.2011 Heiko Koelsch (CGCE, sentenza del 15/03/2011, Lussemburgo – C29/10 -) è in tutta l’UE vuole l’applicazione. 3 Nessuna estensione di Schengen da parte della Romania e della Bulgaria. 4 L’applicazione e il controllo completo del Regolamento UE 1071/2009 sulla das Verbot delle società di comodo. 5 Applicazione della direttiva UE 1072/2009 in materia di cabotaggio, e che misure di protezione? KLegge 95 ” CQC ” costi diversi in Europa ,”250 euro in romania ” ma riconoscimento di tali patenti in tutta Europa? Lo trova giusto? Mi spiego: solidale coi colleghi siciliani, ma la morte del trasporto italiano o europeo è solo Ecobonus? Forse che i piloti italiani a casa senza lavoro e senza paga devono dare la colpa all’Ecobonus? Signori delle varie associazioni, non vi pare caso di mettervi mano alla coscienza e iniziare a parlare di cose serie costruttive e di crescita? Fatevi un esame di coscienza guardandovi allo specchio. Con cordialità.

  6. Fermarsi no, ma una bella manifestazione UNITARIA sotto i palazzi, anche quelli europei, questa si. Da quanto tempo non ci facciamo sentire?

  7. Buongiorno signor Gaudenzio, spesso possiamo leggere in queste sedi interventi come il Suo, che per lo meno ha la correttezza di firmarsi. E’ bene però chiarire che le associazioni, quelle con la A maiuscola, come la nostra a cui mi onoro di appartenere da oltre 35 anni, non sono formate da marziani o funzionari stipendiati da chi sa chi, ma esistono semplicemente perchè molti suoi colleghi, me compreso, decidono di dedicare quel pochissimo tempo che questa professione concede, alla categoria tutta; partecipando con il proprio contributo, la propria cultura, poca o tanta che sia, le proprie esperienze, e a volte commettendo errori. In tanti anni comunque si imparanto tante cose: per esempio che intanto che tu sei magari a Roma in qualche riunione del ministero, il tuo collega che è rimasto a casa va a visitare il tuo cliente, e così via. Una cosa è certa che chi non fa niente non sbaglia mai! Per questo motivo, pur potendo dare alcune risposte alle Sue domande, almeno quelle dove sono informato, non entro nel merito, ma le faccio una proposta: cerchi di trovare il tempo di frequentare un’associazione della sua categoria, ne provi due o tre e poi scelga Lei la migliore, e vedrà che non avrà buttato via il suo tempo e potrà affrontare meglio la sua professione, e forse comprenderà che ci sono certi aspetti della nostro lavoro, come alcuni che Lei ha toccato, sui quali ne le Associazioni ne il nostro Governo (che non c’è) possono incidere, perchè sono purtroppo o per fortuna regole comunitarie, e quindi soggette al volere della maggioranza europea, ma dipendono anche da chi partecipa di più alle riunioni in Europa, ecco perchè dobbiamo far sentire la nostra voce sempre più forte tramite le ssociazioni di categoria, ma sempre nel rispetto delle regole. Cordialmente

  8. Leggo con particolare interesse i quesiti che vengono posti per conoscere cosa faccia la Fai su alcuni temi. Dalle domande deduco che l’interrogante non segua il lavoro che la federazione sta portando avanti. Per quanto riguarda il cabotaggio stiamo sostenendo, in sede comunitaria, la richiesta del rinvio in attesa che condizioni omogenee si siano verificate tra i Paesi europei. Purtroppo il peso delle associazioni in quella sede e’ molto poco. Il motivo e’ evidente. Im Europa vi sono Paesi che hanno interessi contrapposti e quindi le richieste sono spesso in contrasto tra loro. Abbiamo coinvolto alcuni parlamentari italiani che hanno anche presentato, come ha fatto l’onorevole Serracchiani, interrogazioni sull’argomento. Altrettanto sulla questione dei distaccati che sono previsti da una direttiva comunitaria. Sulla legge 95 vorrei sapere cosa intende conoscere e su quale argomento in particolare. Mi consentira’ di rinnovare la convinzione che Lei sia poco informato. Sulla difesa dei costi della sicurezza esistono prese di posizione, articoli sui giornali e interviste radiotelevisive, inserzioni a pagamento che la Fai spesso da sola e qualche volta insieme ad altre federazioni, ha assunto e continua ad assumere. Non ultima la costituzione in sede di Corte di giustizia europea. Noi difendiamo il rispetto delle regole e operiamo perche’ i controlli previsti siano effettuati nei confronti di tutti i soggetti della filiera, committenza compresa. Tutte le critiche sono ben accette ma posso assicurarla che le nostre richieste sono frutto delle scelte che compiamo insieme ai nostri operatori aderenti. Se Lei lo fosse saprebbe che la nostra posizione mira a eliminare tutte le distorsioni alla concorrenza che provengonoda decisioni comunitarie che noi proviamo a contestare, correggere e magari a farne ritardare l’applicazione. Posso assicurarLe infine che mi guardo allo specchio e non mi viene voglia di sputarmi in faccia. Certo potrei fare molto di piu’ e per questo avrei la necessita’ di avere l’aiuto di molti che sono bravi a criticare ma poi stanno lontano dalle federazioni. Posso assicurarLe che, pur se convinto di commettere errori,quando mi sottoppongo al giudizio dei miei associati, alla fine ottengo la assoluzione, oltre che l’invito a proseguire nel lavoro iniziato. Purtroppo non basta solo la buona volonta’ occorre la decisa collaborazione di tutti e soprattutto l’umilta’ per non sentirsi superiori ad altri e convinti di saper risolvere tutto. Mi creda che cosi’ non e’. Personalmente mi metto in discussione tante volte e se mi convinco di avere fatto il possibile, mi sento in pace con me stesso ma prego che qualcuno piu’ capace di me si faccia vivo per aiutare la federazione e i suoi dirigenti a scegliere la strada che possa andar bene a tutti. Ed anche questo non e ‘semplice. La saluto.

  9. Credo che molti possano apprezzare le risposte fornite dai signori Uggè e Fraconti (se non altro per il fatto che hanno dedicato del loro tempo a fornire un chiarimento): ma la domanda è: certi commenti, chiaramente polemici e provocatori quanto chiaramente “disinformati” comune quello del signor Gaudenzio (legge i giornali, ascolta le radio, naviga in Internet, ha idea di quante battaglie solamente negli ultimi mesi abbia combattuto la fai sui costi minimi per la sicurezza?????) meritiamo davvero una risposta? Ma fatemi il piacere, avrebbe detto Totò….

  10. Parlare con i sordi serve solo a sprecare fiato. E fra gli autotrasportatori i sordi sono tantissimi. Non perché non sentano, ma perché, poveracci, non capiscono. Ignoranti!!!!!

  11. Non ho scritto portiamo i tir sotto Montecitorio. I tir devono stare in sede per ovvi motivi che non sto ad elencare. Ho parlato di manifestazione e se proprio vogliamo portare qualcosa per rimarcare la categoria di appartenenza beh, ce n’è….

  12. Ha suscitato molte polemiche e molti timori la proclamazione del nostro fermo: tutto ciò ci dispiace, ma siamo stati costretti, considerato che le associazioni nazionali si sono fatte comprare con 400 milioni di euro per rimanere inermi davanti alla morìa di imprese, hanno siglato la pace sociale, dicono loro, ma noi diciamo che hanno siglato la morte dell’autotrasporto. Il Sig. Uggè si è vantato molte volte di avere il merito di non far proclamare fermi alla categoria, di essere in grado di tenere buone le imprese; noi invece diciamo che egli ha distrutto l’autotrasporto italiano con le sue politiche ottuse e cieche perché non in grado di percepire le vere problematiche dell’autotrasporto, figuriamoci risolverle. Il suo unico interesse è stato, di anno in anno, solo ed esclusivamente il rimborso dei pedaggi autostradali, non evidenziando in nessuna occasione i problemi degli autotrasportatori siciliani, della filiera agroalimentare e dei traghetti, nonostante più volte gli siano stati suggeriti da noi, le associazioni che chiama “di secondo livello”: certamente non godiamo delle alte protezioni di cui gode lui, né disponiamo delle ingenti somme di denaro di cui dispone per pagare pagine di giornali, televisioni, radio e fastosi convegni. A chi (siciliano pure, che vergogna!) invece ci accusa di volere sanare i nostri bilanci con l’eco-bonus vorrei invitarlo a leggersi tutti i verbali depositati presso l’Assessorato Regionale Trasporti (se sa dove si trova) in cui si evincono quali sono le problematiche e quali le soluzioni proposte e, magari, passare qualche giorno in Sicilia anziché in Veneto. Al suo collega che ci accusa di “subdolo interesse politico, se non eversivo” in quanto “non abbiamo un governo e il Presidente della Repubblica è dimissionario”, ci potrebbe spiegare perché il Ministro Passera vi ha firmato lo sblocco dei 400 milioni di euro mentre a noi non danno spiegazioni e non si interessano sulle sorti dell’eco-bonus 2010? E perché il Ministro Passera non interviene in merito al continuo aumento del costo del traghetto Messina – V.S. Giovanni che, ad oggi, per soli 3 km costa 300 euro? Ah già, come ha detto il “pragmatico”, perché siamo associazioni di secondo livello…

  13. Buongiorno a tutti, io sono d’accordo che un fermo peggiorerebbe la situazione del Paese, ma sono consapevole che se non si alza in piedi l’autotrasportatore giorno per giorno si finirà a dipendere da altri Paesi come succede già adesso. Le aziende chiudono per aprire nei Paesi dove costa tutto meno, tasse e manodopera, e la vita di un dipendente è meno cara rispetto a qua. Il problema è che in Italia i trasportatori non sono solidali come negli altri Paesi europei, ma per cercare di salvare tutto ciò che consiste l’autotrasporto in Italia c’è bisogno di unirsi per cercare una soluzione e se c’è bisogno di fermare tutti i camion, ma tutti non uno sì e 1000 no. In questo caso si parla della nostra sopravvivenza: può essere che sbaglio ma se io vivo qua e pagò le tasse lì non mi sta bene che devo soffrire perché quelli dell’estero abbassano i prezzi. Se devo scendere in strada io ci sto, ma sta volta con degli obiettivi per noi tutti.

  14. Buona sera signor Claudio Fraconti e signor Paolo Uggè. Volevo sorvolare e non polemizzare cosa ben lontana dalla mia intenzione ” ma i fatti di questi giorni mi inducono a dire la mia (scusate la tardiva risposta ma ero fuori Italia per lavoro). E siccome ammetto la mia ignoranza mi devo continuamente documentare. Detto questo la ringrazio signor Fraconti apprezzo di cuore la sua risposta accorata e esaustiva , tengo a informarla tuttavia che in passato sono stato sia socio Fai sia Cna, che ProgeFai di Torino, in cui sorvolo chi siano i fautori di tale associazione e come si comportino nel gestire le loro aziende “parliamo di costi minimi ” per inciso , così come altre ditte vostre associate di cui se volete posso fornire fatture e tariffe. Quindi presumo che un buon padre di famiglia prima lavi il viso ai propri figlioli e poi possa farlo fuori casa. Sono stato socio Fai ai tempi in cui lavoravo con il signor Angelo della Tipes e successivamente con Walter della famosa ditta cuneese, quindi presumo immaginiate che conosco la Fai dagli albori, al tempo trainavo per la San Cristoforo di Mantova, ma questo è irrilevante. Sono d’accordo che al momento attuale non cè trattativa con un governo speriamo nei giorni a venire, signor Claudio dedico moltissimo tempo della mia giornata per portare il mio ridicolo contributo a una causa gigantesca e molto politicizzata, ho fondato un gruppo lo scorso anno e con lo stesso gruppo abbiamo “inutilmente” affiancato il Maurizio Longo, a inizio anno ho fondato il gruppo di “azione nel trasporto italiano ” seguendo una corrente europea, poiché ci siamo convinti che circa il 75 per cento dei principali problemi attuali siano oltre confine, mi sono recato in Olanda per incontrarmi con i colleghi dei vari gruppi, quindi presumo che spendo parte del mio tempo alla causa ” che io ritengo giusta ” . Signor Uggé , la ringrazio della sua attenzione , ma non ha risposto a nemmeno una delle domande fatte, aprezzo il suo forbito scrivere , ma una sola risposta? Rifiuto di pensare che lei ignori cosa sia il problema art. 95 . Glielo spiego in due parole? Dovrebbe essere il nostro diploma di professionalità, ma in stati del’Est, europa o si compera non si fa visita medica, nessun esame e con meno di 300 euro, lavori a casa nostra, dove noi per gli stessi documenti non spendiamo mai meno di 3/4 mila euro. Non dubito che lei e la Fai vi battiate per il trasporto , è che non dimostrate dove e come. Risultati nessuno. MI dite che non avete potere europeo? Sappia che mentre noi scriviamo questo in Finlandia applicano leggi, forse sono piu capaci di voi? Mi rendo conto che lei deve battersi con colossi come Anita, e proprietario, con personaggi come Dal Boca, con persone come la Marcegaglia, e i vostri mastini interni, ma dovreste decidere se fare il sindacato o ciò che rende. Mentre noi scriviamo questo in Italia succede questo: http://www.subito.it/offerte-lavoro/selezioniamo-5-autisti-tir-novara-64019145.htm, Oppure che la Maggi lasci in mobilità 45 dipendenti per decentrare, ” poi lo rivedremo su per il Frejus con targhe slovacche come l’omonima ditta Codognotto o altre? Le tariffe minime, lei sa bene il costo reale di un 44T: a km. Non pensa che chiunque paghi meno del costo reale e vivo minimo del ‘articolato sia un istigatore a delinquere che andrebbe denunciato ? Lei sa benissimo che se un qualunque trasportatore viaggia a 0.95 e a km deve truffare, rubare, evadere, non versare per mangiare. La scelta è se mangiare e vivere, o delinquere. Quindi chiunque paghi meno del costo reale di un mezzo è un istigatore a delinquere e andrebbe denunciato. Se leggerà ma penso che nel suo ufficio qualcuno che l’ha letto e le ha riferito ci sia, la legge finlandese ha poche ma semplici regole che tutelano i loro trasportatori, sa che basterebbe applicare la legge del riposo dopo le 96 ore di lavoro per fermare questa importazione continua di schiavi ” poveri loro ” dell’Est . La legge lei saprà bene parla chiaro: tale riposo non può’ ne deve essere preso a bordo dei veicoli, basta fare un giro in qualsiasi parcheggio italiano nei fine settimane per rendersene conto. Io e tantissimi altri lavoriamo rendiamo e marciamo con il fango alle ginocchia. Se solo lei e altri come voi scendeste in mezzo alla gente, se usciste dai vostri uffici e toccaste con mano, vi rendereste conto che non state facendo nulla se non pilotato da chi vi manovra, uso un eufemismo voluto. I vostri associati sono gli stessi che in banche dati come Teleroute, Traspobank, Timo com vendono trasporti a 0.80/0.95 euro a km e magari ti inviano a caricare in luoghi dove rimani fermo almeno 5/8 ore per caricare in barba alle soste, altro male tipicamente nostro. GLi stessi che pagano a 90 giorni D F il 15 ? Evito di fare nomi, ma se lo desidera li faccio coadiuvato da fatture: predicate ma non controllate i vostri stessi soci di maggioranza? Le ripeto signor Uggé, col massimo rispetto per l’uomo che non conosco. Ma sappia che o state facendo poco, o lo fate pilotati. Fate entrare un vostro dipendente a leggere la quotidianità della vita dell’ autotrasporto nazionale dei dipendenti italiani, l’aspetto con cortesia ad ascoltare gli sfoghi di chi sta morendo mentre voi parlate politichese. Sempre a vostra disposizione, con cordialità.

  15. Gentile signore (scusi se non la chiamo per cognome, ma non essendosi firmato non posso fare altro). Ha fatto molto bene a non sorvolare e, anche se lei sostiene di non volerlo fare, a polemizzare se pur con garbo.
    Non posso entrare nel merito di rapporti da lei avuti nel passato con alcune realtà associative e di servizio e neppure sui singoli comportamenti aziendali. Una federazione sindacale non può mai in alcun modo intromettersi nelle scelte che appartengono ai singoli imprenditori. Può non convenire laddove questi comportamenti esistano e ne venga richiesta una valutazione. Per quanto riguarda la Fai, laddove è stato chiesto un intervento a tutela da parte di associati, ha sempre cercato di trovare soluzioni in linea con le linee politiche assunte dai propri organismi. Ovviamente parlo per quello che conosco. I personaggi o imprese con le quali lei ha operato non sono da tempo soci della nostra federazione. Concordo con lei che la maggior parte delle decisioni sui trasporti verranno sempre più assunte in sedi fuori dall’Italia e quindi Lei fa molto bene a recarsi presso quelle realtà: lo facciamo anche noi con un ufficio a Bruxelles. Conosco bene la situazione di mancato rispetto delle leggi, sia per quanto riguarda la dimostrazione dei requisiti che altro e, come lei riconosce, segnaliamo nelle sedi opportune, con gli strumenti dei quali siamo in possesso, le gravi distorsioni alla concorrenza. Perché questo produce chi opera al di fuori del rispetto delle regole. Trovo una qualche difficoltà a seguirla quando definisce in modo generico quelli che utilizzano dei lavoratori in affitto o automezzi di proprietà di società partecipate con sedi all’estero. Questi operatori, il mio non è un giudizio assolutorio, non fanno altro che operare nel rispetto di normative approvate dall’Unione europea. Quando nella trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro la Fai sollevò la questione dei lavoratori in affitto, il ministero del Lavoro (con il silenzio di organizzazioni sindacali e di imprese presenti al tavolo di confronto) confermò la legittimità di tali comportamenti. Personalmente li considero un errore e spesse volte ho preso posizione contro tale scelta che si ritorcerà contro di noi, ma le decisioni europee non si riescono a cambiare con proteste effettuate in Italia. Per quanto riguarda i costi minimi, i controlli sulle strade ed in tutte le imprese, credo che non farà fatica a convenire quale sia l’organizzazione che quasi totalmente sola si batte per avere un mercato dove le regole della sicurezza sociale e della circolazione siano rispettate e verificate da controlli. Posso convenire con lei che i risultati non sono quelli che ci si attende che siano, ma vorrei ricordare anche i risultati che sono stati ottenuti dalle federazioni dal trasporto. Attribuire alle federazioni la responsabilità di comportamenti non rispettosi delle normative attuati da operatori è come voler considerare responsabile i camionisti delle code sulle strade. Le federazioni, almeno quella che rappresento, provamp con le forze che possiedono a cambiare le cose che non funzionano, e non sono poche. Una cosa è certa: se gli autotrasportatori la pensassero tutti allo stesso modo e decidessero di dare vita a un’unica organizzazione che rappresenti se non tutta almeno la gran parte della categoria certamente costringerebbero gli interlocutori a essere più attenti alle richieste che questo mondo pone. Così non è e quindi si fa il fuoco con la legna che si possiede. Del resto lei stesso sceglie di essere autonomo. Non conosco i risultati che la sua iniziativa ha ottenuto, ma da quel che vedo ritengo non certo rispondenti alle iniziative. Ovviamente se mi smentirà ne sarei felice. Mi consenta di chiudere con una frase, non mia ma che ho assunto a mio riferimento. “un uomo che da solo grida il suo no è un pazzo; ma se mille, diecimila, milioni di uomini gridano lo stesso no, possono cambiare il mondo”. È questa un frase contenuta in un monologo di Giorgio Gaber, e se lei provasse ad adattarla alla nostra realtà vedrebbe che calza a pennello. In sostanza la invito a non agire da solo ma a inserirsi nuovamente in una realtà associativa, quella che lei ritiene in grado di garantirle ma migliore autonomia; vivendo anche le contraddizioni e tutte le mediazioni necessarie che sono di tutte le realtà operanti nel sociale. Così potrà dare realmente il suo contributo per migliorare e cambiare le cose che non funzionano. I migliori saluti.

  16. Io vorrei dire la mia visto che sono interesato direttamente visto che sono un autista. Signor Uggè le sue parole suonano come quelle di un bel pianoforte appena comprato… per quando mi riguarda la vostra o altri sindacati non mi hanno dato mai nulla nemmeno quando ero infermo a casa dopo due incidenti con un morto per il quale ancora ho l’accusa di omicidio colposo e quando ho urlato aiuto mi e stato detto: sei tesserato? Adesso mi aspetto la sua domanda: di quale sindacato si tratta? Io non lo dico perché uno ne vale l’altro. Quello che dice il mio collega Babolin e solo e pura verità perché per noi autisti o padroncini nessuno fa nulla perche siamo la minoranza. Per esempio, io sento parlare dell’articolo 95 da quando esiste Azione nel Trasporto e da quando sono stato in Olanda con il signor Babolin e un altro e ho potuto parlare con il gruppo tedesco visto che lo parlo perfettamente e con quello olandese che bene o male parla il tedesco… Ma mai ne ho letto o sentito parlare in italia da voi o dai giornali di categorie… buon primo maggio, signor Uggè.

  17. Buondì a tutti e tutte le associazioni, ho letto tutto sto bel dibattito e ne convengo che forse una nuova voce presso i grandi capoccioni d’Europa non sarebbe una cosa cattiva e se le grandi associazioni appoggiassero le piccole imprese ci sarebbe un bel vociferare nei luoghi giusti e magari migliorare tutto per tutti. Distinti saluti, Costantino Di Tullio

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